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07/12/12

Arte contemporanea - Un sistema, chiamarlo mercato è troppo ovvio, sempre più vuoto e annoiato.



Anche in questo settore di mercato la globalizzazione ha distrutto la varietà locale a favore di un’omologazione di prodotti massificati, realizzati da dei marchi, ora detti brand, cioè nomi di artisti (affiliati a certe gallerie) che spesso agiscono più come fabbricanti che creativi. 

Tutto ciò a svantaggio della qualità e del vero valore di unicità che una volta l’arte aveva come caratterizzazione di base. 

Ma la maggioranza dei consumatori, ironicamente definiti collezionisti, non sono in grado di scegliere o di capire, poiché non seguono un gusto personale ma delle mode imposte da attente strategie promozionali. 

Conferma di ciò l’assoluta mancanza di opere d’arte a favore di manufatti dozzinali e tetri.