Giusto
un anno fa era all’apice la grande crisi per le vie di Londra. La
gente era in continuo fermento per le difficoltà che stava toccando
la City. Aumentavano di decine ogni giorno il numero di disoccupati
nell’anima economica dell’antico impero.
Oggi
tutto pare essersi già evaporato. Nel centro di Londra, in Trafalgar
Square si è appena concluso il progetto del 4 plinto quest’anno
ideato da Antony Gormley. Con un’iniziativa fra spettacolo e arte,
Sky ha dedicato una continua copertura televisiva. Ogni dì per buona
parte della giornata, dopo una selezione, veniva data opportunità ad
una persona di occupare questa colonna per un’ora. In tal modo è
capitato di tutto, questo come sempre ha dato sviluppo a un grande
confronto sul fare “artistico” nel nostro tempo presente.
14
Ottobre anche quest’anno si è avviata la settima edizione di
Frieze e con essa tutte le interconnessioni contemporanee artistiche
parallele, che sono molte e di vario tipo, spaziando dal nostro
presente alla storia dell’arte, dalla cultura visiva etnica alle
più diverse forme.
Iniziamo
però dall’evento principale, cioè Frieze, quest’anno la fiera
commerciale più “modaiola” d’Europa pare essersi rilassata,
preso un suo tempo e riconsiderata. Fase di riflessione?
Le
proposte delle gallerie sono molto più accurate, sono tornati nomi
più storici e anche i prezzi si sono adattati a questo momento di
moderatezza. Le opere proposte hanno quasi perso la trascuratezza e
leggerezza degli anni passati per tornare ad essere oggetti “di
valore” e non solo semplici spunti o bozze di lavori. Con il
sottofondo della suadente melodia Work No.1020. ideata da Martin
Creed, si è goduto di un’evento più maturo e gratificante.
La
nuova sezione Frame, è stata la carta vincente di qualificazione e
di supporto a questo evento, che in tal modo diventa più
gratificante per il vistatore e sicuramente anche per il
collezionista sempre più alla ricerca di valore e di completezza.
Ad
un gruppo di giovani gallerie è stato proposto di creare, con il
supporto curatoriale di Daniel Baumann e Sarah McCrory, una mostra di
un solo artista. Così ci sono state le proposte di Altman Siegel
Gallery con Trevor Paglen. Amp propone Joep van Liefland. Ancient &
Modern offre Alan Kane. Balice Hertling con Isabelle Cornaro. Laura
Bartlett Gallery offre Cyprien Gaillard . Lisa Cooley con Erin
Shirreff. Gaudel de Stampa con Ida Ekblad. Hoet Bekaert Gallery con
Amanda Ross-Ho. Hunt Kastner con Josef Bolf. Ibid Projects offre
Daniel Silver. Galerie Parisa Kind propone Mike Bouchet. Tanya
Leighton Gallery con Aurelien Gamboni. Limoncello con Jack Strange.
Lüttgenmeijer propone Gareth Moore. Marz Galeria con Bruno Pacheco.
Andreiana Mihail Gallery con Duo Mona Vatamanu and Florin Tudor.
Monitor con Ursula Mayer. Neon Parc con Matt Hinkley. Neue Alte
Brücke con Simon Fujiwara. Project 88 con Sarnath Banerjee. Rodeo
con Haris Epaminonda. Galerie schleicher+lange con Laurent Montaron.
Galerie Micky Schubert propone Stephen Sutcliffe. Seventeen con
Susan Collis. L’italiana Franco Soffiantino ha proposto Katerina
Sedá. Supportico Lopez offre Michael Dean. 023 Sassa Trülzsch con
Alexandra Leykauf . Tulips & Roses con Gintaras Didžiapetris'.
Jonathan Viner Gallery/Fortescue Avenue propone Emily Wardill. Le
proposte sono state molto diverse e ricche di stimoli e curiosità.
Confemata
anche la sezione Frieze Projects 2009 quest’anno particolarmente
interessante e ricca di proposte con opere ed interventi di vario
genere, soprattutto con una forte necessità di dialogo. E così
abbiamo Alex MacPhail, Kim Coleman e Jenny Hogarth che presentano
Players, Ruth Ewan con “These Airwaves Neutralise the Tools of
Oppression”; A Radio Station of People “Trying to Change the
World “ Ryan Gander “We are Constant”. Per-Oskar Leu con “The
Bachelor Machine” la struttura di Monika Sosnowska, l’ironico
lavoro di Stephanie Syjuco, gli articolati interventi di Arte
Contempo di Lisbona e il lavoro “ Smash the Windows, Snatch the
Crystals” curato da Contemporary Art Centre di Vilnius. Il
vincitore del premio Cartier Award 2009 è stato il giovane artista
americano Jordan Wolfson, ma residenta da molto a Berlino.
Come
sempre l’area vicino alla Fiera è stata adibita a spazio
espositivo per grandi sculture molto variegate. Così per tutto il
mese si potrà godere dei lavori di Vanessa Billy; Louise Bourgeois;
Neha Choksi; Graham Hudson; Teresa Margolles; ; Rémy Markowitsch;
Paul McCarthy; Andrea Nacciarriti; Maria Roossen; Eva Rothschild;
Zhan Wang e Erwin Wurm.