Nel Maggio del 1983 usciva nelle edicole il primo numero del mensile “Il Giornale dell’Arte”.
Era nato il più interessante e documentato mensile di informazione, cultura, economia interamente consacrato al mondo dell’arte, forse per questo continua ad essere l'unico abbonamento che mantengo da anni.
Fra le sue caratteristiche la sua indipendenza e distanza da certe relazioni diffuse delle pubblicazioni nazionali.
Non patinato, formato giornale, con l’istinto e la vocazione alle notizia di qualità. Una missione che ancora oggi porta tutti i mesi in edicola con il più grande network del mondo.
Oggi come allora - Diretto da Umberto Allemandi ed edito dalla casa editrice Allemandi, di cui quest’anno si celebra il quarantennale, “Il Giornale dell’Arte” svolge un ruolo di primo piano nell’informazione sul mondo dell’arte, dando conto dei suoi protagonisti, della sua economia, delle sue storie, delle sue polemiche, dei suoi problemi e della sua quotidianità.
Le mostre, i musei, le gallerie, le fondazioni, i restauri, le attribuzioni, le biennali, i libri, le leggi, le scoperte archeologiche; i direttori, i curatori, i collezionisti, gli antiquari, gli sponsor; dall’archeologia al contemporaneo, passando attraverso la fotografia, il turismo culturale e la moda: non c’è rivolo di questo settore che non abbia una narrazione, un filo che è possibile percorrere dal primo numero sino ad oggi. Ma anche la politica e l’economia, dalle normative al mercato, dall’ArtBonus alla cultural diplomacy: da quarant’anni “Il Giornale dell’Arte” informa i lettori con la responsabilità e la consapevolezza di rendere un servizio indispensabile. Serietà, visione, completezza e al contempo selezione. Ma anche con qualche facezia, per meglio godere delle cose più serie: in quanti si saranno accorti che ogni anno “Il Giornale dell’Arte” pubblica una notizia “pesce d’aprile”?
“Un giornale deve servire. Un giornale serve per sapere. Sapere serve per capire. Capire serve per decidere”: sono queste le parole del primo editoriale di Umberto Allemandi, sul numero di maggio del 1983, e che ancora guidano chi lavora negli uffici di piazza Emanuele Filiberto a Torino, molti dei quali da decenni: uno per tutti Franco Fanelli, vicedirettore dal 2004 al 2021.
Per festeggiare la ricorrenza, il numero di maggio a giorni in edicola avrà una sovracoperta che riproduce la prima pagina del numero d’esordio e la lettera di un “lettore affezionato” a Umberto Allemandi, tra i direttori di testata più longevi del giornalismo italiano: 40 anni appunto, contro i 30 di Eugenio Scalfari a La Repubblica o i 20 di Indro Montanelli a “Il Giornale”.
Nel corso dei prossimi mesi saranno messe in campo alcune iniziative per celebrare i 40 anni del giornale e della Casa Editrice, che saranno man mano presentate.
L’editoriale di Umberto Allemandi sul primo numero di “Il Giornale dell’Arte” scrisse:
Un giornale deve servire
Ciò che questo giornale è, lo vedete.
Poiché è stato fatto per lettori competenti (o che credono nella competenza), essi possono benissimo valutarlo senza alcun nostro commento.
Potremmo solo aggiungere, questo infatti i lettori non sono tenuti a saperlo, che una simile concentrazione di informazioni aggiornate, molto selezionate e aperte a una considerazione veramente internazionale degli eventi artistici, non si trova attualmente in alcun'altra pubblicazione periodica. Vi sono splendide riviste d'arte, in Italia e in altri paesi: riviste d'immagine e riviste di divulgazione, di studio e di tendenza. Ma questo è un «giornale». È la prima volta che viene fatto un «giornale» tutto d'arte. Un giornale è fatto di notizie. E di opinioni: a questo numero hanno collaborato decine di specialisti. Molti di essi godono giustamente di altissima reputazione nel loro campo. Siamo onorati di averli con noi.
Un giornale deve servire. Un giornale serve per sapere. Sapere serve per capire. Capire serve per decidere.
(maggio 1983)