Translate
13/10/11
Postmoderno, declinazioni di un recente passato
Fa un certo effetto vedere oggetti del proprio quotidiano museificati nella mostra che il Victoria and Albert Museum dedica agli anni settanta/ottanta definiti col termine Postmoderno. Per cui trovare gli oggetti d’arredo del gruppo Memphis o i video musicali della nascente MTV pare una situazione irreale. Ma forse, in una modernità in continua ricorsa, alla fine riciclati tutti i passati non resta che il recente ieri da ripresentare. La mostra quindi tenta di iscrivere due decenni con alcune forzature, in cui se un certo riferimento alla tradizione classica pare il collante, sembra però non riuscire a giustificare una serie di percorsi assolutamente autonomi e innovativi come i video musicali, la produzione di orologi o di arredi. E’ ridicolo voler selezionare solo alcune opere in un periodo in cui la produzione era già variegata e ampia. Vedesi proprio il caso dei video musicali, prodotti a centinaia e selezionati in questa mostra in un gruppetto limitato giusto per confermare un’idea molto labile. Ma anche la stessa selezione di opere come quelle di G.Paolini o di B.Kruger paiono poco pregnanti di un periodo così ampio e articolato.
Lo stesso dicasi per gli oggetti di arredo che riguardano un gruppo ristretto di creativi, molto fantasiosi e affascinanti ma pur sempre limitato e senza uno sviluppo significativo sulla produzione successiva. Possiamo quindi capire che il Postmoderno è stata una nicchia di riflessione interessante ma marginale.
Superate queste considerazioni la mostra è piacevole, soprattutto è un simpatico ripasso nella recente gioventù, per chi oramai viaggia sui cinquant’anni come me. Per i giovani è forse un’interessante immersione nei primi vagiti dei grandi sviluppi che la produzione di massa avviava verso la globalizzazione, che oggi viviamo in una noiosa omogeneità mondiale. Se una volta sentirsi tutti uguali consumatori poteva essere un’idea di libertà oggi pare una condanna di povertà.