Yvonne Rainer: Words, Dances, Films presenta nella Sala delle Ciminiere del museo film realizzati dall’autrice tra il 1972 e il 1996, recentemente restaurati dal MoMA – Modern Art Museum di New York. Parallelamente, approfondisce le sperimentazioni video che precedono i lungometraggi e la scrittura teorica e poetica dell’autrice. Un'area d’archivio ricostruisce cronologicamente la rivoluzione di Rainer nel mondo della danza newyorkese con fotografie, taccuini, manifesti e documenti provenienti dal Getty Research Institute di Los Angeles.
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31/08/23
Yvonne Rainer al MamBo
Yvonne Rainer: Words, Dances, Films presenta nella Sala delle Ciminiere del museo film realizzati dall’autrice tra il 1972 e il 1996, recentemente restaurati dal MoMA – Modern Art Museum di New York. Parallelamente, approfondisce le sperimentazioni video che precedono i lungometraggi e la scrittura teorica e poetica dell’autrice. Un'area d’archivio ricostruisce cronologicamente la rivoluzione di Rainer nel mondo della danza newyorkese con fotografie, taccuini, manifesti e documenti provenienti dal Getty Research Institute di Los Angeles.
30/08/23
Conversazione fra Jenny Saville e Martin Gayford
La galleria Gagosian ha ospitato una conversazione tra Jenny Saville e Martin Gayford, critico d'arte e autore, in concomitanza con la mostra "Friends and Relations: Lucian Freud, Francis Bacon, Frank Auerbach, Michael Andrews" presso la sede Gagosian, Grosvenor Hill, Londra.
29/08/23
Vivian Suter al GAMeC di Bergamo
Home è il titolo della prima mostra personale in un museo italiano di Vivian Suter (Buenos Aires, 1949), a cura di Lorenzo Giusti.
Parte del palinsesto di eventi di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura, l’esposizione raccoglie quasi 200 tele realizzate dall’artista nel corso di fasi diverse della propria produzione.
Figlia dell’artista di origini austriache Elisabeth Wild (1922-2020) e di un industriale svizzero emigrato in Argentina, Vivian Suter ha vissuto per lungo tempo ai margini del sistema dell’arte, finché, in tempi recenti, il suo lavoro non è stato riscoperto, al punto da affermarsi come uno dei contributi più significativi e originali alla storia della pittura degli ultimi quarant’anni.
Formatasi all’Accademia di Belle Arti di Basilea, dagli inizi degli anni Ottanta, in seguito a un lungo viaggio nel Sud del mondo, Suter si è stabilita in Guatemala, sulle rive del lago Atitlán. Da allora il suo lavoro si è sviluppato attraverso uno scambio sempre più stretto con gli elementi dello straordinario contesto naturale e antropologico in cui la sua casa-studio di Panajachel si inserisce, tra comunità indigene, foreste pluviali e cime vulcaniche.
Aperte alle infinite possibilità del caso, le tele di Vivian Suter – sporcate dal vento, dalla pioggia, dal fango o dai piccoli organismi del bosco – raccontano l’intimo legame che le tiene unite alle forze vitali dell’ambiente da cui scaturiscono. La natura interviene come coautrice delle sue opere, che si presentano come un innesto spontaneo di forme e colori che richiamano il groviglio di luci della foresta, così come gli scorci di paesaggio inquadrati dalle finestre della sua abitazione, in un continuo rimando tra interno ed esterno.
La mostra alla GAMeC restituisce la dimensione visiva di questo connubio straordinario, la densità del sistema integrato di piante, persone, animali e relazioni alla base del lavoro di Vivian Suter. Una dimensione in cui arte e natura si innestano l’una nell’altra, senza soluzione di continuità.
Al centro dello spazio espositivo, una struttura in legno evoca questa dimensione domestica, mentre le tele a essa sostenute, insieme a quelle distribuite sulle pareti della grande sala che le ospita – dipinte con gli stessi colori rosso porpora e verde acquamarina della casa dell’artista – simulano l’intreccio di forme, luci e colori caratteristica dell’ambiente in cui i lavori nascono e si trasformano.
Intimamente legate l’una all’altra, le tele di Vivian Suter costituiscono un ecosistema evocativo di esperienze climatiche, sensoriali ed emotive. Distribuite in modo libero nello spazio, le opere selezionate per la mostra di Bergamo rendono conto dei diversi motivi pittorici sviluppati dall’artista nel corso degli ultimi anni. Quelle che a noi appaiono come forme astratte, come segni grafici colorati, sono per Vivian Suter elementi concreti del proprio quotidiano. Sono tronchi, rami, foglie e pietre del proprio giardino. Sono scorci aperti sul paesaggio attorno alla sua casa di Panajachel.
In concomitanza con l’apertura della personale Vivian Suter. A Stone in the Lake alla Secession di Vienna (28 aprile-18 giugno 2023) – promossa dal Consiglio di Secession e a cura di Jeanette Pacher – sarà presentata una pubblicazione monografica co-prodotta da GAMeC e Secession, con testi di Lorenzo Giusti, Jeanette Pacher, Dieter Roelstraete e Vivian Suter.
La struttura in legno parte dell’allestimento alla GAMeC è progettata e realizzata da Marlegno, azienda italiana leader nella costruzione in legno di abitazioni sostenibili guidate dai principi dell’economia circolare.
L’esposizione è inoltre sostenuta da Fondazione Credito Bergamasco e, attraverso il Comitato Bergamo Brescia 2023, da Intesa Sanpaolo e Brembo.
28/08/23
Keita Miyazaki da Rosenfeld
Keita Miyazaki's major catalyst in his artist’s artistic life was being a first-hand witness at the tsunami which devastated parts of his country in 2011. Seeing the total destruction of so many elements of the industrial world on which we depend for so much of our highly developed existence was a highly significant moment for him it crystallised the enormous faith in which western societies had based their progress and wealth. This made him question the very basis on which Western societies measure their progress. The artist was determined to take an element of this, in his eyes, now obsolete world and give it a renaissance in a radically different guise. That element was the components of the car engine which, drawing on his expertise as a metal welder, enabled him to combine different parts in exotic new and unsuspecting shapes to which he combined richly coloured origami inspired works made with Japanese paper.
27/08/23
Helena Hladilová alla Pinacoteca G.A. Levis di Chiomonte
La Pinacoteca G.A. Levis di Chiomonte, ospita fino al 24 Settembre la mostra personale dell’artista Helena Hladilová, La Montagna che vide l’elefante, a cura di ARTECO e CRIPTA747.
Il progetto è risultato vincitore del “PAC 2021 - Piano per l’Arte Contemporanea”, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, e si inserisce in un programma di residenze d'artista seguite dalla Pinacoteca G.A. Levis di Chiomonte. L’obiettivo è ospitare artiste e artisti contemporanei, coinvolgendoli nella rilettura delle opere del paesaggista Giuseppe Augusto Levis – attivo durante i primi vent’anni del Novecento – e in un confronto con il territorio della Val di Susa: la sua natura, le sue tradizioni e le sue comunità, al fine di incrementare le collezioni civiche con un nucleo di opere d’arte contemporanea.
Sul finire del 2022, l’artista Helena Hladilová è stata invitata in una research-based residency per realizzare un progetto dedicato al contesto valsusino. Interessata al mondo dell’artigianato, dalle tecniche di tessitura fino alla lavorazione della pietra locale, Hladilová si è confrontata con le tradizioni folkloristiche, fatte non solo di usi e costumi propri degli oggetti d’artigianato, ma di narrazioni immateriali che tramandano leggende e mitologie. Le montagne che circondano la Val di Susa, ricche di storia, in quanto significativo luogo di transito per popoli e merci, hanno portato l’artista a seguire le orme degli elefanti che accompagnarono il generale cartaginese Annibale quando valicò le Alpi nel 218 a.C. circa, passando - secondo alcuni studiosi - dal Col Clapier, nei pressi del Moncenisio. Le tracce di questa traversata, testimonianza di un fatto storico, diventano il filo conduttore della mostra, dove cultura materiale, memoria locale e immaginari lontani si fondono.
Nelle sculture di Hladilová vengono messe in relazione specificità geografiche diverse, grazie alla giustapposizione di pietre locali e non, come la Luserna con il Thala beige della Tunisia, i graniti Silani con il Gris de Savoie, portando così alla luce tracce tangibili di un lungo viaggio, che dal Nord Africa porta all’Italia, passando per la penisola iberica e la Francia. Come le impronte degli elefanti lasciate sul cammino si ripetono tra loro, simili ma mai del tutto uguali, così, all’interno del percorso di mostra, la serialità tipica della lavorazione industriale viene messa in discussione dalla riscoperta di tecniche di artigianato antiche e radicate nel territorio, mentre il tangibile della macchina e del progresso si confronta con l’evanescenza di una tradizione che viene tramandata oralmente e ripetuta nei gesti.
Il progetto espositivo di Helena Hladilová entra, così, in dialogo con le opere della Pinacoteca G.A. Levis, sita nel cinquecentesco palazzo già Paleologo di Chiomonte, che conserva un prezioso nucleo di dipinti realizzati dall’artista chiomontino durante i primi vent’anni del Novecento, oltre alla neonata Collezione Etnografica. La Pinacoteca G.A. Levis ha riaperto al pubblico a maggio 2021, con una veste totalmente rinnovata, grazie al sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando “Luoghi della Cultura”.
Completa la proposta espositiva un calendario di attività educative per tutti i pubblici, in modo da offrire ai visitatori la più ricca esperienza di visita possibile. Oltre al coinvolgimento delle scuole del territorio, in collaborazione con associazioni locali, si propone un ricco programma di percorsi tematici guidati e attività dedicate alle famiglie. Si consiglia di seguire i canali social della Pinacoteca G.A. Levis, sempre aggiornati, anche in merito al public program allegato.
Helena Hladlová (Kroměříž, Repubblica Ceca, 1983). Studia alla Facoltà di Belle Arti alla VUT University a Brno; all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano e all’Accademia di Belle Arti di Carrara. Nel 2008 è co-fondatrice dell’artist-run-space GUM Studio.
Interessata da sempre a forme naturali utilizzate sin dall’antichità come primarie fonti di sostentamento, la sua ricerca si sviluppa tra l’apprendimento e l’applicazione dei processi artigianali di lavorazione, che cambiano forma ed uso rispetto al contesto di appartenenza, e sull’indagine delle narrazioni tra mitologia e cultura popolare, proprie di ogni comunità. Ha esposto in importanti istituzioni e gallerie nazionali e internazionali tra cui: National Gallery, Praga; MACRO, Roma; GAM, Torino; Centro Luigi Pecci per l’Arte Contemporanea, Prato; American Academy, Roma; MAXXI, Roma; Nomas Foundation, Roma; Fondazione Pastificio Cerere, Roma; Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia; Fondazione Antonio Ratti, Como; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; Polansky Gallery, Praga; L’Ascensore, Palermo; 0smička, Humpolec; Kleine Humboldt galerie, Berlino; SVIT, Praga; Treti Galaxie, Milano; Fanta Spazio, Milano.
Nel 2012 partecipa a Go West! - III Biennale Internazionale di Mosca per la Giovane Arte, Muzeon Art Park, Mosca. Nel 2013 partecipa alla 6a Biennale di Praga e la sua galleria è SpazioA di Pistoia.
Pinacoteca G.A. Levis Il museo nasce a seguito del lascito testamentario del pittore Giuseppe Augusto Levis al Comune di Chiomonte di un’ampia selezione delle sue opere destinandola a scopi educativi e sociali. Dal 1974 quattro sale dello storico Palazzo di famiglia Levis, sono adibite a sede espositiva e, con aperture variabili, gli spazi della Pinacoteca vengono riqualificati intorno all’inizio degli anni Novanta e aperti al pubblico regolarmente dal 2008 sotto la direzione di Paolo Nesta. Dal 2020 la curatela della Pinacoteca è affidata a Ersilia Rossini e Beatrice Zanelli di ARTECO, associazione che dal 2010 opera nel campo della formazione, della ricerca e della valorizzazione artistica, rivolgendosi soprattutto alle nuove generazioni. Inserita in un territorio denso di storia, la Pinacoteca G. A. Levis si trova nel cuore di Chiomonte, tra l’Alta e la Bassa Valle di Susa, già territorio di transito per i pellegrini che percorrevano la Via Francigena, attraversata nei secoli da mercanti, soldati ed artisti. Con le sue attività, la Pinacoteca G.A. Levis vuole riaffermare il ruolo centrale e inclusivo delle istituzioni culturali e, nell’impossibilità momentanea di grandi spostamenti, ci invita a riprendere contatto con il patrimonio storico-artistico e paesaggistico che ci circonda, ponendosi come nodo strategico di circuiti di attrazione turistica tra memoria, tradizione, enogastronomia e attività in montagna. La collaborazione con CRIPTA747, in qualità di comitato scientifico per la selezione di artiste e artisti da coinvolgere per l’incremento delle collezioni di arte contemporanea, prende avvio nel 2022.
26/08/23
Beatrice Meoni da Cardelli & Fontana
25/08/23
Nicholas Galanin per Paf di New York
Per Public Art Fund di New York Nicholas Galanin ha creato un'opera con lo stesso tubo d'acciaio utilizzato per costruire il muro di confine tra Stati Uniti e Messico, riecheggiando anche la sua altezza di 30 piedi. Il metallo è stato tagliato e riassemblato per precisare LAND in un formato che ricorda la scultura di Robert Indiana del 1966, LOVE . La piastra anti-arrampicata vista in cima al muro di confine appare qui sulle lettere superiori e il testo si ripete in quattro strati per creare una struttura dinamica e aperta. Man mano che il nostro punto di vista cambia, il testo si sposta tra leggibilità e astrazione.
Galanin è un membro della tribù Sitka dell'Alaska (nato nel 1979 a Sitka; Lingít e Unanga x̂). In quanto indigeno, pratica la sussistenza nella sua terra natale. Per lui, il libero movimento della vita è essenziale e tutta la vita è profondamente connessa alla Terra. Galanin adatta aspetti della pop art e del minimalismo, come la ripetizione, il testo e la produzione industriale per protestare contro i sistemi oppressivi di divisione e controllo. Il titolo, In ogni lingua c'è terra / En cada lengua hay una Tierra,combina inglese e spagnolo, due lingue imposte in Nord America sin dalla colonizzazione. Il lavoro ci ricorda che i popoli indigeni persistono e permeano i confini nonostante la rimozione forzata di diritti, lingue e accesso alla terra e all'acqua. Per Galanin, "le barriere alla terra riflettono direttamente le barriere all'amore, l'amore per la terra, per la comunità e per le generazioni future".
24/08/23
Arte nelle vette tibetane
23/08/23
Tomás Saraceno alla Serpentine
La Serpentine gallery di Londra ospita l'artista Tomás Saraceno, il cui lavoro abbraccia l'interdisciplinarietà e l'interconnessione tra gli ecosistemi. La prima mostra personale di Saraceno nel Regno Unito invita i partecipanti a considerare diverse forme di conoscenza e prospettive non umane attraverso una serie di opere d'arte, suggerimenti ed esperienze che si estendono oltre le mura di Serpentine South, nei Royal Parks e oltre.
La mostra attinge alla continua ricerca dell'artista sui ragni come fonte di ispirazione. La straordinaria architettura delle loro reti e dei loro comportamenti ci intrappola in varie percezioni culturali, miti e relazioni. I visitatori di Serpentine South possono accedere a nggamdu.org , un portale web per un antico rituale di divinazione dei ragni che l'indovino locale Bollo Pierre Tadios ha chiesto a Saraceno di costruire quando ha visitato Somié, in Camerun nel 2019. Questo progetto in corso è stato sviluppato in collaborazione con Arachnophilia , una comunità interdisciplinare e orientata alla ricerca di umani, ragni e le loro ragnatele, iniziata da Saraceno.
Attraverso i Kensington Gardens, i visitatori possono incontrare sculture interattive che coinvolgono le numerose specie del parco, tra cui uccelli, insetti, volpi e anatre. Anche l'infrastruttura di Serpentine South si sposta per riconoscere e accogliere animali, piante e esseri umani di tutte le età: attrezzature, altezza dell'installazione, porte e tutte le opere d'arte vengono modificate per incoraggiare ulteriormente il movimento degli organismi viventi e dell'aria.
Attraverso Web(s) of Life , i visitatori sono invitati a considerare gli effetti distanti delle azioni locali, delle interazioni digitali e del capitalismo dei consumi, mentre Saraceno ci chiede di guardare verso modi futuri di vivere insieme.
22/08/23
Okoyomon da Sant’Andrea de Scaphis
La visione di Precious Okoyomon, proposta da Sant’Andrea de Scaphis è ambigua, fuorviante, una natura che agisce su tanti nostri luoghi comuni ma che li supera. Ecco, il fiore, viene sollevata un'immagine carica di associazioni di purezza, bellezza, fertilità e innocenza il suo fardello simbolico, diventando solo se stesso: tenace, virulento e formidabile.
Intitolato The Sky Is Always Black, Fort Mose (2022), il progetto fa riferimento a un insediamento del XVIII secolo di neri precedentemente ridotti in schiavitù che fuggirono dall'America.
21/08/23
Prossimamente TAG - Torino Art Galleries
Arrivano diverse novità da TAG - Torino Art Galleries, c'è una nuova presidenza, si tratta di Elisabetta Chiono della galleria d’arte Chiono Reisov à Art Gallery.
Anche il Direttivo di TAG si rinnova con l’ingresso dei nuovi associati, Umberto Benappi, dell’omonima galleria, ed Emanuela Romano con Valentina Bonomonte di A Pick Gallery, che vanno ad unirsi ai due vice presidenti Valerio Tazzetti di Photo&Contemporary e Pietro Gagliardi di Gagliardi e Dome “ Sono felice - dichiara il presidente uscente Alberto Peola - di passare il testimone alla collega Elisabetta Chiono, da poco entrata in TAG con altre giovani galleriste e galleristi torinesi. Questi sono i segnali evidenti di come TAG sappia evolversi in continuazione e dopo quasi 25 anni di attivit à confermare la qualità delle sue proposte e dei suoi associati. Ed è per queste capacit à che l’attivit à di TAG è stata riconosciuta e supportata da istituzioni importanti, prima fra tutte la Fondazione per l'Arte Moderna e Contemporanea CRT, unico ente sostenitore sin dalla prima edizione. Dopo anni difficili, tutta TAG sta lavorando per aumentare ulteriormente il proprio ruolo culturale in città ed Elisabetta Chiono, con la collaborazione del nuovo consiglio direttivo, saprà guidarne proficuamente lo sviluppo nei prossimi anni”.
Nata nel 1985 a Torino, dove vive e lavora, Elisabetta Chiono ha conseguito il titolo di avvocato presso il Foro di Torino dopo una laurea nell’ambito del diritto dei beni culturali.
Successivamente ha frequentato un Master full time in Management dell’arte presso la scuola di Management del Sole24ore di Milano. Ha lavorato presso uno studio torinese specializzato in fiscalità e diritto dell’arte e poi come assistente di galleria della sede milanese di Robilant+Voena.
Da due anni collabora con Exibart. La sua Galleria CRAG (Chiono Reisov à Art Gallery) è stata fondata nel 2016 da lei e dalla madre Karin Reisov à , con la quale condivide la ricerca artistica della galleria, in particolare di artisti emergenti, e la passione per un lavoro iniziato come attività no profit fondando l’Associazione Culturale Areacreativa42.
“Essere stata nominata Presidente della Associazione TAG - sostiene Elisabetta Chiono - è per me un privilegio sotto molti punti di vista, soprattutto a seguito della presidenza di Alberto Peola. TAG è una realt à che sta per compiere il suo 25mo anno e che conta di un importante bagaglio storico in una citt à nella quale l’arte ha sempre rappresentato un punto focale. Il mio obiettivo principale sar à lavorare in questi 3 anni in stretto contatto con il direttivo di TAG e con le gallerie associate per ricambiare la loro fiducia e porre le basi per potenziare la rete con il territorio, le istituzioni, i collezionisti e gli appassionati in questo complesso ed imprevedibile momento storico. Sono molte le novità che coinvolgeranno la nostra città , tra le quali la grande notizia del Festival di Fotografia. Le gallerie d’arte non sono da considerare solo attività commerciali, ma anche (ed è evidente durante il periodo di Artissima quale esempio più immediato) fonte di cultura, turismo, movimento, condivisione, partecipazione a qualsiasi livello, aspetti che non possono essere ritenuti di relativa importanza. Lavorerò affinché anche queste riflessioni siano la nostra guida, con grande entusiasmo e dedizione”.
Secondo Comunicato Stampa TAG - Torino Art Galleries
TAG OUVERTURE #14
GIOVEDì 14 SETTEMBRE 2022 ore 18,00 - 23,00
TORINO 4 Agosto 2023
L ’ Associazione TAG - Torino Art Galleries è lieta di annunciare la nuova edizione di TAG OUVERTURE #14 che si terrà presso le gallerie associate di Torino giovedì 14 Settembre 2023 dalle ore 18 alle ore 23.
Il programma prevede l’inaugurazione della nuova stagione espositiva 2023-24, con l’apertura coordinata e prolungata in orario serale delle mostre delle gallerie associate di TAG – Torino Art Galleries.
TAG OUVERTURE #14 è realizzata grazie al sostegno della Fondazione per l'Arte Moderna e Contemporanea CRT. La manifestazione è giunta alla sua quattordicesima edizione e si annuncia come un evento importante per la città con mostre di artisti emergenti e affermati, italiani e internazionali. “Dopo la pausa estiva, l’evento TAG OUVERTURE - sostiene la neo presidente Elisabetta Chiono - è l’occasione per presentare al pubblico le mostre delle gallerie associate in un percorso dislocato nella città, con fulcro l’arte contemporanea tra ricerca e sperimentazione, artisti già noti e nuove proposte”.
TAG conferma il proprio ruolo di associazione culturale capace di organizzare eventi artistici di richiamo in città. Con questa nuova edizione, le gallerie di TAG danno il benvenuto al pubblico che nella sera di giovedì potrà visitare liberamente le mostre.
Fondata nel 2000, l’Associazione TAG – Torino Art Galleries – riunisce 17 gallerie d’arte torinesi. L’Associazione ha per scopo la promozione e la diffusione dell’arte contemporanea, come elemento di crescita culturale del territorio e della comunità locale, favorendo lo sviluppo di una sensibilità artistica attraverso l’incontro delle arti plastiche e figurative con il pubblico, gli appassionati e le nuove generazioni. Si pone come soggetto di riferimento per gli Enti Locali, collaborando alle loro iniziative e al tempo stesso ideando e realizzando diversi progetti e attività specifiche ed autonome, tra i quali si ricordano: “ManifesTO” (in collaborazione con il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea e l’Assessorato alla Cultura della Città di Torino), “Outlook”, e le differenti edizioni di “TAG Ouverture” e delle “Notti delle gallerie TAG”, realizzate grazie al sostegno della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT (e della Camera di Commercio di Torino).
TAG OUVERTURE #14 è realizzata grazie al sostegno di: Fondazione per l'Arte Moderna e Contemporanea CRT, unico ente sostenitore sin dalla prima edizione.
Lista delle Gallerie TAG
Galleria Giorgio Persano, Galleria Franco Noero, Galleria Peola Simondi, Norma Mangione, Tucci Russo Chambres D’Art, Photo & Contemporary, Gagliardi e Domke, CRAG – Chiono Reisova Art Gallery, Febo&Dafne, metroquadro, A Pick Gallery, Galleria Umberto Benappi, Riccardo Costantini Contemporary, Weber & Weber, Galleria In Arco, Luce Gallery, davide -paludetto | artecontemporanea
Contatti: info@torinoartgalleries.it | www.torinoartgalleries.it
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20/08/23
Orisons di Marguerite Humeau
Black Cube è un museo d'arte sperimentale senza scopo di lucro che alimenta l'autosufficienza degli artisti e ispira le persone a scoprire e apprezzare l'arte contemporanea oltre le tradizionali pareti bianche di musei e gallerie, presenta "Orisons di Marguerite Humeau un sottile terrapieno di 160 acri che trasforma un appezzamento di terra incoltivabile nella San Luis Valley del Colorado in un luogo di rispetto, onorando la sua storia espansiva, l'ecosistema esistente e il futuro immaginabile.
L'opera è costituita dalla terra nella sua interezza, così come da una serie di ottantaquattro sculture cinetiche e interattive che invocano le storie della terra e la vasta rete di interrelazioni. Decine di sculture fischianti e ritmiche, simili a piante ispirate alla vegetazione autoctona e nomade, vengono attivate dal vento, una forza leggendaria nella valle, per evocare le energie del sito. Anche una parte del lavoro sono sculture di grandi dimensioni che si librano sul terreno e fanno riferimento visivo alle ali spiegate di Sandhill Cranes, uccelli iconici che migrano attraverso la regione, su cui i visitatori possono sdraiarsi.
Humeau è noto per la creazione di opere d'arte che formano ecosistemi semi-mitici. Nella sua pratica, resuscita poeticamente mondi estinti o dimenticati e intreccia eventi fattuali in narrazioni speculative. Per Orisons , Humeau ha rivolto la sua attenzione alla San Luis Valley, un'alta valle alpina con una ricca storia di agricoltura e sede dei più antichi diritti d'acqua continui del Colorado. Questa regione, insieme al sud-ovest degli Stati Uniti, è in mezzo a una mega siccità a causa del cambiamento climatico.
Sviluppare orazioniin risposta a queste urgenze, Humeau ha lavorato a stretto contatto con gli agricoltori di quarta generazione della San Luis Valley, Jones Farms Organics, e ha anche svolto ricerche approfondite sul sito e consultato una vasta gamma di esperti: agronomi locali, ambientalisti, storici, rifugi della fauna selvatica, ornitologi, geomanti e comunità indigene, tra gli altri.
“Volevo collaborare con tutti gli esseri viventi che vivevano lì o di passaggio. La terra è l'opera d'arte e volevo celebrarla e ogni essere su di essa, così come riconnetterla e i suoi abitanti con i loro presenti, passati e futuri. — Margherita Humeau
Orisons di Marguerite Humeau, curata e prodotta dal Black Cube Nomadic Art Museum. Orisons è reso possibile grazie al generoso supporto di Surface Horizon Ltd, Jones Farms Organics, David & Laura Merage Foundation, Etant donnés Contemporary Art, un programma di Villa Albertine, The Shifting Foundation, The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, la Ruth Foundation for the Arts, White Cube, CLEARING, Demiurge, UOVO, InCord, Jamps Studio, MKSK.