Ore
16 - La natura come oggetto sociale: tre capanne semplici
Secondo
la riflessione di Leonardo Caffo, “l’ideale della natura come ciò
che è altro dal sociale è un mito filosofico che guida la
contemporaneità almeno dal trascendentalismo a oggi.
La
natura selvaggia come un luogo a cui tornare, piuttosto che ‘il
punto di vista della natura’, come la retorica animante delle
ecologie, degli ambientalismi e naturalismi contemporanei. Ma se la
natura fosse anch’essa un oggetto sociale? Se la natura, dunque,
non fosse naturale?”.
Ripercorrendo
questa storia ontologica della vita e degli oggetti dell’uomo,
Caffo ci conduce nell’attraversamento “di stazioni filosofiche
decisive: la tassonomia, l’antropocene e l’antropocentrismo, fino
ad arrivare a tre capanne emblematiche che hanno tentato di sfuggire
alla gabbia della vita puramente artificiale. Le capanne di Thoreau,
Kaczynski e Le Corbusier: ovvero le capanne della vita di ogni
giorno”.
17,30
- Qual è la relazione fra l’equilibrio e lo sguardo?
È
possibile trovare un equilibrio in un campo visivo che non ci
appartiene?
Luca
De Leva ha affrontato queste domande mettendo in pratica un radicale
scambio di vista, iniziato alla fine del 2015 e tuttora in corso.
Impiegando dispositivi oculari per la realtà virtuale opportunamente
modificati, ha invertito il suo campo visivo con quello della
compagna Giacinta Gandolfo durante la loro vita quotidiana. Il
vedersi in terza persona, impossessarsi dello sguardo altrui, e le
forme di dipendenza e controllo generate da questa esperienza,
sollevano interrogativi sui confini della percezione e sull’impatto
della tecnologia nelle relazioni umane.
Lo
scambio di vista attuato nella loro vita privata prende forma in
performance pubbliche dove la dimensione di finzione ed evocazione fa
emergere nuove riflessioni sul rapporto tra esperienza vissuta ed
esperienza raccontata.