Esserci
o non esserci, fare l’artista o aspirare a farlo per non farsi coinvolgere
troppo?
Nelle
antiche stanze della Fondazione Carriero di Milano, Giulio Paolini continua a
cercarsi.
Come
ogni essere umano sa di non esistere ma tenta di capire che cosa è questa
percezione temporanea.
Ricerca
che fa con pochi strumenti ma tanta memoria.
Ricordi
e manufatti umani così deboli ma presenti.
Tracce
di elementi primordiali, poco alterati nella loro giù forte ispirazione,
assemblaggi potenziali, sviluppi che possono portarci ovunque ma anche
lasciarsi godere nelle loro artificiosità.