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05/10/09

l'arte della sovversione




Presso le edizioni Manifestolibri-UniNomade è recentemente uscito “L’arte della sovversione” a cura di Marco Baravalle. Si tratta di una raccolta di interventi dall’evento “Multiversity, ovvero l’arte della sovversione”, svoltosi nel maggio 2008, presso lo spazio S.a.L.E. a Venezia in collaborazione con UniNomade, una rete collaborativa di attivisti e ricercatori in ambito artistico e culturale. Al seminario hanno partecipato: Chiara Bersi Serlini, Antonella Corsani, Anna Daneri, Brian Holmes, Claire Fontaine, Andrea Fumagalli, Giuseppe Caccia, Tommaso Cacciari, Maurizio Lazzarato, José Pérez de Lama, Vincent Meesen, Antonio Negri, Alberto de Nicola, Hans Ulrich Obrist, Matteo Pasquinelli, Judith Revel, Gigi Roggero, Marco Scotini. Marko Stamenkovic, Angela Vettese e Giovanni Zapperi, Molto variegato e ricco di spunti, soprattutto in modo teorico, analizza e propone diversi scenari di azione artistica e considerazioni sociali che si declinano in posizioni dinamiche sia culturali che politiche. Particolarmente ampio l’apparato di riferimento e di possibili strategie, ma rimane più debole sul fronte della loro realizzazione. I diversi testi scorrono in modo fluido, eccetto alcuni piccoli ostacoli che rallentano e languidano in attimi di astrazioni. Molti gli interrogativi a cui sono proposte diverse ipotesi di soluzione o di azione teorica. Si abbracciano temi che vanno dall’arte alle complesse relazioni economiche e finanziarie, forse ampliando troppo il raggio di temi e rendendo complessa la possibile definizione di uno scenario reale. Forse proprio il capitolo scritto da Angela Vettese, attenta osservatrice e grande operatrice italiana, mette in risalto questo difficile ruolo dell’arte e di molte strategie collettivistiche di passare dall’azione speculativa a quella pratica. Creando cambiamenti e sviluppi, tanto più quando si muove in ambito sociale e culturale. Ma rimane pur sempre importante avviare con le utopie i processi di cambiamento e di trasformazione, a cui tutti tendiamo per dare avvio alla costruzione di un mondo comune in cui relazionarsi in questo e nel prossimo futuro.