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23/11/23

Collettiva Moitre



 La galleria Moitre dedica la sua nuova stagione espositiva al tema dell’informe, nella ricerca delle sue illimitate forme e applicazioni pratiche e di senso. Un percorso che inizia da elementi noti,soggetti a degrado, a mutazione, ad interpretazione, sfidanti le parole e le comuni espressioni per definirli e indicarli.



L’informe infatti è per sua stessa creazione una mutazione costante senza apparente affanni ma continua, inevitabile perfino. Nella nostra contemporaneità “la forma dell’informe” è assunta quotidianamente e per molti è lo stato stesso della condizione umana attuale. Imprecisa definizione sociale, imperfetta parola, indefinita forma, impossibile da ribattezzare, al di fuori dei canoni fin qui generati. 




Eccedere i contorni, i limiti. Così fa intendere Alberto Castoldi nel suo “Epifania dell’informe”, testo di partenza delle nostre considerazioni e con esso artisti, filosofi, scrittori, pensatori, intellettuali, designer, architetti, inventori, hanno dovuto scendere a patti con l’informe venendone soverchiati, senza la possibilità di bloccarlo nella sua salutare modificazione.

Niente più dell’indefinito si dovrebbe accostare all’arte. L’informe è anche casualità, sviluppo di un procedimento impreciso eppure che non pare venir dal nulla ma esser stato qualcosa anche quando non aveva applicazione.




Nelle prime due esposizioni grazie alle opere di: Valeria Dardano, Riccardo di Stefano, Andrea Famà, Serena Gamba, Flavia Spasari, Elena Tortia, Lorenzo Zerbini inizieremo ad indagare un fenomeno presentissimo eppure difficile da accettare o da controllare.