Le #Naturografie di Roberto Ghezzi proposte da WildMazzini sono la testimonianza dolorosa
della sedimentazione che una tela raccoglie immersa in uno spazio acquatico, lavori struggenti
e affascinanti.
Wild Mazzini ritrova nel lavoro di Ghezzi continuità con
il tema della stagione espositiva – Ex Machina – caratterizzata da soluzioni
tra arte e design capaci di proiettarci oltre i dati (in questo caso dataset
biologici) verso una comprensione più generale della realtà, mostrandoci con
pacata chiarezza quello che tutti sappiamo, ma che scioccamente trascuriamo,
del mondo che abitiamo: ne siamo ospiti.
L’esposizione è arricchita dall’installazione sonora
autogenerativa The Quietest Voice di Riccardo Tesorini, concepita per dialogare
con le Naturografie e basata su un
sistema di riscrittura tratto dalla formalizzazione della crescita delle
piante. (L-system) L’algoritmo aziona secondo questo principio le “voci” della
composizione in maniera autonoma. Il risultato sonoro viene gestito tramite dei
sound exciters che anziché produrre il suono attraverso l’aria come i normali
speaker, si servono di una superficie da mettere in vibrazione, producendo così
un suono site-specific, che risponde alla volontà dell’artista di far crescere
e morire la propria musica adeguandosi al luogo deputato per l’installazione.