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13/04/10

21x21 + Alberto Garutti




Guardando al ventunesimo secolo la Confindustria, che a Torino festeggia i suoi cento anni di attività, ha realizzato con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo un’interessante iniziativa coinvolgendo ventun artisti contemporanei in una variegata collettiva.

Legati dal tema dello sviluppo e della tecnologia sono stati scelti degli artisti che nel loro percorso hanno trattato questo tema in modo creativo, rimandando allo spirito della Confindustria stessa, che da diversi anni sta promuovendo uno volontà di rinnovamento e di crescita culturale e tecnica.

Fra i tanti artisti proposti nella collettiva mi hanno affascinato i lavori di Alberto Tadiello, una struttura formalmente elegante e un intenso valore sonoro. Ludovica Carbotta con una riflessione fra la presenza umana e la sua trasformazione e la ri-elaborazione di Martino Gamper dei mobili di Giò Ponti.

Gli altri artisti presenti, ognuno con stimolanti progetti, sono Alterazioni Video; Meris Angioletti; Micol Assaël; Rosa Barba; Rossella Biscotti; Elia Cantori, Roberto Cuoghi; Luca Francesconi; Giuseppe Gabellone; Patrizio di Massimo; Diego Perrone; Paola Pivi; Riccardo Previdi; Matteo Rubbi; Giulio Squillacciotti; Santo Tolone; Patrick Tuttofuoco e Ian Tweedy.

Un pochino come nume tutelare alla mostra è affiancata la presentazione di due lavori di Alberto Garutti, intervento a latere nella project room (stanza dei progetti) della Fondazione. Si tratta di un lavoro interattivo, un enorme minimale lampadario la cui intensità luminosa è legata alla caduta dei fulmini sul territorio italiano, registrato dal Centro di rilevamento (Cesi). Sulle pareti sono presenti diversi percorsi/distanze, in un elegante forma grafica, dalla sede della fondazione a differenti indirizzi legati ad essa: abitazione della presidente della fondazione, sponsor dell’evento etc..

Nell’insieme le due mostre possono essere percepite come una positiva riflessione sull’attuale realtà artistica contemporanea, che manifesta un forte bisogno di rinnovamento, consapevole che solo sviluppando nuove trasformazioni si saprà essere parte attiva nel presente dinamico.