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25/10/10

Modernikon - ikoni




In anticipo sul 2011, che sarà all’insegna dello scambio fra l’Italia e la Russia, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, in collaborazione con la Fondazione Victoria - The Art of being Contemporary di Mosca, ha in corso una grande esposizione dedicata all'arte contemporanea russa.

Dopo gli anni della Pereistroika che crearono una forte polarizzazione sull’arte russa, ritorna ora con più pacatezza una mostra che perlustra la variegata realtà di un paese sempre così contemporaneamente apparentemente prossimo ma realmente lontano.
Il titolo Modernikon, pare così volutamente datato fra un romantico spirito rivoluzionario e una presa di coscienza di una modernità che forse non è mai arrivata in questo mondo così feudale, costruito ancora su concetti di libertà e democrazia molto labili.

A tal motivo si nota una particolare attenzione alle singole identità che solo in qualche accenno tentano posizioni più sociali, forse segno di un ripensamento globale del sistema culturale sociale di questa nazione molto complessa.

Fra i lavori che più mi hanno interessato l’archivio di Arseny Zhilyaev che racconta di un mondo molto sommerso e che comunque tenta una sua esistenza.

L’opera Rot Front Remains che Osmolovsky crea ingigantendo il vuoto di un pugno chiuso.

L’elegante serie di video di Olga Chernsheva dal titolo Clippings in cui un dialogo fra testi ed immagini ci immerge in attimi di poetica vita.

Divertente anche se un poco banali il gruppo di pannelli di recinzioni degli orti illegali che Dmitri Gutov, posizionandoli abilmente li trasforma in disegni di Rembrandt.

In generale una piacevole mostra, che però evidenzia sempre di più come l’omologazione culturale si stia appiattendo in una forma espressiva che non distingue più le singole culture o tradizioni, portandoci in una modernità sempre più monotona.