Ultimamente
proposte come un insigne personaggio artistico Alberto Garutti, in questi
giorni, è presente in due mostre milanesi, una indirettamente con gli allievi
in “Fuoriclasse. 20 anni di arte italiana nei corsi di Alberto Garutti“ alla
GAM di Milano e in una retrospettiva al vicino PAC.
La
cifra artistica del maestro, di raccoglitore di frammenti di vita umana, è
stata estesa agli allievi, che di ogni minima traccia colgono poetiche virtù,
ma a volte forse solo delle casuali impronte.
Ma
non è importante l’intento è tutto nel pensiero, e qui si che di parole se ne
son fatte tante, forse troppe.
Un’opera
è un’opera, soprattutto, il tempo ci farà capire se vale anche la pena di
tenerla o se sarà meglio dimenticarla.
Per
ora ci sono questi manufatti, a volte carini, ma sicuramente poco
significativi.
Tanti
personaggio, una sessantina di opere, con artisti noti e meno noti, alcuni
lavori risultano anche piacevoli, ma quanti altri devono alla bellezza del
posto?
In
generale i lavori sono molto deboli, semplici, piccoli accadimenti che non
sembrano aver la forza di durare nel tempo.
Le
stesse opere di Alberto Garutti sono pensieri immediati, anche interessanti, ma
che appena svelati si perdono, non danno intensità duratura.
Fare
arte oggi è sempre più un lavoraccio, questo settore di mercato è stato
svuotato completamente e non resta molto da consumare, per cui il continuo
riciclo di idee sta rendendo ancora più tedioso il goderne, forse per questo
sempre di più si guarda al passato.