Translate

29/12/09

Filippo de Pisis e il suo tempo


E’ in corso fino al 10 Gennaio la bella mostra "Filippo de Pisis e il suo tempo", con le opere dell’artista ferrarese che attraverso una quarantina di lavori provenienti da collezioni pubbliche e private relazionano con altri quadri di artisti, suoi contemporanei e amici.

De Pisis, fin da giovane, dimostra un temperamento intellettuale ed inclinazioni letterarie, pittoriche e botaniche di grande valenza. All'età di vent'anni è già attivo nel dibattito culturale della sua città e, nel 1916, incontra De Chirico, Savinio e Carrà, militari a Ferrara: un sodalizio che avrà influenze decisive nella sua formazione pittorica. 

L'incontro definitivo con la pittura, e la conseguente personalizzazione del suo procedere artistico, avviene nel 1923, durante il periodo che trascorre ad Assisi, e vi si dedica sempre più assiduamente fino al 1926, anno in cui decide di trasferirsi a Parigi dove rimane fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale nel 1939.


 Di questo felice periodo sono esempio in mostra lavori come "Paesaggio parigino, 1927", oppure "Fiori con specchio, 1936" Durante gli anni parigini la sua pittura si affranca e acquista, attraverso una spazialità dalle derivazioni metafisiche, il lirismo narrativo che si ritrova anche negli scritti, ed in opere quale "Natura morta, 1935" fatte di impressioni visive appuntate quasi in modo stenografico. 

A Parigi De Pisis è affascinato dai dipinti degli Impressionisti e dei Fauves che assimila e poi rielabora ottenendo così delle composizioni estremamente personali, animate da una vena di malinconica poesia ben sottolineata da "Conchiglie, 1930". Gli ultimi quadri sono lo specchio della sofferenza determinata dalla grave malattia che lo colpisce: materia rarefatta o colori cupi esprimono un profondo mal de vivre che qui vediamo in "Natura morta con bottiglie. Omaggio a Morandi, 1949" oppure "Fiore" degli anni '50.

La pittura di De Pisis ha caratterizzato comunque mezzo secolo di arte italiana ed internazionale. Mezzo secolo in cui avvengono grandi cambiamenti. L'Italia si trova ad occupare una significativa posizione nel panorama europeo, grazie alle novità del Futurismo, ma anche grazie all'apporto del tutto originale offerto dagli artisti italiani alla riscoperta di quella "misura classica" che percorre l'Europa negli anni che seguono la sperimentazione delle prime avanguardie storiche. Per cui l'esposizione si prefigge anche di indagare, partendo dalla voluta centralità dell'opera di De Pisis, sempre attento al suo tempo ma tendenzialmente teso a creare un personale ductus operandi, i due punti estremi della ricerca artistica italiana di quegli anni, l'anti-tradizione futurista da un lato e il nuovo corso del classico dall'altro.

Si passa così ai lavori di De Chirico, Morandi, Carrà e Savinio, fondatori con de Pisis della Metafisica italiana, dove si ritrovano capolavori come "Composizione architettonica-Parigi" del 1928 e "Interno metafisico con officina" del 1951, per proseguire con le espressioni dei maggiori rappresentanti della pittura italiana coeva. Tra questi spiccano nomi quali Giacomo Balla, in cui la modernità del dipinto, con l'ardito taglio fotografico, già appare come il superamento delle istanze realiste e simboliste che aveva caratterizzato l'Italia artistica della fine '800; Felice Casorati, con le atmosfere incantate del realismo magico; o, ancora, Massimo Campigli e la sua riscoperta dell'arcaismo dell'antica Etruria. Per citare solo alcuni dei grandi Maestri che campeggiano in Palazzo Salmatoris.

A chiosa una selezionata quanto inedita proposizione di disegni, incisioni ed acqueforti come significativo momento complementare di tutto il mondo artistico che, considerando quale fulcro dello stesso l'opera di de Pisis, ha caratterizzato più di mezzo secolo di storia dell'arte italiana.

L'inaugurazione avverrà sabato 10 ottobre 2009, alle ore 11.00, presso la Sala del Consiglio di Palazzo Comunale. Dopo gli interventi dei convenuti, autorità, curatori e critici d'arte, il pubblico si sposterà per il taglio del nastro a Palazzo Salmatoris.

TITOLO: Il marchesino pittore Filippo De Pisis e il suo tempo

DURATA: 10 ottobre 2009 - 10 gennaio 2010

ORARI: da mercoledì a sabato ore 9.30/12.30 e 14.30/18.30; domenica e festivi ore 9.30/19.00
La biglietteria si ferma mezzora prima dell'orario di chiusura

INGRESSO: intero € 6,00; ridotto € 5,00 (da 12 a 18 anni e ultrasessantenni, studenti universitari);visite scolastiche € 3,00 (materne, scuole dell'obbligo e superiori); riduzione per gruppi organizzati e prenotati.
Festivi e prefestivi possibilità di visita con guida (inclusa nel biglietto)



da CN7

A Cherasco si è inaugura una mostra su "Filippo De Pisis e il suo tempo", che vede il ritorno del maestro ferrarese nelle storiche sale di Palazzo Salmatoris. In questa mostra si riconoscere, attraverso una quarantina di capolavori provenienti da collezioni pubbliche e private, la valenza nazionale ed internazionale di questo autore. Luigi Filippo Tibertelli, suo vero nome, nasce a Ferrara nel 1896 e, fin da giovane, dimostra un temperamento intellettuale ed inclinazioni letterarie e pittoriche di grande valenza.

La rassegna si propone quindi come una rivisitazione globale del grande maestro di Ferrara, dalla parentesi metafisica agli anni parigini in cui la sua pittura acquista il lirismo narrativo, che si ritrova anche negli scritti, con opere fatte di impressioni visive appuntate quasi in modo stenografico fino a giungere agli ultimi quadri specchio della sua sofferenza: materia rarefatta o colori cupi esprimono un profondo mal de vivre.


Ad integrazione dell'omaggio che la rassegna vuole dedicare a questo grande artista, una sezione dedicata ai suoi contemporanei amici: De Chirico, Morandi, Carrà e Savinio, fondatori con De Pisis della Metafisica Italiana. Unendo anche alcuni dei maggiori rappresentanti della pittura italiana coeva, quali i futuristi Boccioni, Balla, Fillia, Depero nonché ai principali artisti di Novecento Sironi, Bucci, Funi, Rosai, Casorati, De Grada, Guidi, Campigli, Tozzi e Severini.