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11/10/17

Arte al Cafè Fiorio di Torino





Da un’idea di Gianni Colosimo nasce la mostra “In ostaggio di loro stessi” che, nelle storiche sale del Caffè Fiorio, ospita i lavori di Franko B, Cosimo Cavallo e dello stesso Colosimo.
In un ambiente intriso di storia e di eleganza sabauda, centro della tradizione cittadina, tre artisti “irregolari” irrompono con le loro ossessioni estetiche, concettuali ed esistenziali. Fra i velluti e gli ori di Fiorio, si affollano in un’unica sequenza i ricami di Franko B, maestro internazionale della performing art, in cui il tema della casa viene riproposto in continue variazioni, i dipinti di Cosimo Cavallo, figura notissima nel mondo underground torinese, che raccontano invece un universo avvitato su se stesso, alla ricerca di una forma perfetta che l’artista trova nelle biglie, dipinte in decine e decine di varianti, fino ad approdare ai mantra di Gianni Colosimo, altra figura storica del mondo dell’arte internazionale, in cui la ricerca della fama e della notorietà diventano essi stessi soggetto e oggetto estetico.
Sette sale piene di ricchezza ed opulenza ospitano una settantina di opere dei tre artisti creando una situazione di straniamento e di forte contrasto: il tempio della torinesità, con tutto il suo carico di storia e di tradizione, viene invaso dall’irregolarità di una creatività che rifiuta le convenzioni.
La mostra è organizzata in collaborazione con Riccardo Costantini Contemporary.
 
Franko B (Milano 1960) lavora attraverso la performance, il disegno e la scultura. Negli anni la sua opera ha ottenuto una notorietà internazionale. Docente all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, al Royal College of Art di Londra e alla Northampton University, è stato protagonista di numerose performance e mostre. Fra le più importanti: Tate Modern; ICA (Londra); South London Gallery; Arnolfini (Bristol); Palais des Beaux Artes (Bruxelles); Bluecoat Museum (Liverpool); Tate Liverpool; RuArts Foundation (Mosca); Victoria and Albert Museum (Londra); PAC (Milano); Contemporary Art Center (Copenhagen). Sue opere fanno parte delle collezioni permanenti di molti musei e istituzioni pubbliche, fra cui: Tate Modern, Victoria and Albert Museum e la collezione permanente della Città di Milano.
Cosimo Cavallo (Torino 1968) si dedica da anni alla pittura e si è formato all’Accademia Albertina di Belle Arti. Figura non convenzionale, unisce ad uno stile pittorico originale una vita da vero bohémien negli spazi della Cavallerizza Reale di Torino. Cavallo ha vissuto per anni in strada ma non ha mai abbandonato la creazione artistica. Ha esposto in numerose mostre personali e collettive e il suo lavoro ha incontrato l’interesse di critici e curatori. Fra le mostre: Galleria Rizomi (Torino); InGenio Arte Contemporanea (Torino); Palazzo Barolo (Torino).
 

Gianni Colosimo (Santa Severina 1953) nel 1977 debutta a Torino alla Galleria Multipli di Giorgio Persano con la performance “Freud mein Freund” che lo impone all’attenzione del pubblico e della critica. Gli spettacoli teatrali che realizza a cavallo fra gli anni Settanta e Ottanta lo fanno emergere come una delle figure più rappresentative della performance e del teatro sperimentale internazionale. Dal 2006 riprende la sua attività artistica realizzando l’installazione “Wallpaper – Il vortice del desiderio è privo d’orizzonte” presso la Galleria Pack di Milano, in cui tappezza l’intero spazio espositivo con banconote da un dollaro. Questa mostra proietta Colosimo nel dibattito artistico internazionale, soprattutto dopo la causa che intenterà contro la Fondazione Guggenheim di New York dove Hans Peter Feldmann aveva realizzato un’opera simile alla sua. Maurizio Cattelan renderà omaggio a Colosimo e Feldmann chiedendo all’artista citazionista Eric Doeringer di realizzare la medesima installazione alla mostra “Shit and die”.
Nel 2011 espone al Centre Pompidou-Metz la mostra “L’arte contemporanea raccontata ai bambini”, replicata l’anno successivo alla Sucriere di Lione.
Nel 2014-2015 la Galleria d’arte moderna di Torino gli dedica la mostra “Il grande sonno della trapezista”.