Mercoledì
30 Gennaio si inaugura l’iniziativa “10 Luoghi per 10 Progetti” presso la
Farmacia Fondazione Wurmkos onlus in via Puccini, 60 a Sesto San Giovanni con
la mostra "La terra è bassa".
Il
progetto curato da Alessandra Pioselli vede il positivo coinvolgimento di una
gruppo di realtà artistiche italiane: @A Cielo Aperto (@vincenzo De Luca Onlus
Latronico, Basilicata), @Aperto_art on the border (Distretto Culturale Valle
Camonica, Lombardia), Cantieri d'Arte / La ville ouverte (Viterbo, Lazio), Case
Sparse / Tra l'Etere e la Terra (Malonno, Lombardia), Progetto Diogene (Torino,
Piemonte), Guilmi Art Project (Guilmi, Abruzzo),Giuseppefraugallery (Gonnesa,
Sardegna), Kaninchenhaus (Torino, Piemonte), Ramdom (Gagliano del Capo,
Puglia), Viaindustriae (Foligno, Umbria).
CS
La
mostra "La terra è bassa" è il frutto di una ricerca che,
rilanciando il tema del convegno Abitare l’arte. Incontro nazionale di
residenze d’artista (Breno, 2017), pone in dialogo dieci “progetti
territoriali” accomunati dall’intento di sostenere pratiche artistiche che si
sviluppano in contesti territoriali specifici, agendo mutuamente con le realtà
sociali e culturali che li qualificano.
La
mostra La terra è bassa è il frutto di una ricerca che, rilanciando il tema del
convegno Abitare l’arte. Incontro nazionale di residenze d’artista (Breno,
2017), pone in dialogo dieci “progetti territoriali” accomunati dall’intento di
sostenere pratiche artistiche che si sviluppano in contesti territoriali
specifici, agendo mutuamente con le realtà sociali e culturali che li
qualificano.
Come
afferma un detto contadino, la terra è bassa perché bisogna chinare la schiena
per coltivarla, ed è un lavoro faticoso, lento, attento. All’interno di una
cornice di corrispondenze internazionali, questi progetti piegano lo sguardo su
situazioni territoriali e contestuali circostanziate, con un approccio
temporale esteso e di accurata premura che il verbo latino colĕre nelle sue
accezioni incarna nell’atto del coltivare/curare/abitare.
Fondati
da circa la metà degli anni duemila in avanti da gruppi di artisti, curatori,
cittadini o promossi da enti pubblici, questi progetti stabiliscono articolati
nessi con i territori e le comunità in trasformazione, decifrandone la storia,
la materialità, gli aspetti ambientali, antropologici, simbolici, le identità
composite. Queste esperienze sondano i modi e gli esiti della progettualità
artistica nell’innescare possibili percorsi di senso che pongono domande su chi
abita oggi il territorio, sulle forme di socialità, sulle prospettive di
sviluppo locale, di cura e d’interpretazione.
un lavoro particolarmente significativo per
l’Italia, perché diventa interprete della frammentazione e della diversità
antropologica del paese, tangendo inevitabilmente una sfera di questioni
cruciali, dall’abbandono dei piccoli centri delle aree interne del paese, alle
trasformazioni economiche e sociali delle aree metropolitane, alla gestione del
paesaggio, alla riflessione sui beni comuni che inscrive nel suo orizzonte la
nozione di territorio, trovando nel dettato costituzionale il suo fondamento.
La
ricognizione in mostra prova a tracciare le riflessioni, gli obiettivi, i
metodi plurali di queste pratiche, visualizzando le vicinanze e le differenze,
le ricorrenze e le distanze tra i progetti, attraverso una mappa concettuale
che dà forma all'allestimento e materiali di documentazione, testi, fotografie,
video, pubblicazioni, comunicati, multipli e opere.
Si
evidenzia una trama di modi lavorare ricca di sfumature, che rivela la capacità
di coinvolgimento
di
un’ampia sfera di attori territoriali, extra-territoriali e internazionali,
attraverso mostre, progetti, residenze, pubblicazioni, archivi, conferenze,
progetti educativi, laboratori, attivazione di microeconomie, musei diffusi.
L’intento
della mostra è quello di stimolare una riflessione su queste pratiche, su come
operano in concreto, sugli approcci processuali e teorici degli artisti e sulle
necessità culturali che manifestano, anche in relazione alla riflessione sul
proprio ruolo.