Dal 27 Novembre la Fondazione Adolfo Pini prosegue, sotto la guida di Adrian Paci, il suo percorso dedicato all’arte contemporanea, presentando la nuova mostra site specific di Šejla Kamerić dal titolo SUMMERISNOTOVER. Il progetto, a cura di Erzen Shkololli, accompagna il pubblico alla scoperta dei nuovi spazi espositivi della Fondazione in Corso Garibaldi 2: un nuovo ingresso e nuove sale nell’elegante palazzina di fine Ottocento.
Nata nel 1976 a Sarajevo, Šejla Kamerić è cresciuta durante la guerra, sopravvivendo all’assedio e al bombardamento della città. Questo fatto biografico ha influenzato tutta la sua pratica artistica. Negli ultimi anni ha ricevuto ampi consensi per l’impegno sociale e per il suo lavoro artistico dall’intimità commovente, basato su esperienze personali, ricordi e sogni.
Con SUMMERISNOTOVER l'artista sviluppa un progetto che si modella sullo spazio espositivo della Fondazione Pini. Il corpo di lavori in mostra riflette sulla percezione che abbiamo delle notizie, sottolineando come sia cambiato il ruolo della fotografia così come il problema dell'utilizzo delle immagini (di guerra) e della loro distribuzione. In questo senso, se storicamente guerre e rivoluzioni hanno spesso avuto inizio in primavera e in estate, oggi queste stagioni sono forse il periodo in cui utilizziamo più intensamente i social media per mettere in mostra le nostre vite. Alterando la presunta autenticità della fotografia e adoperando le stesse tecniche dei social per raggiungere un pubblico diffuso, SUMMERISNOTOVER supera la tradizionale convinzione che la fotografia esista come categoria separata e distinta. L’artista crea, quindi, un gigantesco flusso di immagini per ricordare allo spettatore che l'estate non è finita: la guerra non è finita.
Dinanzi alla vasta gamma dei meccanismi culturali della nostra civiltà contraddittoria, Šejla Kamerić si concentra quasi ostinatamente sul racconto di dettagli tratti da immagini significative. Le caratteristiche ameboidi di questi frammenti rappresentano eventi che si dissolvono in un flusso sempre crescente di rumore informativo che possono funzionare come spie di calamità sociale.
Tra le opere in mostra il video Sunset, basato su quella che si ritiene essere l'unica fotografia a colori che mostra il Ghetto di Varsavia in fiamme durante la rivolta del 1943. Questa foto è stata realizzata da Karol Grabski, che al tempo era nascosto a Varsavia. In Sunset, il momento catturato nella singola immagine viene esteso. Il fumo sale verso il cielo, il sole svanisce e il tempo si dilata. Position Absolute, è una collezione di sfere di pietra, realizzate dall’artista nel 2015. In ogni sfera sono state incise delle coordinate geografiche di fosse comuni. Fa riferimento alle sfere mistiche di pietra che si possono trovare in Paesi come Costa Rica, Honduras, Belize, Messico e Bosnia ed Erzegovina.