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12/02/20

Casa Iolas apre a Milano, ma citofonate a Vezzoli ...



Dopo l'esperienza curatoriale al Museo d'Orsay ora Francesco Vezzoli prosegue con un progetto dedicato al gallerista e collezionista greco Alexander Iolas (1907-1987), con un allestimento di Filippo Bisagni presso l'elegante galleria d’arte Tommaso Calabro.  

Alexander Iolas fu uno dei più importanti mercanti d’arte della seconda metà del Novecento. Tra i primi a creare un sistema internazionale di gallerie satelliti, introdusse il Surrealismo negli Stati Uniti e organizzò la prima mostra personale di Andy Warhol. Amico e sostenitore di alcuni dei più grandi artisti del suo tempo, Iolas iniziò tuttavia a essere dimenticato subito dopo la sua morte. La stessa sorte toccò alla sua casa di Atene, Villa Iolas, la cui inestimabile collezione d’arte venne saccheggiata e andò in gran parte dispersa.  

Risultato di una ricerca sull’attività espositiva di questo visionario mercante d’arte, Casa Iolas. Citofonare Vezzoli intende rievocare gli spazi perduti della sua leggendaria abitazione. Attraverso lo sguardo di Vezzoli, artista che da sempre si interroga sulle complessità psicologiche di personaggi celebri, la mostra propone la riscoperta di una figura cardine del mercato dell’arte novecentesco. Con questo progetto Tommaso Calabro continua il suo iter espositivo finalizzato a valorizzare alcuni dei galleristi più importanti, ma spesso parzialmente dimenticati, del ventesimo secolo. Casa Iolas. Citofonare Vezzoli è il secondo capitolo di un percorso avviato dalla galleria nel 2018 con la mostra inaugurale dedicata all’italiano Carlo Cardazzo (1908-1963).

Nato nel 1907 ad Alessandria d’Egitto con il nome di Costantino Koutsoudis in una famiglia greca di commercianti di cotone, Alexander Iolas, come si farà chiamare più tardi, mostra fin da ragazzo una predisposizione per la musica e la danza. Contro il volere della famiglia, all’età di diciassette anni si trasferisce a Parigi e poi a Berlino, dove lavora come ballerino professionista. Con l’avvento del nazismo, si sposta nuovamente a Parigi, città in cui avviene il suo primo incontro con l’arte. A Montparnasse acquista la sua prima opera d’arte, un dipinto di Giorgio de Chirico intravisto nella vetrina di una galleria in Rue Marignan. Durante gli anni di permanenza nella capitale francese, Iolas si avvicina alla corrente Surrealista e stringe amicizie con i più importanti artisti dell’epoca, tra cui Georges Braque, Man Ray, Pablo Picasso e de Chirico stesso. Nel 1944 si trasferisce a New York, dove balla alla Metropolitan Opera. In seguito a un infortunio al piede, decide di intraprendere una nuova carriera nell’arte lavorando come gallery manager alla Hugo Gallery, che dirigerà per i successivi dieci anni. Qui dedica mostre agli artisti surrealisti incontrati a Parigi, tra cui Max Ernst (1946), René Magritte (1947) e Victor Brauner (1947) e, nel 1952, organizza la prima personale di Andy Warhol, dedicata a una serie di disegni ispirati ai testi di Truman Capote. Grazie alla sua personalità istrionica e a un infallibile acume commerciale, Iolas si fa presto strada nella scena artistica newyorkese, fino a inaugurare un suo spazio nel 1955 insieme all’ex ballerino Brooks Jackson, la Jackson-Iolas Gallery. Negli anni successivi, apre una rete internazionale di gallerie d’arte (Parigi, Ginevra, Milano, Madrid, Roma e Atene), dove mostre di Brauner, Copley, Fontana, Yves Klein, Kounellis, Magritte, Raysse, Matta, Nicky De Saint Phalle e molti altri si susseguono senza sosta per anni. Nel 1976, alla morte dell’amico Max Ernst, Iolas chiude tutte le sue gallerie in Europa, mantenendo una promessa fatta all’artista.  

Negli anni Settanta Iolas realizza il sogno di creare una casa ad Atene dove racchiudere la sua vasta collezione. Villa Iolas, costruita nel quartiere popolare di Aghia Paraskevi su un’estensione di 700 metri quadrati e interamente ricoperta di marmo bianco, ospitava l’inestimabile collezione del gallerista. Nelle sue numerose stanze, antichità greche, egizie, romane, bizantine e orientali trovavano spazio accanto alle opere dei più importanti artisti moderni. Nonostante Iolas avesse espresso la volontà di lasciare la propria collezione al governo greco, lo Stato non riconvertì mai la sua casa in un museo, condannandola a un triste destino di abbandono e vandalismo. Ad eccezione di alcune opere donate da Iolas al Centre George Pompidou e delle 44 opere donate al Macedonian Museum of Contemporary Art, il resto della sua collezione venne venduto dagli eredi o andò disperso.

Uomo istrionico, capace di incantare i salotti culturali internazionali in cinque lingue diverse con un innegabile savoir faire , Alexander Iolas ha determinato il corso del mercato dell’arte del secondo Nocevento. La galleria Tommaso Calabro ne rievoca la vita e la personalità esponendo opere di alcuni degli artisti da lui esposti: Victor Brauner, William N. Copley, Giorgio de Chirico, Max Ernst, Lucio Fontana, Paul Klee, Yves Klein, Les Lalannes, René Magritte, Georges Mathieu, Roberto Matta, Eliseo Mattiacci, Pino Pascali, Man Ray, Martial Raysse e Fausta Squatriti. Nelle sale della galleria Tommaso Calabro trasformate nelle stanze di Villa Iolas, Francesco Vezzoli intesserà un dialogo con l’universo del gallerista greco inserendo in mostra alcune sue sculture recenti, di cui due inedite, e tre nuove opere a ricamo realizzate per l’occasione. Secondo Vezzoli “Casa Iolas vuole essere non solo un omaggio a un grande gallerista quasi dimenticato, ma anche a u na cultura galleristica basata su relazioni personali di amicizia, fiducia e stima reciproche, che il sistema del mercato dell’arte contemporaneo sembra aver definitivamente cancellato. Per questo motivo ho voluto omaggiare la figura di Iolas nella sua int erezza, come gallerista e collezionista, come dandy del mercato dell’arte e come esteta.”  

Villa Iolas verrà idealmente rievocata attraverso un allestimento che andrà a operare su tre livelli attraverso opere di artisti esposti da Iolas, opere di Francesco Vezzoli e complementi d’arredo che ripropongono l’estetica di Villa Iolas. Il percorso allestitivo, che coinvolgerà tutti gli spazi della galleria Tommaso Calabro, sarò scandito in ogni stanza da punti focali in cui i tre livelli si fondono in vere e proprie installazioni scenografiche. 

La mostra sarà arricchita dall’esposizione di materiale d’archivio di alcune delle mostre delle gallerie Iolas. Il progetto sarà accompagnato da un prezioso catalogo interamente illustrato con testi di Luca Massimo Barbero.  

La mostra chiuderà l’8 giugno, giorno del trentatreesimo anniversario della morte di Alexander Iolas.