Translate

05/04/15

La città possibile



Da alcuni giorni presso  la nuova Cittadella della Giustizia a Venezia è visibile visionare un'opera permanente degli artisti Botto e Bruno ‘La città possibile’.

Si tratta di un recupera dell’edificio in disuso del Tabacchificio che è stato integrato con nuovi volumi. Grazie alla legge 29.7.1949 n. 717 si prevede un' intervento pubblico per abbellire mediante opere d’arte l'edificio.

La scelta degli artisti è avvenuta mediante procedura concorsuale a evidenza pubblica, con la quale sono stati selezionati otto artisti sulla base di curricula. Gli artisti selezionati hanno presentato i bozzetti; una Commissione giudicatrice presieduta da Marco De Michelis e costituita da Carlos Basualdo, Piero Mainardis, Giandomenico Romanelli, Ettore Merkel, Giovanni Massagli, Michelangelo Pistoletto, Angela Vettese, Carlo Cappai, Margherita Guccione ha riconosciuto vincitori gli artisti Botto e Bruno. Il progetto è stato coordinato dall'arch. Franco Gazzarri della Direzione Lavori Pubblici del Comune di Venezia, in stretto collegamento con i tecnici che seguono l'intervento e con i rappresentanti delle Magistrature ospitate nella nuova sede.

Il progetto nasce dalla riflessione degli artisti sulla realtà e su come sia necessario a volte reinventarla per ottenere dei punti di vista differenti, angolazioni inusuali.

Per Botto e Bruno progettare un lavoro pubblico vuole dire pensare a un’ opera imponente ma non invasiva, a un intervento che non occupi spazio fisico, che non abbia ingombro. Gli artisti hanno ricreato per Venezia un nuovo landscape, ritagliando e affiancando edifici dalla linea aspra, modernista e senza ornamento: gli edifici, che nella realtà si trovavano distanti tra loro, in diversi luoghi urbani, sono stati riposizionati, manualmente con la tecnica del collage, in un'unica grande immagine fotografica di circa 24 metri per 2 e 1/2.

Essi sono partiti da un’architettura, da un cielo, da un terreno e poi, a poco a poco, hanno ricomposto il paesaggio seguendo la sensazione che avevano provato in quei luoghi marginali.

La natura in questi spazi prende il sopravvento: forse si può parlare di una sorta di post-natura, ma comunque sia la vegetazione si rimpossessa degli spazi, li avvolge con un verde brillante, diventa la reale protagonista.
Nonostante tutte le violenze inflitte al paesaggio, Botto e Bruno vedono una ribellione di quest’ultimo, che reagisce attraverso un atto di vita, positivo, facendo germogliare piante dal cemento, sfondando capannoni con la forza delle radici, avvolgendo con l’energia della natura i luoghi feriti.





Botto e Bruno vivono e lavorano a Torino.

Hanno partecipato a numerose rassegne internazionali tra le quali nel 2000 al Palazzo delle Esposizioni a Roma con la personale Under my red sky.
Nel 2001 sono presenti alla 49° Biennale di Venezia curata da Harald Szeemann con il progetto House where  nobody lives.
Nel 2002 sono invitati alla Biennale internazionale di Busan in Corea e nel 2003 al Mamco di Ginevra con una mostra monografica.
Nel 2004 sono chiamati a fare un progetto site specific alla Caixa forum di Barcellona e una personale al Mamac di Nizza.
Nel 2005 realizzano i costumi e l’arredo scenico per il Don Giovanni di Mozart al Teatro Carlo Felice di Genova con la regia di Davide Livermore.
Nel 2006 progettano un lavoro permanente per la stazione di piazzale Augusto a Napoli.
Nel 2007 realizzano un progetto negli spazi del Centro per l’Arte contemporanea Luigi Pecci di Prato.
Nel 2008 presentano una nuova installazione per Le Printemps de septembre a Toulouse curata da Christian Bernard.
Nel 2009 partecipano a una collettiva allo IAC di Villeurbanne, a Lione e alla Kunsthalle di Helsinki. Realizzano le scene per lo spettacolo teatrale Quattro atti profani per il Teatro Stabile di Torino con la regia di Valter Malosti.
Nel 2010 sono invitati alla VIII Biennale di Shanghai e realizzano un’installazione pubblica permanente per la centrale Ecotermica ETS di Ivrea.
Nel 2011 sono presenti alla collettiva presso il  Parc du la Villette a Parigi.
Nel 2012 vincono il premio Madrid Photo e sono invitati dall’Istituto Italiano di Cultura di Madrid per una personale.
Nel 2013 realizzano un lavoro site specific al Pav di Torino.
Nel 2014 realizzano un'installazione permanente alla Galleria Nazionale d’arte Moderna di Roma.
Hanno allestito mostre personali nelle gallerie Alberto Peola a Torino, Alfonso Artiaco a Napoli, S.A.L.E.S. a Roma, Oliva Arauna a Madrid, Magda Danysz a Parigi, Laure Genillard a Londra.