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04/02/20

Avvio della Casa degli Artisti


Con molta gioia e tanta allegria, in una suggestiva festa corale, lo scorso 1 Febbraio la Casa degli Artisti,
con i suoi 11 atelier, ha riaperto i suoi spazi alla città e alle artiste e agli artisti.

La festa di inaugurazione è stata una dichiarazione di intenti e l'attuazione del principio di trasversalità tra le arti e tra pubblici diversi che anima il progetto di rilancio. La grande affluenza di pubblico durante tutta la giornata è un segnale forte di quanto la restituzione di questo luogo fosse importante per la cittadinanza.

Tre laboratori per bambini, condotti da Laura Tanghetti, Paola Buzzini e Jacopo Tartari Pucci, hanno aperto le porte al pubblico, mentre da fuori arrivava un gioioso corteo partito da Piazza San Simpliciano, guidato dalla musica della Banda degli Ottoni, per portare simbolicamente Pippa Bacca nel Giardino adiacente che dal 1° febbraio ha il suo nome.

Alle 17 le note di "In a Landscape", brano per pianoforte solo di John Cage, ha dato avvio al percorso musicale curato da Sentieri selvaggi che in un continuum di suoni e di movimento ha ridato vita agli spazi della Casa. Mentre Filippo Timi raccontava il suo rapporto con l'arte, nel suo lavoro di attore, autore e regista teatrale e cinematografico, al secondo piano risuonava la voce del flauto con "Arabesque in memoriam" di Philip Glass, per passare poi il testimone al violino con "O My Heart" di Missy Mazzoli. Insieme a tutto questo al piano terra la performance di Fattoria Vittadini, con una coreografia pensata espressamente per gli spazi della casa, faceva cerchio attorno a sé. Pochi istanti dopo partivano rincorrendosi le note di marimba e vibrafono composte da D.Friedman e D. Samuels, abbracciando un altro gruppo di astanti, in un'alternanza continua che accompagnava l'ascolto mostrando i luoghi della Casa. In un'atmosfera che non era certo quella di una sala da concerto, il pianoforte con "Simple Tales" di M.Montalbetti, si fondeva con il coro sommerso della  presenza delle persone al piano terra per poi lasciare il turno a G. Ligeti, sempre al pianoforte, mentre un "capriccio" di Nyman per violino solo attirava pubblico al secondo piano e "In acque solitarie" di A. Gentilucci accoglieva altri visitatori al primo piano.

Infine le percussioni di S. Reich riportavano tutti al piano terra, per lasciare il posto a Luca Scarlini che, con un racconto integralmente improvvisato, iniziava una narrazione della storia la storia della Casa “ dal 1911 quando i due fratelli Aristodemo e Ferruccio Bogani, ispirati dall'esperienza degli ateliers di lavoro parigini, come il Bateau Lavoir di Pablo Picasso & c, vollero venire incontro ai molti artisti che non avevano una dimora, e a cui l'Accademia di Brera negava accesso per visioni conservatrici e spesso miopi. […] Molti da allora furono i cambiamenti di stile, gli attacchi al luogo, che è sopravvissuto alla gentrificazione e alla trasformazione del quartiere, senz'altro fu fondamentale la presenza di Luigi Broggini, scultore, che dagli anni '30 agli anni '70, ebbe il ruolo assegnato da se stesso di guardiano del luogo, anche nel tempo della guerra, quando saltarono tutti i vetri e arrivarono i profughi. Nel dopoguerra fu la volta del realismo esistenziale di Cazzaniga e Ferroni, mentre il jazz invadeva lo spazio e Chet Baker provava le sue versioni delle canzoni italiane. La casa fu a fianco delle lotte per il quartiere, dove nel 1972 giunse la metro e partirono numerosi progetti di ristrutturazione selvaggia. Le immagini della battaglia contro quel progetto furono create alla casa, che ebbe una nuova vita dal 1978, con Luciano Fabro, Jole De Sanna Hidetoshi Nagasawa e molti altri, tra arte e politica. Casa degli artisti diventò una casa editrice, un luogo di insegnamento: poi un altro cambiamento: il centro sociale e poi lo sgombero d'autorità, prima di questa rinascita. Questo racconto è solo il prologo di una ricerca complessa, di un luogo senza archivio, ma che molto ha contato nella Milano del '900.”

Dalla storia della Casa si è finalmente giunti al cuore della festa: la presentazione dei primi artisti in residenza, quelli invitati e i primi selezionati su open call, insieme allea due menzioni speciali per il progetto di archivio generativo. Sul palco uno dopo l’altro si sono alternati gli artisti chiamati da Lorand Hegyi, uno dei membri del Comitato Scientifico, presente per l’occasione. Ogni artista ha preso parola ed espresso il senso della propria presenza nel partecipare alla ripresa dei lavori nella Casa.

Dopo la presentazione degli artisti è stato offerto al pubblico un momento di musica in modalità unplugged a cura di Taketo Gohara che richiamasse le sessioni che si svolgevano alla Casa fin dagli anni Cinquanta. Allo stesso modo alcuni artisti affermati e talenti della musica italiana contemporanea si sono alternati sul palco per celebrare e sostenere la riapertura della Casa. Ad aprire è stata Arisa, che ha cantato con il maestro Giuseppe Barbera prima e con due membri della Band Gli Scapigliati dopo, seguita da Giuliano Sangiorgi e da Manupuma. Poi è stata la volta di Tricarico e del nuovo talento Maria Antonietta e di Vinicio Capossela, ultimo vincitore del premio Tenco arrivato quasi di sorpresa. È stato poi il momento del Bluesman Folco Orselli con il trombettista Pepe Ragonese e infine di Motta giovanissimo talento, vincitore del premio Tenco 2018.
Conclude la giornata di festa, un party performante dell’etichetta indipendente Body Heat che ha creato un’atmosfera positiva e vibrante. Rocoe - Rocco Civitelli ha portato a Casa degli Artisti un ponte tra il mondo della musica black (funk, jazz, fusion, disco) live ed il mondo elettronico del clubbing.


CALL FONDATIVA
Dopo la festa alla Casa è il tempo “dell’intimità della creazione”, come ha augurato Lorand Hegyi durante la presentazione del 1° Febbraio.
La prima azione di ripopolamento della Casa - chiamata Call Fondativa e basata sulla doppia modalità di ingresso: a invito e su open call - vede entrare dentro questo luogo nuove/i artiste/i chiamati a rifondarla insieme al gruppo che ne ha vinto la concessione dopo il restauro.

ARTISTI SU INVITO
I primi artisti che torneranno ad abitare la Casa con il loro lavoro saranno: Sergio Breviario (Bergamo, 1974), Gianni Caravaggio (Chieti, 1968) , Michele Guido (Lecce, 1976) e Luca Pozzi (Milano, 1983) per i quali entrare nella Casa è un ritorno; Peter Welz (Berlino, 1972), Yan Duyvendak (Paesi Bassi,1965),  e Rimini Protokoll, a conferma della volontà di apertura e dialogo internazionale; Pietro Coletta (Bari, 1948), memoria e vita dell’arte nel quartiere Brera-Garibaldi e  Sten(Roma, 1982)  Lex (Taranto, 1982) testimone della volontà della Casa di  uscire dalle sue mura e agire nel territorio. 
Alla presenza dei Rimini Protokoll (Rimini, 2000) è legata la seconda call che invita per 3 mesi, 5 artisti di discipline diverse a creare un progetto comune. www.casadegliartisti.org/calls/casa-degli-artisti-call-rimini-protokoll

Open Call (Let’s) work!
(Let’s) work! è stata la prima call lanciata da Casa degli Artisti rivolta ad artiste/i esordienti ed emergenti. È un invito a prendere parte alla progettazione e alla costruzione di un luogo che rinasce. (Let’s) work! ha assegnato a 3 artiste selezionate uno spazio atelier per la durata di 3 mesi in cui realizzeranno un progetto inedito all’interno del programma di residenza. La call è inserita nel programma WORK, parola chiave che connota tutto il 2020, anno che segna la ripresa dei lavori di Casa degli Artisti.
Una giuria composta da Carlo Boccadoro, Fulvio Carmagnola, Lóránd Hgyi, Paola Navone e Alberto Salvadori, insieme al gruppo di gestione della Casa, ha selezionato, su open call, le prime assegnatarie degli atelier di Casa degli Artisti, che si alterneranno nella ripresa dei lavori di Casa degli Artisti, sono: Camilla Alberti (Milano, 1994), Eleonora Roaro (Varese, 1989) e Rebecca Agnes (Pavia, 1978)

PROGETTO SPECIALE
Archivio Casa degli Artisti 
Con l’avvio della programmazione WORK, si apre anche il progetto speciale “Archivio”.
Casa degli Artisti è un edificio che, come ha ricordato Luca Scarlini durante la festa di apertura, conserva una storia di aneddoti disseminati nelle singole memorie degli artisti che qui hanno lavorato grazie alla visione di Luciano Fabro e Hidetoshi Nagasawa, dei musicisti che hanno portato la loro musica, dei liutai delle botteghe al piano terra, delle persone che hanno frequentato il CSOA Garibaldi e dei cittadini del quartiere. Dalla riapertura di Casa degli Artisti si sono venute a creare nuove memorie prodotte dalle/gli artiste/i che qui hanno trascorso il loro tempo. Tutti i frammenti di passato e presente con i progetti delle artiste e degli artisti saranno materia viva capace di connettere memorie disperse, delineare altri sguardi, gemmare nuove genealogie.

Il progetto d’archivio è appunto alla ricerca dei frammenti di memoria, di immagini, di voci narranti e lo fa attraverso il lavoro generativo della pratica artistica. A Chiara Longo (Milano, 1977) e Rebecca Moccia (Napoli, 1992), le prime due artiste selezionate, il compito di iniziare.
 

INFO
Casa degli Artisti è aperta dal martedì alla domenica alle 12.00 alle 22.00. Al piano terra è possibile trovare, oltre allo spazio espositivo, il bistrot “Degustazione” e l’info point. Gli studi del primo e secondo piano sono abitati dagli artisti quindi una volta al mese vengono organizzate visite aperte alla città.