A Monaco la Galleria KÖNIG BERGSON è lieta di presentare THE GOYA PROJECT, una nuova mostra personale dell'artista svizzero Andy Denzler. 16 dipinti a olio su tela formano una suite in cui Denzler si è appropriato, reimmaginato e infine trasformato opere del maestro spagnolo di fine XVIII e inizio XIX secolo Francisco de Goya.
Le singole opere in THE GOYA PROJECT colpiscono per il grado in cui sfocano, astraggono e offuscano il linguaggio visivo delle opere originali da cui sono state scattate. In particolare, la quasi totale mancanza di colore è immediatamente evidente, trasformando quelle che avrebbero potuto essere aree sfumate in puri contrasti di valore di bianco e nero, introducendo un elemento significativo di rumore visivo nell'equazione pittorica e un'allusione al binarismo dell'era digitale in cui sono state prodotte queste opere più recenti. Questo effetto annega la chiarezza compositiva dei tableaux di Goya sotto un oceano di interferenze e intrusioni come se il materiale originale fosse visualizzato attraverso una televisione a circuito chiuso scarsamente messa a fuoco. La scelta specifica di Denzler di trasformare gli originali in dipinti scadenti e di bassa fedeltà equivale a una versione contemporanea delle trasformazioni operate da Goya, che ha messo il genere della pittura storica in dialogo diretto con il turbolento presente.
La rimozione catturata in THE GOYA PROJECT è sia temporale che storico-mediatica, problematizzando non solo l'inaccessibilità del contesto da cui sono nate le opere precedenti, ma anche la lente attraverso cui tali dipinti possono essere visti oggi. Nella suite denominata GOYA`S FIRE I-XII, 2021-22, che costituisce la maggior parte della mostra, vengono presentati singoli segmenti estratti da un insieme più ampio e assente, il cui imperativo organizzativo è stato cancellato dai frammenti risultanti. Sono distinguibili almeno due diversi dipinti di Goya, dall'epopea di guerra, THE SECOND OF MAY, 1808 a un dipinto su pannello più piccolo e meno noto, A PROCESSION OF FLAGELLANTS, 1812-19. I personaggi rimangono, ma priva di colore e ancoraggio compositivo, la serie che segue non è più vincolata alla fedeltà del reportage storico, né all'accuratezza di un originale. Nel loro wow e flutter visivo, i dipinti di Denzler prendono l'incessante marcia del tempo e lo allungano orizzontalmente, appiattendo insieme a esso il linguaggio della rappresentazione.
I più recenti di questi dipinti sono rivalutazioni smorzate e colorate dell'iconica MAYA di Goya, di cui sia una versione nuda che una vestita furono eseguite intorno al 1800. La presentazione di entrambe le versioni sottolinea il grado di smascheramento, come la rimozione degli abiti di Maya, che attraversa tutte le opere in mostra, in cui una superficie rappresentativa liscia è minata ovunque da insufficienze descrittive.
In THE GOYA PROJECT è inclusa anche un'opera di media basati sul tempo: un video proiettato sui silos dell'ex centrale elettrica in cui si trova KÖNIG BERGSON, che mette le vertiginose trasformazioni all'opera nei dipinti nello spazio reale dell'ambiente espositivo. L'annuncio di un'era digitale non è diverso da quello in cui si è trovato Goya, e le citazioni storiche di Denzler sono similmente permeate dai tremendi sconvolgimenti nelle sfere sociali e politiche della vita quotidiana. Nel periodo relativamente breve in cui sono state create le opere attuali, gli schermi filtranti di un mondo mediatizzato sono cresciuti solo in scala e dimensione, e Denzler è uno dei pochi artisti che ha messo le nostre stesse abitudini di vedere e testimoniare in uno stato di radicale indeterminatezza, offrendo il quadro dipinto come il suo filtro, pieno di saturazione e rumore, che riflette piuttosto che rimediare al presente.