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23/06/14

L’arte contemporanea banalmente quotidiana.


 Lasciati i grandi temi sociali, l’arte contemporanea pare sempre più interessarsi al quotidiano.

Ma se all’inizio, certi artisti hanno saputo infonde, nelle opere realizzate, intense emozioni, forse derivanti dal loro percorso di vita, penso a figure come Felix Gonzales Torres o Sophie Calle, altri giovanili recenti emuli hanno declinato al tedio insignificante di una moltitudine di ordinari oggetti.

La recente fiera di ArtBasel, con le relative costellazioni di eventi paralleli, hanno proposto una serie di opere che si avvicinano troppo alla quotidianità, scivolando forse anche nell’ovvietà, per non dire dei nomi più noti che oramai non riescono che a proporre l’ennesima versione della solita opera.

Questo banale impressione, produce una certa ironia, se si valutano con i prezzi assolutamente eccezionali con i quali sono commercializzati.

Ci si domanda come mai un ricco miliardario dovrebbe spendere ingenti somme per prodotti assolutamente ovvi, sicuramente non è un gesto culture, non paiono status quo e rarissimamente sono opere d’arte.

Sarà, forse, ovvia stupidità della diffusa ignoranza legata alla rapidità del consumismo?

Una volta esistevano i mecenati, i collezionisti che investivano ingenti somme per opere d’arti, cioè oggetti eccezionali, unici, che riflettevano l’unicità del suo possessore che condivideva questa eccellenza e questa capacità di selezionare.

Oggi, evidentemente, il sistema dell’arte sfruttato questa memoria di prestigio, declinandola a un consumismo di bassa qualità e di diffusa riproduzione.

Chiaro segnale è percepire come in quest’ultimo decennio non si siano più viste opere d’arte da conservare e rivedere.

Chissà se ci sono ancora amatori d’arte che fuori da questa moda sanno creare delle raccolte d’arte uniche ed emozionate, creando un’idea di gusto e di sensibilità innovativa o se il tedio oramai è ovunque?


23/09/12

Gallerie sotto attacco - 18 milioni di irregolarità



Chissà se la recente azione di controllo attuata delle Guardie di Finanza in tantissime gallerie d’arte italiane sarà riuscita a capire il reale valore delle opere. 

Uno dei grandi misteri di questo strano sistema è sempre stato comprendere chi compra e quanto paga per i manufatti proposti dalle gallerie d’arte. Sarà forse che, dopo le tante invettive sulla difficile realtà di questo mondo lamentata da tanti operatori, ha incuriosito qualcuno che si è domandato che cosa succede realmente e sta provando ora a trarne dei dati. 

All'inizio di questo mese una serie di gallerie italiane, in diverse città del paese, sono state sottoposte a dei controlli da parte delle autorità di vigilanza della guardia di finanza, in una operazione congiunta con la Siae, la Società italiana autori ed editori,per il famoso “diritto di seguito”. Pare che ci sia oltre 18 milioni di valori non bene rintracciabili, per cui si stanno sviluppando ulteriori indagini che cercheranno di far luce sui fatti. 

Sicuramente questi avvenimenti stanno sollevando una certa curiosità fra i tanti operatori, che sperano che questo avvenimento possa essere utile per dare professionalità trasparente al sistema stesso.