Roberto Cuoghi opera ora con la galleria Hauser & Wirth, come suo primo intervento, nei meravigliosi spazi di New York, propone una personale a New York City con un corpo di lavoro completamente nuovo. Guoghi è uno degli artisti più celebrati, ma enigmatici, della sua generazione, noto per una pratica esigente, quasi ossessiva, guidata dalla ricerca e dal processo che abbraccia l'intero spettro di stili e generi.
Mescolando volutamente generi, stili e soggetti artistici, 'Pepsis' è il tentativo di Cuoghi di liberarsi dai propri presupposti ed esperienze stilistiche e artistiche, dalla propria impronta culturale. In questo senso, è il passo successivo per l'artista nel suo continuo sforzo di sfidare la propria pratica. Tesi che è diventata un metodo di lavoro, 'Pepsis' è l'applicazione di un'idea inquietante che ha sempre accompagnato l'opera mutevole di Cuoghi, culminando qui in una presentazione molto varia ed emotiva di diverse serie e corpi di lavoro. Cuoghi ha volutamente scelto di pensare la sua opera come un esercizio di stilizzazione, riproducendo il 'già visto' secondo canoni rassicuranti che sembrano ammonirci di un futuro livellato e levigato.
Cuoghi usa il termine 'stilizzazione' per incarnare l'antica forza primordiale dell'imparare per imitazione, permettendo di trasmettere conoscenze e abilità, evitando il fallimento. È meglio rifare piuttosto che creare qualcosa che potrebbe non avere successo. Stilizzare significa semplificare e alleggerire, che a sua volta significa impoverire per conservare e comunicare qualcosa che diventi modello di riferimento. La nuova, illimitata disponibilità di modelli per guidare le nostre aspirazioni orienta la nostra crescita, sviluppo e socializzazione. Cuoghi ritiene che questo alla fine ci condanni a digerire e ripetere formule non autentiche. Nessuno è esente da questo numero sempre crescente di riferimenti che offuscano la nostra immaginazione, non solo a livello estetico, ma ostacolano anche l'idea stessa di innovazione alla sua origine. In 'Pepsis,
'Dipingo contro le mie intenzioni. Cioè, se appare qualcosa di mio, ci vado sopra. Il mio modo di dipingere si può definire solo attraverso la forma che assume di volta in volta. Sono un pittore senza una mentalità.'