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01/09/10

Ottava edizione della Biennale di Gwangju


In questi giorni di fine estate sono tante le biennale d’arte che s’inaugurano. Si è appena avviata quella di Nagoya in Giappone, che sarà seguita dalla settima edizione di Tapei, dalla ventinovesima di San Paolo del Brasile e qui in Europa da quella di Liverpool. Tutte quante si propongono con una varietà di eventi e di mostre.

Sembra raccoglierle un pochino tutte anche la Biennale di Gwangju, in Corea, curata quest’anno da Massimiliano Gioni, che inizierà il prossimo 3 Settembre.

Col titolo “10,000 lives” preso in prestito dal poema epico di Maninbo, scritto da Ko Un, ex monaco buddista, che raccoglie tutte le persone che l’autore aveva conosciuto, stratagemma che gli permise di sopravvivere alla reclusione in una cella isolamento, per aver aderito all’insurrezione di Gwangju nel Maggio del 1980.

Tema principale della rassegna il ritratto, che tutti gli artisti proposti con opere realizzate tra il 1901 e il 2010, affrontano in una varietà di forme e di idee creative, sociali e politiche.

Affrontando quindi le relazioni che le immagini creano con le persone e viceversa.

Una somma di singole esistenze, in una società di oltre sette miliardi di persone, che produce ogni giorno milioni di immagini, scatti fotografici, disegni, che il mondo visivo consuma e su cui ci si interroga sul senso della loro conservazione e valore.

Questa biennale è nata nel 1995 per commemorare la rivolta civile contro il regime militare del 18 maggio 1980 finita tragicamente nel sangue. Alla sua ottava edizione è fra le più prestigioso nel panorama artistico contemporaneo dell’Asia.