La sede romana della galleria Tim Van Laere presenta, fino al 27 Aprile, le opere di Jonathan Meese (nato nel 1970 a Tokyo, vive e lavora a Berlino e Ahrensburg) noto per la sua opera versatile, che comprende dipinti esuberanti, installazioni stravaganti e performance estatiche, scritti, nonché un potente corpus di sculture in vari media. Con la sua mitologia ricca e personale, piena di simboli, neologismi e metafore, l'opera multiforme dell'artista suscita fascino.
Apparentemente senza sforzo, Meese riesce a distinguersi in ogni genere con un vocabolario indipendente e unico che permette alle sue opere di emanare un'energia visiva che, secondo il curatore Robert Fleck, non ha eguali dai tempi di Picasso. Tutte le opere di Meese sono accomunate da un umorismo tendente al grottesco, nonché da una volontà creativa potente e originale. Entrambi sono guidati e sostenuti dalla lotta per una regola dell'arte, la dittatura dell'arte. Ciò che si intende qui è lo sviluppo di un nuovo ordine mondiale in cui l'arte è il potere legislativo e il libero gioco il fondamento di tutta la vita e la creazione.
Questo approccio utopico corre come un leitmotiv in tutte le sue opere e unisce le singole parti dell'opera. per formare il Jonathan Meese Gesamtkunstwerk. Non punta all’anarchia, ma piuttosto alla regola della necessità metabolica: “L’arte è gioco totale”.