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23/02/17

Annette Messager a Villa Medici




Fino al 23 aprile 2017, l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici accoglie la prima mostra personale in Italia di Annette Messager, una delle artiste francesi più note, radicali e anticonformiste del panorama artistico contemporaneo, parte di una rassegna  artistica voluto fortemente dalla direttrice di Villa Medici Muriel Mayette-Holtz, curato da Chiara Parisi.

Si tratta di un evento che attraversa questi magnifici spazi, raccontando del lungo percorso creativo dell’artista francese e delle tante declinazioni del suo fare artistico.

Il titolo della mostra “Messaggera” ci avvia sullo spirito ironico, a volte anche doloroso, con cui l’artista opera; il cognome posto come azione diventa veicolo di emozioni, riflessioni, dubbi e paure.

«Trasformare» spiega l’artista «per me è come giocare. Ma giocare seriamente, come fanno i bambini. E mi considero una bambina molto antica». Con queste parole, Annette Messager ci introduce nel suo mondo in bilico tra familiare e perturbante, fra sogno e incubo, fatto di tessuti, matite colorate, immagini manipolate, bambole di pelouche e animali naturalizzati.

Così Villa Medici si popola di creature che prendono forma da una fervida immaginazione, tutte realizzate appositamente per la mostra: la celebre Fontana della Loggia viene animata da serpenti-giocattolo; nel giardino, i cespugli di bosso prendono la forma di curiosi animali, e il Mercurio del Giambologna brandisce uno scalpo che oscilla al vento, capelli che rimandano a una femminilità libera e spregiudicata. «Mi chiamo Messager, certo, ma non rilascio alcun messaggio. È lo spettatore a delineare la strada con la propria storia e la propria immaginazione», dice l’artista. Questa capigliatura evoca le azioni dell’artista che negli anni ‘70 tagliavi i suoi lunghi capelli per utilizzarli in disegni, come fossero tentativi di dominare questa materia libera e incontrollabile.



Nell’Atelier di Balthus Annette Messager ricopre le pareti con una carta costellata da disegni di uteri, e da una Gioconda che riporta l’irriverente slogan “Balthutérus” o “No God in my uterus”. «Ho disegnato l’utero» spiega «perché richiama i vasi di fiori; alcuni fiori però, come le orchidee, possono sembrare minacciosi. La donna fa sempre un po’ paura. Non va dimenticato che l’isteria deriva dalla parola utero».

Nelle Gallerie interne l’installazione monumentale Eux et Nous, Nous et Eux (2000) occupa la grande scalinata centrale: dal soffitto pendono specchi, sui quali campeggiano diverse specie di animali naturalizzati con protesi di pelouche.



Altro riferimento imprescindibile è Pinocchio, cui Annette Messager si è ispirata per l’opera Casino che le è valsa il Leone d’oro alla Biennale di Venezia nel 2005. «Pinocchio è un eroe universale, una metafora dell’uomo. È il bello e il brutto, il lato oscuro e il lato meraviglioso, pieno di fantasia degli esseri umani. Tutti noi lottiamo come burattini manipolati». L’installazione Histoire de traversins (2004-2005) invade lo spazio della mostra: si tratta di un lavoro che può rimandare ai prigionieri di Auschwitz come alle lotte di cuscini dei ragazzi. Al cuore di questa installazione sensuale e inquietante, sorgono delle opere poetiche come Tutu dansant (2013).


«Quando ho iniziato – racconta Messager – il mondo dell’arte era quasi esclusivamente maschile. Da allora, la percentuale di donne è aumentata. Eppure i pregiudizi sono duri a morire. Una donna artista immediatamente desta sospetti: mi viene chiesto della mia vita privata, mi viene chiesto se ho figli. Le scrittrici sono accettate meglio, probabilmente perché hanno ereditato la tradizione dello scrivere il diario». Con il suo personalissimo modo di interpretare il nostro tempo, di raccontare storie e creare ambientazioni spiazzanti, Annette Messager contribuisce a rompere stereotipi, interrogando la società sui cliché legati alla femminilità.




Il catalogo pubblicato in occasione della mostra, edito da Electa, è il primo di una nuova collezione sull’arte contemporanea e nasce come libro d’artista: si tratta infatti del diario intimo di Annette Messager, dedicato a Villa Medici, accompagnato da un poster edito per l’occasione.

Ad Annette Messager seguiranno, a maggio, le mostre di Yoko Ono e Claire Tabouret, mentre in ottobre sarà presentato il dialogo tra Camille Claudel e Elizabeth Peyton e, all’inizio del 2018, la personale di Tatiana Trouvé, un progetto globale che prende il nome di Une, interamente curato da Chiara Parisi.




Orari di apertura della mostra: da martedì a domenica, chiuso il lunedì, dalle 10.00 alle 19.00 (ultimo ingresso alle 18.30).

Biglietto unico per la mostra e la visita guidata a Villa Medici e ai giardini: 12 € (tariffa intera) / 6 € (tariffa ridotta*). Ingresso libero per la mostra tutti i giovedì dalle 17.00 alle 19.00 (ultimo ingresso alle 18.30).

Accademia di Francia a Roma – Villa Medici
viale Trinità dei Monti, 1 - 00187 Roma

T +39 06 67611 www.villamedici.it