Mentre a Parigi la galleria Massimo De Carlo apre il suo nuovo spazio Pièce Unique con l'opera di Kaari Upson a Milano presso Palazzo Belgioioso sono proposti i recenti "asteroidi" di Brian Rochefort.
Galleria Massimo De Carlo Piece Unique a Parigi
CS
Massimo De Carlo presenta Perhaps An Asteroid Hit, la prima mostra personale di Brian Rochefort a Milano e la seconda dell’artista con la galleria. Brian Rochefort è uno scultore di Los Angeles che padroneggia l’arte della ceramica, materiale con il quale riesce a dare vita a sculture dalle superfici smaltate vibranti, ricche di stratificazioni, depositi di materiale, sfaccettature complesse e inaspettate. Perhaps An Asteroid Hit è l’estensione ideale di Jaguar Jaguar, la prima mostra dell’artista con la galleria, tenutasi a Londra tra novembre del 2019 e gennaio 2020. La mostra milanese si compone di una nuova serie di venti sculture - che ricordano crateri esplosivi in eruzione grazie alla densità caleidoscopica dei loro colori – da nove sculture ispirate a vasi in gres smaltato e terracotta e da un mobile in legno d’acero che custodisce trentacinque tazze variopinte.
Il lavoro di Rochefort si ispira alle bellezze naturali terrene, dai paesaggi vulcanici alle remote foreste pluviali e tropicali, passando per le barriere coralline protette. Perhaps An Asteroid Hit si sviluppa a partire dai viaggi dell’artista in aree remote del mondo, come l’Amazzonia boliviana, il Serengeti in Tanzania e la foresta pluviale del Choco in Ecuador, solo per citarne alcuni, ma sembra far riferimento anche agli ambienti caratteristici delle barriere coralline africane e delle isole Galapagos. Ricche di colore e frammentarie nella struttura della superficie e nella loro finitura, le opere di Brian Rochefort sembrano degli habitat naturali complessi, solidi eppure fragilissimi.
Galleria Massimo De Carlo a Palazzo Belgioioso
La maggior parte dei titoli delle mostre di Rochefort evocano scenari apocalittici e Perhaps An Asteroid Hit non fa eccezione, menzionando la possibilità futura che un asteroide colpisca il nostro pianeta sradicandone completamente la vita, nello stesso modo in cui si estinsero i dinosauri decine di milioni di anni fa. Le sue sculture appaiono aliene, esotiche, provenienti dallo spazio o dalle profondità dell’oceano. A prima vista, ciascuna opera spazia attraverso l’intero spettro di colori, ma a un attento esame, ogni cratere di ceramica costituisce un mondo a sé, un microcosmo in rottura, con la propria storia da raccontare. Le sculture prendono il nome dai luoghi che l’artista losangelino visita nei suoi viaggi, dai rifugi in cui ha alloggiato, o dagli uccelli e animali che ha scoperto e osservato come per esempio Supervolcano, White Dwarf, Stellar Gem, Loutron, e così via.
I pezzi di argilla cruda vengono rotti, ricomposti con aggiunta di materiale, e in seguito cotti in ogni strato di smalto per produrre masse e crateri traboccanti di colore. Le superfici delle sculture sono una miscela di grumi ruvidi e irregolari, rigurgitano materiale liscio e magmatico, sospeso in posizione a seguito della cottura in forno. Elementi solidi e vibranti scorrono su gradienti precedentemente posati, mentre le superfici screpolate si compongono di frammenti di vetro dipinto che emergono da schizzi traslucidi. Sulla base di ogni scultura si trovano smalti e vetro fuso, che imitano la bellezza naturale delle grotte e di altri fenomeni naturali.
La serie Paint Can si basa sui famosi scatti dello studio di Francis Bacon in completo disordine, in cui i suoi pennelli e i suoi barattoli di vernice sono ammucchiati al centro della stanza. La superficie di ogni cilindro di Rochefort fa riferimento a pittori astratti a cui l’artista guarda con ammirazione come Joan Mitchell, Albert Oehlen e Willem de Kooning. Fin dalla notte dei tempi il vaso è stato decorato con scene dalla vita quotidiana, processioni, animali, elementi che ne esaltano la funzione, simboli che li legano a chi li ha creati; i vasi di Rochefort raccolgono l’ispirazione degli artisti a cui sono dedicati proseguendo e reinventando la tradizione classica della ceramica.
Dinanzi alle opere di Rochefort, lo spettatore è capace di sperimentare lo straordinario, sia esso proveniente dal futuro o dal passato. L’artista è in grado di dare vita a sculture che appaiono caotiche e danneggiate, e che tuttavia mantengono un profondo controllo e una bellezza giocosa, con colori vibranti e trame che ricordano Franz West e Willem de Kooning. Attraverso rigorose indagini sul processo e sul materiale, il lavoro di Rochefort manifesta un grande livello di competenza nella produzione della ceramica e un senso del colore maturo, resiste ai confini formali e tecnici della ceramica legati alla tradizione e esplora nuovi territori di libertà, invenzione e gioco.