Molto interessante l'omaggio che il Dia Beacon rende all'artista Meg Webster, fra le figure più appartate ed interessanti di una Land Art ambientale, con opere che attingono all'arte minimalista e materica degli anni '60 e '70, usando materiali naturali - come terra, sabbia e sale - in ambienti chiusi dalla metà degli anni '80, modellandoli in sculture elementari e sensorialmente ricche. Il suo lavoro spazia da semplici volumi geometrici, giardini e installazioni idrauliche e di luce crescente che possono essere collocate all'interno o all'esterno della galleria.
Questa proposta del lavoro di Webster offre i suoi caratteristici lavori in terra concavi e convessi, recentemente entrati nella collezione di Dia, integrati da sculture costruite in cera d'api, muschio, sale e bastoncini. Presentati nelle gallerie adiacenti ai giardini occidentali, i materiali organici della mostra costituiscono un ecosistema in cui colore, profumo e suono entrano in dialogo con gli elementi naturali esterni.
Presentate insieme alle opere dei colleghi Michael Heizer, Donald Judd e Richard Serra, tra gli altri, le sculture di Webster apportano una prospettiva ecologica unica alle preoccupazioni formali che animano l'arte nella collezione di Dia.
Meg Webster è curata da Matilde Guidelli-Guidi, curatrice e co–responsabile del dipartimento, con Liv Cuniberti, assistente curatoriale.
Tutte le mostre al Dia sono rese possibili dall'Economou Exhibition Fund.
Meg Webster è resa possibile dal supporto principale delle Loro Eccellenze Sheikh Jassim e Sheikha Al Mayassa Al-Thani. Significativo sostegno da parte della Berkowitz Contemporary Foundation. Supporto aggiuntivo da parte di Agnes Gund, Anne Mosseri-Marlio e Reto Wey, Marsha e Jeffrey Perelman e Deedie Rose. Un ringraziamento speciale alla Paula Cooper Gallery, New York.