Non
ho parole, per questo grande progetto, l’umore è alterno da parte
un senso di ammirazione per tutti questi manufatti eseguiti con
grande maestria e capacità, dall’altra una marea di dubbi su
quello che vedo. Più che un’opera d’arte opere di alto
artigianato. Pare di essere su un set di un film dove fra poco si
svolgeranno azioni incredibili, eventi mitologici e chissà che
altro.
Si
sono già scritti fiumi di parole per questo evento. Di arte se ne
percepisce un sentore, ma nulla più, sicuramente piacerà a chi vuol
farsi notare anche se poi il tutto non ha un capo ne una coda. Tutte
queste sculture non trasmettono molto, non dicono nulla di
interessante, sicuramente sono bellissimi oggetti, divertenti miscele
fra mitologie fumetti e personaggi da film d’avventura. Una marea
di bei manufatti fatti per divertire, un gioco narrativo che ha poco
di culturale poiché oggi domina un unico credo consumismo, e questo
evento ne è il perfetto modello.
PS.
una lettura più cattiva potrebbe però vederci una bella presa in
giro che l’artista inglese fa alla parallela Biennale, che qui ogni
due anni raccoglie tutto il mondo dell’arte, soprattutto quello
così detto intellettuale, critico, curatoriale; che nel confronto
risulta un piccolo criceto che gira su se stesso, mentre l’intervento
di Hirst è un mastodontico gioco per tutti.