Passeggiando per la collezione del Castello di Rivoli si notano una serie di fanali automobilistici che illuminano alcune aree del percorso museale, questo particolare intervento è il recente lavoro, visibile fino al 31 Agosto, di Renato Leotta, che crea un cortocircuito culturale fra visione e opera.
Un approccio particolare che attiva l'attenzione fra contenitore, contenuto e azione artistica. L'intervento, realizzato con la curatela di Marianna Vecellio, ci porta così in una stimolante percezione del vivere quotidiano e dell'opere d'arte, innestando un gioco fra che cosa è un concetto artistico e che cosa è la realtà quotidiana. Fra la storia della produzione industriale e la produzione dell'arte di questi ultimi decenni, tanto più che, essendo i fari provenire dalla produzione automobilistica, ci rimanda al recente anche passato economico della città di Torino sede di produzione anche di tante delle opere presenti nella collezione.
P.s. Il percorso può poi essere anche visto come un tracciato segreto per la ricerca degli indizi di fantomatici eventi, un invito a percepire questo storico edificio come un luogo di storie e accadimenti che i fasci di luce paiono volerci in qualche modo suggerirci.
CS
Il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea presenta l’opera di Renato Leotta (Torino, 1982) Sole, 2019. La mostra, a cura di Marianna Vecellio, è la prima mostra personale dell’artista torinese di origine siciliana in un museo pubblico.
Allestita al primo piano del Museo, Sole è un’installazione ambientale che esplora il legame tra la tradizione storica industriale del Piemonte, il suo tessuto sociale e il linguaggio artistico del Barocco. L’opera consiste nell’illuminare, non senza una forma di sottile umorismo, tutto ciò che è piemontese nell’edificio – dai suoi particolari storici, materiali e artistici. È composta da fari di automobile disseminati nello spazio a costituire un alternativo impianto d’illuminazione del Museo e delle sue mostre, riflettendo pertanto a livello metaforico il cambiamento sociale avvenuto nel territorio che da centro legato all’industria fino alla fine degli anni Novanta del secolo scorso, ha spostato la sua attenzione verso la produzione “della cultura contemporanea dell’intrattenimento”, come afferma l’artista.
Partendo dai dettagli architettonici e artistici delle sale della Residenza Sabauda, l’opera di Leotta crea un percorso immaginario negli spazi del Museo in cui i fasti del passato settecentesco sabaudo espressi nei motivi araldici, nelle decorazioni e negli affreschi, sono metaforicamente illuminati dai fari delle automobili.
“Lo studio delle decorazioni storiche dell’edificio” – afferma Marianna Vecellio, curatore della mostra – “offre lo spunto per una riflessione sul Barocco, considerato dall’artista come metafora di un eclettismo di stili, convivenza di pieno e vuoto nonché tendenza alla rappresentazione di una dimensione infinita dello spazio e del tempo. Come in una grottesca pièce teatrale, Sole invita lo spettatore a ripensare il passato con profonda ironia che,come un fantasma, riappare tra bagliori di luce e buio”.
Una prima versione dell’opera è stata presentata in occasione di The Piedmont Pavilion, mostra nata da un’idea di CarolynChristov-Bakargiev e Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, e curata da Marianna Vecellio in concomitanza con la 58a edizione della Biennale di Venezia nel 2019.
Le opere di Leotta scaturiscono da una lenta e prolungata osservazione di un luogo o di un paesaggio. Anche le forze della natura, i cicli lunari e degli oceani entrano prepotentemente nei lavori dell’artista che, spaziando dal linguaggio fotografico tradizionale al video, dalla pittura al recupero di materiali d’archivio, indaga i rapporti fra mare, cielo e terra nel tentativo di creare un possibile dialogo tra mondi reali e ideali.
Nella sua esplorazione dei confini e dei limiti della bidimensionalità dell’immagine, la sua ricerca incrocia anche i territori della letteratura a cui l’artista sovente fa riferimento nei titoli dei suoi lavori e nei testi che accompagnano le sue mostre.
Biografia
Renato Leotta (Torino,1982) vive e lavora tra Acireale e Torino. Nel 2019 è stato Italian Fellowin Visual Arts presso l’American Academy di Roma.
Nel 2020 le sue opere saranno esposte nell’ambito della mostra collettiva Maxxi Bulgari Prize che aprirà a maggio presso il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma, mentre recentemente ha presentato la personale Lighea presso la Galleria Fonti, Napoli.
Nel 2019 ha tenuto una personale presso Magazzino Italian art Foundation e Casa Italiana Zerilli-Marimò, New York; nel 2018 Eine Sandsammlung alla Kunst Halle Sankt Gallen, San Gallo e nel 2016 Aventura alla Galeria Madragoa, Lisbona. Tra le mostre collettive a cui ha preso parte ricordiamo: Garden of Earthly Delights presso il Gropius Bau Berlino, e The Piedmont Pavilion, Combo, Venezia, 2019; Manifesta 12, Palermo e Italy Matriz do Tempo Real, MAC, San Paolo, 2018; Intuition, Palazzo Fortuny, Venezia, e Pompei@Madre, Materia Archeologica, Museo Madre, Napoli, 2017; XVI Quadriennale nazionale d’arte di Roma, Palazzo delle Esposizioni, Roma e TERRAE NUBILUS, NAK, Aquisgrana, 2016. Leotta è co-fondatore di CRIPTA747 a Torino.
Sole - Renato Leotta
curatela di Marianna Vecellio
Fino al 30 agosto 2020
Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea
Piazza Mafalda di Savoia, Rivoli (Torino)
Info: info@castellodirivoli.org
www.castellodirivoli.org