Con
l’apertura della nuova stagione espositiva, COLLA, la piattaforma
progettuale che riunisce gallerie e spazi no profit torinesi e non solo,
ritorna con una nuova mostra, che questa volta avrà luogo da Burning
Giraffe Art Gallery, a partire da giovedì 21 settembre 2017.
Con scadenza semestrale, ciascuna delle realtà che formano COLLA (Burning Giraffe, Galleria Moitre, Fusion Art Gallery, Metroquadro e Spazio Ferramenta) ospita un progetto ideato e curato dall’intero gruppo, che coinvolge un artista per spazio espositivo. Per la prima volta, oltre ai cinque membri fondatori, alla mostra parteciperà anche BI-BOx Art Space, di Biella, a sottolineare l’apertura e la dimensione dinamica e in costante evoluzione di COLLA, oltre che l’intenzione di allargare la piattaforma al di fuori dei confini della città di Torino.
La nuova mostra, Visioni d’interno, sviluppa due sguardi paralleli sul tema espresso dal titolo: uno sguardo estroverso, fotografico o pittorico, che cattura interni letterali – luoghi fisici vivi e vissuti: stanze d’albergo, interni di fabbriche abbandonate –, si accompagna a uno introiettato, che dà vita a una serie di espressioni e moti di un di dentro figurato, manifestazioni artistiche necessarie che scaturiscono dall’animo umano prendendo quella stessa interiorità a soggetto. La somma degli sguardi dei sei artisti presenti in mostra (Anna Capolupo, Michela Depetris, Serena Gamba, Alessandra Maio, Erwin Olaf, Ettore Pinelli) disegna un panorama dell’interiorità umana, e dei suoi luoghi, complesso e coinvolgente, attraverso un’ampia e diversificata gamma di linguaggi espressivi.
Nella
serata di giovedì 28 settembre, nell’ambito della mostra, verrà
presentato il live set sonoro con visual performance dal vivo del
collettivo PUPA BUM.
La
mostra si chiuderà sabato 14 ottobre 2017, in occasione della
tredicesima edizione della Giornata del Contemporaneo indetta
dall’associazione AMACI, che coinvolge ogni anno oltre mille spazi
pubblici e privati dedicati all’arte contemporanea.
Visioni d’interno
A cura del progetto COLLA
Luogo: Burning Giraffe Art Gallery
Via Eusebio Bava, 8/a, 10124, Torino
Vernissage: giovedì 21 settembre, ore 18:30-21:30
Periodo mostra: dal 21 settembre al 14 ottobre 2017
Orario di apertura: martedì-sabato, 14:30-19:30 (mattina su appuntamento)
Contatti: www.collacontemporary.weebly.com – collacontemporary@outlook.com
www.bugartgallery.com – info@bugartgallery.com – t. 0115832745
MEDIA PARTNER
www.urbanmirrors.com
A cura del progetto COLLA
Luogo: Burning Giraffe Art Gallery
Via Eusebio Bava, 8/a, 10124, Torino
Vernissage: giovedì 21 settembre, ore 18:30-21:30
Periodo mostra: dal 21 settembre al 14 ottobre 2017
Orario di apertura: martedì-sabato, 14:30-19:30 (mattina su appuntamento)
Contatti: www.collacontemporary.weebly.com – collacontemporary@outlook.com
www.bugartgallery.com – info@bugartgallery.com – t. 0115832745
MEDIA PARTNER
www.urbanmirrors.com
Gli Artisti partecipanti:
Anna Capolupo (presentata da Burning Giraffe Art Gallery)
Nasce
a Lamezia Terme nel 1983. Vive e lavora a Firenze, dove ottiene la
laurea in Pittura all’Accademia di Belle Arti. Nel dicembre del 2014,
una sua opera entra a far parte della collezione Bancartis di BCC
Mediocrati, preludio alla sua prima personale in un’istituzione museale
pubblica, che si tiene l’anno successivo al MACA (Museo Arte
Contemporanea Acri). A febbraio 2015 la rivista Wired la inserisce nella
lista dei 20 giovani più promettenti d’Italia (Wired Audi Innovation
Award). Nel 2015 si aggiudica il Combat Prize, sezione Grafica. A inizio
2017, espone alla Galleria Nazionale di Cosenza, nell’ambito della
mostra “Modernolatria. Boccioni+100”.
Negli
ultimi anni, Anna Capolupo ha sviluppato due ricerche parallele: quella
pittorica, fatta di ruvidi paesaggi e interni urbani ricostruiti per
stratificazioni di tecniche, frutto di uno sguardo attento e
disincantato gettato dall’artista sul mondo esterno; e un’altra più
recente, che si può inserire nell’ambito della Fiber Art, che nasce
invece dall’esigenza di rivolgersi verso la propria interiorità e i
ricordi che la compongono. L’installazione presentata in occasione della
mostra “Visioni d’interno” coniuga per la prima volta le due ricerche e
i due sguardi in un’unica opera. Una serie di interni urbani, luoghi
abbandonati che appartengono anch’essi alla memoria dell’artista,
compongono un tutt’uno con un variopinto arazzo su carta, che è la
ricostruzione artistica e gestuale di un oggetto estrapolato dalla
memoria: una delle coperte che la bisnonna dell’artista realizzava per
ciascuno dei membri della famiglia.
Michela Depetris (presentata da Spazio Ferramenta).
Classe
1984, Michela Depetris si forma all’Accademia di Belle Arti di Torino e
all’Universidad Poitecnica de Valencia. Successivamente ottiene un
master in Arti performative e Cultura visuale presso il Museo Reina
Sofia di Madrid.
Ispezionare
la realtà da molto vicino, come un investigatore privato, come un
poliziotto, come un cane | Forse niente ha senso, ma tutto può produrre
significato | Ogni volta che guardi qualcosa, la cambi | Il ready made è
performativo
La
ricerca di Michela Depetris riflette sul legame tra intimità, sguardo e
identità. Il primo è sia un tema centrale che il metodo di lavoro.
L’artista parte sempre da un’idea di azione, di performance, intesa come
processo generativo di attivazione della riflessione nel fare. Questo,
per Michela, significa anche esporsi alla condizione dello stare nel
mondo, incarnare l’idea e sensibilizzare lo sguardo. Sentire come un
animale e saper rendere visibili le cose che ci sono ma non si vedono,
oppure vederle anche se non le si sta guardando.
Spesso
l’artista instaura collaborazioni, ogni proposta può essere il pretesto
per una relazione, per sviluppare processi condivisi, influenze
reciproche, l’inclusione dell’imprevisto in modo imprescindibile.
Serena Gamba (presentata da Galleria Moitre)
Nella
ricerca di Serena Gamba, gli spazi immaginati, i collages, le
produzioni con le parole, le piante e mappe, le prospettive inverse,
così come i libri e le tavole di paraffina incisa tendono ad un comune
interrogativo: fino a che punto il ricordo riuscirà a indagare e/o
rallentare l’oblio fronteggiando il problema del dissolversi di una
memoria collettiva? L’oblio inteso sia come fine naturale ed inevitabile
del nostro essere/esistere, sia come l’annullamento della Cultura, di
cui l’Arte ne rappresenta una parte.
L’influenza
degli studi in Architettura prima, e della Grafica tradizionale
successivamente hanno contribuito a formare un determinato punto di
vista sull’immaginario delle Arti Visive teso alla ricerca di una lucida
e sobria poetica.
Ha
tenuto la sua prima personale all’interno del progetto DI.DA a Bolzano
(Van Der Gallery); è stata artista finalista del Premio Lissone 2016;
prossimamente esporrà negli spazi della Galleria Alessio Moitre a Torino
e Isolo 17 Gallery a Verona.
Alessandra Maio (presentata da BI-Box Art Space)
Bolognese, calsse 1982, si diploma nel 2005 all’Accademia di Belle Arti e si laurea nel 2008 in Storia dell’Arte Contemporanea.
Ha
partecipato a vari premi e concorsi nazionali, tra i quali Arteam nel
2016, il premio internazionale di pittura Zingarelli Rocca delle Macie
nel 2014, la Biennale Giovani Monza e la Biennale d’Arte di Lodi del
2013. Ha all’attivo varie partecipazioni a mostre collettive e alcune
personali, tra cui quella a Biella nel 2015, presso BI-BOx Art Space e
in altre gallerie all’estero.
Alessandra ama collaborare con altri artisti per la realizzazione di progetti artistici condivisi.
Il
registro delle sue opere è l’utilizzo della scrittura come elemento
fondante dell’immagine, in modo da costruire attraverso la ripetizione
mantrica di una frase una figura o un soggetto evocativo del testo più
volte trascritto, ma instillando nella visione di chi osserva una punta
di sarcasmo o di sottile e poetica ironia.
È
un mondo di frasi quello che Maio costruisce, con il ricorso di
elementi semplici, quali la penna Bic con il limite dei colori che
offre.
Erwin Olaf (presentato da Metroquadro)
Nasce a Hilversum, in Olanda, nel 1959. Vive e lavora ad Amsterdam dai primi anni ’80.
Olaf
si è fatto conoscere per lo stile complesso e brillante della sua
fotografia commerciale e per l’incredibile incisività del suo lavoro
artistico in studio.
Ha
vinto diversi Leone d’Argento per la sua fotografia commerciale e tra
gli altri: Photographer of the Year (2006), Artist of the Year of the
Netherlands (2007) e il Lucie Award USA (2008) per i traguardi raggiunti
nella fotografia. Nel 2011 il Dutch Johannes Vermeer Award, per l’alto
valore del suo intero lavoro. Nel 2013 disegna la moneta da un euro
olandese.
Sue personali sono state esposte nei più famosi musei di tutto il mondo.
La
serie Hotel riguarda l’alienazione e la sottile gamma di oscure
emozioni che essa provoca in una persona. Le stanze di hotel in cui
dormo quando viaggio sono tutte diverse, ma la sensazione che
trasmettono è sempre la stessa, ha luogo una sorta di distacco. – Erwin
Olaf, 2011 –
Le
anonime camere d’albergo in cui i soggetti sono ritratti sono scatole
chiuse ed isolate in una dimensione assente dal tempo reale, in cui i
personaggi appaiono intrappolati in un’annoiata attesa.
Come
è sua abitudine, il fotografo olandese sceglie per questa serie di
indagare uno specifico ed unico stato d’animo in tutte le sue
sfaccettature ed interpretazioni, da quelle più comuni e superficiali a
quelle più inconsuete ed oscure.
L’ambiguità
e il senso di nostalgica frustrazione che le immagini trasmettono
contrastano con la perfezione meticolosa dei dettagli della
rappresentazione, confermando l’abilità dell’artista nel ricostruire il
contesto e la scena fin nei minimi dettagli, con un’attenzione quasi
cinematografica al trucco, all’acconciatura, all’abito, all’oggetto
d’arredo, alla luce dell’ambiente.
Ettore Pinelli (presentato da Fusion Art Gallery)
Ettore
Pinelli nasce a Modica, nel 1984. Formatosi in Accademia di belle arti
di Firenze, si diploma in pittura nel 2007 e in progettazione e cura
degli allestimenti nel 2010 in collaborazione con il Centro per l’arte
con-temporanea Luigi Pecci di Prato. Nel 2009 fonda .LAB (Young Artists
Sharing Ideas | Firenze)
Nel
2014 è selezionato per la 1ª edizione del Premio FAM Giovani per le
arti visive (AG). Nel 2015 é selezio-nato da Eva Comuzzi ed Andrea
Bruciati per Some Velvet Drawings (ArtVerona). Nel 2015 è vincitore del
Premio Marina di Ravenna e nel 2016 del Premio We Art International
(Milano) in collaborazione con Base-ment Project Room (LT). Nel 2015 è
artista selezionato dai curatori del premio ORA. Nel 2016 è uno dei
fina-listi di TU 35, geografie dell’arte emergente in Toscana, promosso
dal Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato. Nel 2017 è
finalista al 18º Premio Cairo (Palazzo Reale Milano).
Nel
lavoro di Ettore Pinelli i soggetti tentano di “emergere”, in quanto
sommersi e i livelli di lettura so-no isobate. L’impianto della
composizione è fuorviante e la metafora della marea che nel suo moto
occulta e protegge descrive l’ambivalenza del messaggio latente. I toni
soffusi, morbidi e sinuosi delle monocromie attirano lo sguardo
inducendo i sensi ad abbandonarsi ad uno stato di pace
“estetica/estatica” mentre poi, a voler ben cercare/capire/scandagliare
(ed è fondamentale che ci sia la volontà di fare o non fare questo
sforzo) ci si ritrova a fare i conti col soggetto, sempre violento e
aggressivo, specchio perturbante di un aspetto della società
contemporanea con la quale l’artista ci vuole confrontare. La natura
umana sub-conscia. La visione interiore di un interno esternato.
PUPA BOOM
Performance (giovedì 28 settembre)
PUOI MANGIARE CRACKERS NEL MIO LETTO QUANDO VUOI
Abbiamo
voglia e bisogno di giocare, siamo animali fantastici, nel senso che
viviamo di fantasie. Non abbiamo tempo per riflettere sulle cose che
facciamo, quindi un giorno abbiamo deciso di farle e basta, con quello
che avevamo in casa.
In
occasione della mostra Visioni d’interno, Spazio Ferramenta presenta Il
progetto PUPA BOOM che nasce dalle esperienze dei suoi componenti nel
suono e nella performance art. L’azione è un opera crossover che porta
lo spettatore a saltare tra il reale e il surreale, attraverso la
normalità del gesto e l’astrazione del suono all’interno di suggestioni
visive elaborate dalla luce.