A poca distanza dallo spazio della Colli Indipendent, nel cuore di Roma, c’è una delle più suggestive statue sportive, di una nota raccolta privata. Un’opera che aveva affascinato molti artisti. Un classico discobolo che però non ha più l’oggetto del suo lancio, ma si può immaginare, che forse questo è già in moto e l’atleta è colto nell’attimo del distacco.
Ma se non era un atleta e se invece di un disco fosse stato un sasso o forse un mazzo di rose, troppo romantico? Che tecnica si userà?
Sembra così rilanciare la proposta dell’artista Franco Ariaudo che elabora il complesso gesto del lancio. Tutti noi abbiamo lanciato qualcosa, o a volte ci lanciamo in azioni che vanno oltre noi, che cercano di arrivare agli altri, messaggi, ingiurie, paure ma anche richiami.
Spesso un lancio genera archi, traiettorie o parabole, che ci portano ad eventi, memorie, spiritualità.
I futuristi lanciarono di tutto, i russi anche di peggio, con i dadaisti si rise molto, un poco meno con i surrealisti, poi la storia ha lanciato di suo ed è stato terribile.
Pian pianino dopo la Seconda Guerra Mondiale, qualcuno ha iniziato a lanciare colori, poi azioni e oggi ogni ben di Dio.
E se fosse un boomeraNg? si tornerebbe indietro.
Perfetto circuito che ricorda dei giovanili lavori dell’artista, quando terminatI gli studi fiorentini, coltivava una forte attenzione per l’azione gestuale di Pollock, di questo colore lanciato con passione sullo spazio aperto di una tela, che oggi ha preso consapevolezza di nuove matericità, necessità e di spazi infiniti.
Via di Monserrato, 40, 00186 Roma
Fino al 10 Dicembre