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08/04/10

Londra, Tate to Tate



Dopo aver visitato la Tate Britan ho preso il battello e attraversando dolcemente il Tamigi sono arrivo fino alla Tate Modern.. Qui inizio questa volta a visitarla dall’ultimo piano, da dove si gode una stupenda panoramica sul fiume e sulla chiesa di St. Paul. Nel popolare ristorante, sulla grande parete a ovest è proposta una lunga opera di James Aldridge “Cold Mouth Prayer”. L’artista ha ideato questo dipinto panoramico, appositamente commissionata per il ristorante della Tate Modern. Influenzato dalla pittura di paesaggio del Rinascimento e del XIX secolo francese, l'artista esplora il suo interesse per il mondo naturale così come le idee e le immagini circostanti elaborano un lirismo floreale immerso in un contemporaneo fatto di musica heavy metal che in certe parti risulta quasi lugubre. Interessante ricordare che quest’opera è stata commissionata da Dasha e William Shenkman in memoria della loro madre, Belle Shenkman (1928-1995), un valido modo d’interazione fra energie private e sistema pubblico, da prendere come spunto per molte iniziative nel nostro paese.
Molto bella al piano inferiore la mostra dedicata ad Arshile Gorky, che durerà fino al 3 Maggio 2010. L’esposizione celebra la straordinaria vita e opera di quest’artista di origini armene, il suo vero nome era Manoug Adoian, scampato al massacro d’inizio secolo in terra turca. Gorky è stato uno dei più grandi pittori americani dell’espressionismo astratto. La mostra propone una vasta serie di quadri e disegni che attraversano tutta la sua vita, dai primi periodi legati alle influenze di Picasso e Cezanne, forse la parte più noiosa della mostra, per poi seguire le fantasie di Mirò e giungere alla fine, attraversando un’idea personale del surrealismo e giungendo a un astrattismo, che in lui si manifesta in modo intimo e personale. L’evento è accompagnato da un interessante supporto didattico che aiuta a penetrare la vita difficile e intesa di questo grande personaggio dell’arte.
Altro grande artista e personaggio poliedrico è Theo Van Doesburg cui la Tate Modern dedica una mostra, la prima così completa nel Regno Unito, che racconta della sua vita e dell’International Avant-Garde di cui egli fu artefice e grande promotore. Attraverso oltre 350 oggetti si percorre la storia di questo stile che nato in Olanda si è diffuso e ha influenzato tutta l’Europa. L’esposizione crea un’interessante correlazione fra le arti figurative e l’architettura, con un apparato documentativo vastissimo, con quadri, libri, film, sculture, modelli e i pezzi di arredamento.
Al secondo livello un’esposizione dei recenti lavori di Michael Rakowitz, fino al 3 Maggio, legati dal particolare tema della guerra del Golfo interpretata fra archeologico e futurismo, un’istrionica Julie Verne dei nostri tempi.
Al piano terra era ancora possibile, fino al 5 Aprile, visitare il progetto dell’Unilever Series, realizzato da Miroslaw Balka, uno spazio oscuro e inquietante, di cui avevo già parlato l’autunno scorso quando ero venuto per Frieze.