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26/05/24

Charles Ray da Matthew Marks




 Presso la galleria Matthew Marks, nella sede in 522 West 22nd Street, sono proposte tre nuove sculture di Charles Ray, opere realizzate negli ultimi cinque anni, in cui l'artista continua la sua indagine sugli elementi fondamentali della scultura: scala, peso e mezzo.

Tutti si tolgono i pantaloni almeno una volta al giorno (2024) è una scultura alta 9 piedi di una donna che si veste. La scultura è realizzata in carta fatta a mano e si basa su un modello in scala reale originariamente realizzato in argilla. Unendo il contemporaneo e il classico, l'opera si basa sulle antiche tradizioni della statuaria.





Due ragazzi morti (2023) è scolpito da tre solidi blocchi di marmo italiano, uno per ogni figura e un terzo per la base. Raffigura due uomini nudi, appena più grandi della grandezza naturale, distesi fianco a fianco su un piedistallo rettangolare. In alcuni punti la superficie liscia della loro pelle presenta una perfezione inquietante, mentre in altri rivelano la loro corporeità intrinsecamente imperfetta. Come descrive Ray, “la finalità della morte è una finestra attraverso la quale lo spettatore può contemplare i misteri e la natura inspiegabile della nostra esistenza. La scintilla della nostra vitalità, la salute dei nostri corpi, proviene oggi dallo stesso fuoco degli antichi?





8FLU100 (2024) è una scultura di carta lunga ventiquattro pollici che rappresenta un'auto incidentata. Il titolo si riferisce alla targa dell'auto. Per realizzare la scultura, fogli di carta giapponese sono stati meticolosamente tagliati in centinaia di pezzi. Ogni pezzo viene inciso e piegato, quindi assemblato a mano per ricreare con precisione il veicolo. Come Ray ha scritto riguardo alle sue sculture di carta: “La fragilità dell'opera e il peso prossimo allo zero emergono dai disegni. Questa scultura è un disegno ma disegnato con lo spazio e il tempo.”




Charles Ray (nato nel 1953) vive e lavora a Los Angeles. Il suo lavoro è stato presentato a Documenta (1992), alla Biennale di Venezia (1993, 2003, 2013) e alla Biennale del Whitney (1989, 1993, 1995, 1997, 2010) ed è stato oggetto di numerose mostre museali tra cui il Whitney Museum. of American Art, New York (1998), il Kunstmuseum Basel (2014), l'Art Institute of Chicago (2015), il Centre Pompidou, Parigi e il Metropolitan Museum of Art, New York (entrambi 2022).