Phofdo - photographic project
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29/07/15
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25/07/15
23/07/15
20/07/15
De Wain Valentine, i lavori dal 1960 al 1970 da David Zwirner
Particolare successo per la mostra sulle opere di De Wain Valentine da David Zwirner a New York
David Zwirner is pleased to present an exhibition of works from the 1960s and 1970s by De Wain Valentine (b. 1936). A key member of what is often referred to as the Light and Space movement, Valentine is distinguished in particular by his in-depth understanding of synthetic materials and his ability to transform these industrial products into artworks that reveal his fascination with light, transparency, reflection, and surface. On view at 525 and 533 West 19th Street in New York, this exhibition will focus on the artist’s pioneering achievements in polyester resin and present the key forms that he articulated and returned to during this period. The exhibition, which is organized in cooperation with the artist, will include a selection of works that fully demonstrates Valentine’s range and virtuosity with his chosen material.
18/07/15
The Spirit of the Staircase
The Spirit of the Staircase presents new work by artists Beth Collar, Danilo Correale, Andrew Gillespie, James Parkinson, Sue Tompkins and Marie Toseland. The work circles various processes of translation from a range of linguistic, material and bodily positions.
When translated, information, whether within a digital file, an ancient artefact or a nuanced linguistic phrase, is lost and new material and meanings are formed. I am interested in the time – whether seconds or centuries – that something is in translation. As cultural artefacts travel they are put through a state of transposition, accumulating different readings through time
The Spirit of the Staircase
Beth Collar, Danilo Correale, Andrew Gillespie, James Parkinson, Sue Tompkins, Marie Toseland
27 June - 1 August 2015
Curated by Elinor Morgan
17/07/15
16/07/15
Spiaggia da museo
Ecco alcuni scatti, di Noah Kalina, dal recente progetto del National Building Museum di Washington ideato da Snarkitecture.
Si tratta dell'installazione interattiva "The Beach" realizzata con più di un milione di palline di plastica riciclabile traslucida.
Via un'effetto spiaggia con ombrelloni, sdrai e pontili, ci sarà anche un fantastico party, via non si può dire che l'arte non segua le gioie delle stagioni!
15/07/15
Protetta la City di Heizer
Fra pochi giorni Barack Obama metterà sotto l'ala del Monumenti Nazionali l'opera "City" di Michael Heizer, realizzata nel 1972 e presente nell'area privata del Garden Valley, a nord di Las Vegas.
14/07/15
Marcel Broodthaers al Fridericianum
“Fiction enables us to grasp reality and at the same time that which is veiled by reality.” – Marcel Broodthaers
In 1964 the writer Marcel Broodthaers decided to become a visual artist. Yet he retained an avid interest in language, its systems of meaning, and its poetry, which became integral components of his art. Maintaining a distance to the art scene, Broodthaers raised fundamental questions about art—about its media, about how the artwork is defined, and about its representation in museums. His works resist definitive art-historical classification and his oeuvre still stands as a persistent critique of the commercializing strategies of the art market today.
Influenced by the anti-authoritarian discourses of the 1960s, Broodthaers’ art is by no means divorced from the political dimensions of reality. He undertook a critical examination of the practices of collecting, archiving, and display, questioning the power of the institution to define and exposing the museum itself as a representational and ideological authority.
Broodthaers’ criticism is grounded in a probing investigation of the ordering systems of everyday life, the mechanisms involved in the production of meaning, and their place within a collective cultural memory. Extracting images, objects, words, and actions from their established contexts, the artist engendered a sense of uncertainty in which the contrast between the reality of visual images and the reality they depict becomes clearly visible. He revealed the agency of objects, which transcend our ability to grasp them through language, and emphasized the puzzling play of language itself, employing words as both visualized ideas and literal material. In an age characterized by our faith in the capacity of visual images to explain scientific and political phenomena, the oeuvre of Marcel Broodthaers, in which the unspoken dissonance of images, words, and meanings becomes apparent, assumes immense power and relevance.
On the occasion of the 60th anniversary of documenta, the Fridericianum is presenting a major survey exhibition featuring works from all of the artist’s creative periods. The exhibition encompasses early sculptures, films, slide projections, prints, and drawings as well as Le Corbeau et le Renard (1967–72), the Section Publicité of the Musée d’Art Moderne, Département des Aigles (1972), Miroir d'Époque Regency (1973), Éloge du sujet (1974), Dites partout que je l'ai dit (1974), Jardin d’Hiver II (1974), L’Entrée de l’Exposition (1974), Salle Blanche (1975), and DÉCOR, A Conquest by Marcel Broodthaers (1975).
Curated by Susanne Pfeffer
13/07/15
Fai luce! concorso d'arte per Torino
La Città di Torino indice un bando rivolto a giovani artisti di età compresa tra i 18 e i 35 anni per la realizzazione di una nuova opera che arricchirà la collezione di Luci d’artista.
La partecipazione alle selezioni è completamente gratuita e non prevede costi di iscrizione.
Per inviare la propria proposta ogni artista partecipante dovrà far pervenire in formato digitale tramite mail o in formato cartaceo la seguente documentazione:
domanda di partecipazione (allegata al bando), compilata in tutte le sue parti e sottoscritta in originale, con allegata fotocopia del documento di identità; file in formato word (estensione .doc) con breve biografia dell’artista (max 15 righe), con eventuali principali esposizioni e/o opere realizzate (gradito l’invio di portfolio con lavori eseguiti negli ultimi due anni in formato cartaceo o elettronico (jpeg, gif, pdf) o, in alternativa, indicando il link a un sito web di presentazione personale dell’artista; file in formato word (estensione .doc) o file pdf con la descrizione del progetto dell’opera di Luce; progetto grafico dell’allestimento (massimo 5 tavole), di formato pdf se in formato elettronico; il progetto dovrà comprendere: vista complessiva del progetto ed eventuali modelli e rendering; dettagli che dimostrino di aver affrontato tecnologicamente gli aspetti critici; almeno un disegno di insieme quotato; previsione di budget di realizzazione e allestimento.
La documentazione dovrà essere inviata in formato elettronico all’indirizzo email di posta certificata a cultura.comunicazione.promozionecitta@cert.comune.torino.it con firma scannerizzata e raccolta in una unica cartella .pdf di dimensione max 30 Mb.; cartacea mediante raccomandata A/R o posta celere con avviso di ricevimento, oppure corriere privato o ancora consegnata a mano all’indirizzo
Divisione Cultura Educazione e Gioventù,
Servizio Arti Visive, Cinema e Teatro, via San Francesco da Paola 3, Torino 10123
La selezione dei progetti avverrà attraverso una giuria di esperti del settore composta da Salvo Bitonti, direttore dell’Accademia Albertina; Marianna Vecellio, curatore Castello di Rivoli ed Elena Volpato, curatore GAM.
La comunicazione all’artista o il gruppo di artisti vincitori del bando avverrà entro il 15 settembre 2015 tramite posta elettronica.
La scadenza è alle ore 12 del giorno 31 agosto 2015.
Per il progetto vincitore l’artista riceverà un premio in denaro di € 3.000,00 (al lordo delle eventuali ritenute di legge), messo a disposizione da uno degli enti che collaborano con la Città alla realizzazione di Luci d’Artista.
Luci d’Artista è un progetto della Città di Torino, realizzato dal Teatro Regio Torino e da Iren con la partecipazione economica di Iren, Compagnia di San Paolo, Fondazione Crt e Camera di Commercio di Torino.
Per maggiori informazioni scaricare il bando
- See more at: http://www.contemporarytorinopiemonte.it/ita/News/Bando-nazionale-per-la-creazione-di-una-nuova-Luce-d-artista#sthash.RGaS1Ehq.dpuf
12/07/15
In Favour of a Total Eclipse
Ecco un'altra fantastica estate e puntuale arriva il progetto solare del Fiorucci Art Trust, che dal 2008, nella suggestiva location dell'isola di Stromboli propone particolari progetti.
Quest'anno il titolo dell'iniziativa è "A favore di un'eclisse totale", un tre atti ispirato a un misterioso manoscritto.
Un gioco fra attimi solari e azioni creative con i video di Kenneth Anger & Brian Butler e Pedro Paiva & Joao Maria Gusmao; una performance di Mathilde Rosier e Raffaello Hefti, le opere di Thomas Zipp, Adriano Costa e Kembra Pfahler. Ci saranno poi gli interventi di Goshka Macuga e Christodoulos Panayiotou.
Ma non mancheranno slittamenti in ambito musicale e azioni in altre sedi, come la Fabbrica Vinyl e una coda finale alla Serpentine a Londra.
Madeinfinlandia
iNNatural è il neologismo e il titolo che sintetizza il pensiero di questa mostra, dove 14 artisti metteranno in dialogo le loro opere col territorio della Filanda, antica industria del filo di seta immersa nella campagna toscana di Pieve a Presciano (AR). I lavori saranno visibili dalle 18,00 del 24 aprile, quando iNNatural si aprirà con un aperitivo a base di fiori commestibili. Chi desidera potrà usufruire dei conforti serali per omaggiare l’incalzare della Primavera.
MADEINFILANDIA nasce come progetto di micro residenza artistica che ha luogo presso la Filanda di Pieve a Presciano (AR), un esempio di archeologia industriale del XIX secolo, e vede tra i suoi fondatori Luca Pancrazzi, Claudio Maccari, Elena El Asmar e Loris Cecchini in collaborazione con Arturo Ghezzi.
Il progetto nasce dal desiderio di ampliare il naturale spazio di confronto e diventa un laboratorio permanente di sperimentazione e convivenza tra artisti, attivo tutto l’anno.
Così, la Filanda, da luogo geografico identificato sulle mappe catastali italiane, si costituisce “Stato di Filandia” e ospita questa speciale popolazione che elabora e collabora, dando adito ad una nuova identità generata, a sua volta, dalle identità che vi partecipano.
Dal 2010, Madeinfilandia si è articolato in numerosi appuntamenti e progetti, in Toscana e nel resto d’Italia, sempre alla ricerca di una condivisione dei processi e dei temi della contemporaneità in una condizione di autonomia rispetto alle consuete dinamiche del sistema dell’arte.
MADEINFILANDIA
via Migliari, Loc.Filanda
Pieve a Presciano
520120 Pergine Valdarno (AR)
tel. +39 0575 897183
info@madeinfilandia.org
madeinfilandia@gmail.com
press@madeinfilandia.org
11/07/15
Artisti indipendenti
Enter
Still House è una recente realtà promozionale autogestita da un
gruppo di artisti di base a New York che sta riscuotendo un buon
successo, sia di pubblico che di vendite.
Che
sia la volta buona che gli artisti imparano a gestirsi direttamente?
http://www.enterstillhouse.com/entrance-stone
The Still House Group is an emerging arts organization, artist-run and based in New York.
Still House supports a unit of young artists, providing them with an environment to conceptualize, produce and exhibit their work. The strong emphasis on collaboration encourages members of the group to assist, critique and formally represent one another, ultimately creating a collective drive that balances the advancement of individual careers with the growth of Still House the entity.
Founded in 2007 by Isaac Brest and Alex Perweiler as an online viewing platform, Still House has produced numerous exhibitions in New York, Los Angeles and Miami. During 2010, the group conducted an eight month residency in an abandoned Department of Transportation office in TriBeCa, and has since built a permanent, multi-faceted arts institution currently based in Red Hook, Brooklyn.
This location serves as a hub for new work, a satellite environment to the art center of Manhattan where young artists engage in a space of their own.
10/07/15
Audrey Hepburn - La dolcezza dello sguardo
Icone di dolcezza e bellezza Audrey Hepburn continua da affascinare il folto pubblico internazionale.
Ora alla National Portrait di Londra è in corso una stupenda mostra con alcuni degli scatti che hanno reso celebre questa famosa attrice, una favolosa carrellata fra glamour ed impegno sociale.
Breve storia dell'attrice da Wikipedia
Audrey Hepburn (nata Audrey Kathleen Ruston; Bruxelles, 4 maggio 1929 – Tolochenaz, 20 gennaio 1993) è stata un'attrice britannica. Cresciuta fra Belgio, Regno Unito e Paesi Bassi, dove visse sotto il regime nazista, durante la seconda guerra mondiale studiò danza per poi approdare al teatro e infine al cinema.
Nel corso della sua carriera lavorò con Billy Wilder, George Cukor e Blake Edwards, oltre che con attori del calibro di Gregory Peck, Humphrey Bogart, Gary Cooper, Cary Grant, Rex Harrison, William Holden e Peter O'Toole e divenne famosa grazie a ruoli come quello di Gigi in uno spettacolo teatrale tratto dall'omonimo romanzo della scrittrice francese Colette (1951), interpretazione che le valse il Theatre World Award per i debutti teatrali, della Principessa Anna in Vacanze romane (1953), interpretazione che le valse l'Oscar come migliore attrice, di Holly Golightly in Colazione da Tiffany (1961) e di Eliza Doolittle nel film musicale My Fair Lady (1964). Altri importanti film cui prese parte sono Sabrina (1954), Sciarada (1963) e Come rubare un milione di dollari e vivere felici (1966).
Negli anni settanta e ottanta apparve sempre più raramente sul grande schermo, preferendo dedicarsi alla famiglia. Nel 1988 fu nominata ambasciatrice ufficiale dell'UNICEF e, da quel momento fino alla sua morte, si dedicò assiduamente al lavoro umanitario, in riconoscimento del quale ricevette nel 1992 la Medaglia presidenziale della libertà (Presidential Medal of Freedom)[1] e nel 1993 il Premio umanitario Jean Hersholt (Jean Hersholt Humanitarian Award).
Vincitrice di un Oscar, di tre Golden Globe, di un Emmy, di un Grammy Award, di quattro BAFTA, di due premi Tony e di tre David di Donatello, la Hepburn fu una delle figure di spicco del cinema statunitense degli anni cinquanta e sessanta.
L'American Film Institute ha inserito la Hepburn al terzo posto tra le più grandi star della storia del cinema.[2] e ha una sua stella sullo Hollywood Walk of Fame, al 1652 di Vine Street.
English
This fascinating photographic exhibition will illustrate the life of actress and fashion icon Audrey Hepburn (1929-1993). From her early years as a chorus girl in London’s West End through to her philanthropic work in later life, Portraits of an Icon will celebrate one of the world’s most photographed and recognisable stars.
A selection of more than seventy images will define Hepburn’s iconography, including classic and rarely seen prints from leading twentieth-century photographers such as Richard Avedon, Cecil Beaton, Terry O’Neill, Norman Parkinson and Irving Penn. Alongside these, an array of vintage magazine covers, film stills, and extraordinary archival material will complete her captivating story.
Supported by Midge and Simon Palley
With support from the Bernard Lee Schwartz Foundation and the Audrey Hepburn Exhibition Supporters Group Organised with support from the Audrey Hepburn Estate / Luca Dotti & Sean Hepburn Ferrer
#Hepburn
09/07/15
I dipinti più costosi
I dipinti più costosa del mondo, in una simpatica mappa ideata dal sito http://howmuch.net/
Si inizia con Picasso e "Les Femmes d'Alger" che è stato recentemente venduto ad un'asta di Christie per il prezzo più alto mai registrato asta per un'opera d'arte.
L'opera, dipinta nel 1955, appena venduto per un enorme $ 160.000.000, più 19,35 milioni dollari in commissioni pagate a Christie.
Sorprendentemente, l'ultima volta che il dipinto è stato venduto è andato per soli 31,9 milioni dollari, il che significa che il venditore ha effettuato un profitto di $ 130 milioni. Questo fa parte di un trend in crescita: secondo Christie, le vendite globali di arte impressionista e moderna erano $ 1,2 miliardi nel 2014, un incremento del 19% rispetto al 2013.
Nel Nord America, le opere d'arte più costose sono state create dall'artista americano Andy Warhol - il suo pezzo "Car Crash Silver" lo scorso anno è stato venduto per oltre 105 milioni dollari;
English
The Most Obscenely Expensive Paintings in the World, in One Map
30 June 2015
Picasso’s Les Femmes d’Alger (Version O) was recently sold at a Christie’s auction for the highest auction price ever recorded for a piece of artwork. The work, painted in 1955, just sold for a whopping $160 million plus $19.35 million in commission paid to Christie’s. Amazingly, the last time the painting was sold it went for only $31.9 million, which means that the seller made a $130 million profit. This is part of a growing trend: according to Christie’s, global sales of impressionist and modern art were $1.2 billion in 2014, a 19% increase over 2013.
In North America, the most expensive art works were created by the American artist Andy Warhol – his Silver Car Crash piece last sold for over $105 million; Canadian artist Lawren Stewart Harris, whose The Old Stump, Lake Superior piece is worth $3.3 million; Mexican artist Rufino Tamayo, whose Trovador piece is valued at $7.2 million; and Cuban artist Wilfredo Lam, whose piece called ídolo (Oya/Divinité de l’air et de la mort) last sold for over $4.5 million.
But the majority of the World’s most expensive works were created throughout Europe. Most notably, Spain’s Picasso painted Les Femmes d’Alger; France’s Claude Monet painted Le Bassin aux Nymphéas, which was last purchased for $80.5 million; Britain’s Francis Bacon painted the famous Three Studies of Lucian Freud, worth more than $142 million; Norwegian artist Edward Munch’s The Scream is valued at $120 million; Dutch painter Van Gogh’s Portrait du Dr. Gachet is valued at $82.5 million; Gerhard Richter from Germany painted Abstraktes bild, now worth $46 million; Italian Amedeo Modigliani’s Nu assis sur un divan (La belle romaine) is worth almost $69 million; Gustav Klimt of Austria painted Portrait of Adele Bloch-Bauer II, now valued at $88 million; Belgium’s Peter Paul Ruben painted Massacre of the Innocents, which is worth almost $77 million; and Russia’s Kasimir Severinovich Malevich’s Suprematist Composition is worth $60 million. It is interesting to note the difference in styles between Western and Eastern Europe.
Asia is the birthplace of some pricey artwork too, most notably in China, where Zhang Daqian painted Lotus and Mandarin Ducks, now worth $24.5 million. The most expensive pieces of art created throughout Asia tend to be representative of local cultures.
The most expensive piece of art produced in South America is Roberto Matta’s La Révolte des Contraires (painted in Chile), now worth $5 million. Matta’s painting is followed by Lygia Clark of Brazil’s painting called Contra Relevo (Objeto N. 7), which is worth $2.2 million; Fernando Botero’s The Musicians, painted in Colombia and now with $2 million; and Joaquín Torres García’s Constructif Mysterieux, painted in Uruguay and valued at $1.7 million.
All of these maps show just how much cultural diversity there is around the World. However, they are also useful for illustrating the accumulation of wealth in rich nations. Art tends to be more highly valued by people living in countries with larger economies. Often art is valued not just for its aesthetic qualities or for the meaning behind it, but also for its ability to retain value and act as a safe investment vehicle. More and more, the superrich are relying on rare works as part of their investment portfolios. This might be having profound impacts on the wider economy: some have speculated that bouts of increased art sales actually signal overheated equity markets. Whether or not this is true, it is clear that the market for rare art is alive and well, and showing no signs of slowing.
Our research contains paintings sold in public auctions with reported prices, other paintings such as Gauguin painting sold privately with unconfirmed amounts are not included
Data on art prices is tough to find, and many countries do not have any data at all -- if you know of any top-dollar pieces of artwork made by artists in your country or have questions/comments, drop us a line. We are open to corrections or suggestions.
UPDATE: The painting shown in Hungary is not correct. We will issue this mistake in shortly.
08/07/15
Chercher le garçon
Didier Courbot Needs (Rome) 1999 Photographie couleur, 94 x 120 cm FNAC 02-329 /© droits réservés/ CNAP/ Photo Florian Kleinefenn.
Fra le tante mostre estive una che trovo interessante sia per le opere che per la tematica, quella al MAC VAL – Musée d’art contemporain du Val-de-Marne dal titolo
L’exposition « Chercher le garçon » réunit une centaine d’artistes mâles qui, d’une manière ou d’une autre, interrogent et déstabilisent les modèles établis. Rejetant tout autoritarisme, questionnant les valeurs traditionnellement associées à la masculinité (efficacité, autorité, héroïsme, conquête, force, etc.), les œuvres rassemblées proposent toutes des stratégies de résistance et de redéfinition du paradigme masculin. Le masculin y est mis en questions dans toute sa plasticité. L’anthropologie nous a appris que la différence minimale et irréductible entre le mâle et la femelle tient dans les différentes places occupées dans la chaîne de procréation. Le reste est construction sociale, ancré et dépendant des lieux, des époques, des cultures.
Dan Finsel The Space Between You and Me 2012 Vidéo, 28’54’’ Courtesy l’artiste et Richard Telles Fine Art, Los Angeles
Privilégiant la lenteur, la chute, l’échec, l’invisible, jouant des codes de représentation de l’idéal masculin qui selon Georges L. Mosse « imprègne toute la culture occidentale »*, mettant en crise toute une histoire utopique et moderniste de l’art, questionnant ainsi les place et fonction de l’artiste, ces œuvres font bégayer l’histoire de l’art, et se situent plutôt du côté du mineur (Gilles Deleuze) et des révolutions moléculaires chères à Félix Guattari.
L’exposition développe une approche tournée vers des artistes et des œuvres que l’on peut appréhender à partir des théories et postures féministes depuis les années 60. Ou comment le féminisme, envisagé comme une entreprise de déconstruction des systèmes de domination de tous ordres, irrigue la création contemporaine dans une perspective nécessaire d’ancrage de l’art dans un espace de réflexion et d’analyse du réel contemporain.
Dans son introduction à l’ouvrage de Carla Lonzi, Autoportrait (1969, JRP/Ringier 2013), Giovanna Zapperi formule l’apport des études féministes à l’histoire de l’art comme le passage de « l’énoncé d’un moi autoritaire à l’expression d’un sujet multiple et fragmenté » (p.18). Elle poursuit : « Produire de la connaissance à partir de l’expérience subjective est un des traits distinctifs des pratiques féministes. » (p.30) qui s’ancre dans « le récit de soi, la primauté de la subjectivité et le plaisir de la conversation » (p.12). Les œuvres ici rassemblées ressortent de cette dynamique : les artistes s’y expriment à la première personne du singulier, prenant en charge la narration de leurs propres subjectivités.
Car, comme l’écrit Virginie Despentes : « Le féminisme est une révolution, pas un réaménagement des consignes marketing […]. Le féminisme est une aventure collective, pour les femmes, pour les hommes, et pour les autres. Une révolution, bien en marche. Une vision du monde, un choix. Il ne s’agit pas d’opposer les petits avantages des femmes aux petits acquis des hommes, mais bien de tout foutre en l’air. » Op.cit, p. 156.
Philippe Ramette L’Ombre (de moi-même) 2007. Installation lumineuse, technique mixte, dimensions variables. © Adagp, Paris 2015. Courtesy Galerie Xippas. Photo © Marc Domage © Philippe Ramette.
Si l’on considère le féminisme comme entreprise théorique et pratique de résistance à TOUTE forme de domination, si l’on considère que le patriarcat et la masculinité hégémonique sont des formes idéologiques à combattre, alors, il semble important et urgent de se questionner sur le masculin. De le déconstruire. Et d’ouvrir un espace où les hommes parleraient d’eux-mêmes et de leur condition, en toute conscience.
Il ne s’agit pas, bien évidemment, de régler la question - l’exposition est partielle, partiale et subjective, mais, bien au contraire, d’amorcer une réflexion que l’on espère fertile.
L’exposition se veut plurivoque, voire même contradictoire. Les œuvres y sont critiques, distanciées, analytiques. Il y est question d’images, de représentations, de déconstructions, de plasticités, de corps. Constatant une similarité entre la figure de l’artiste moderne (génial, utopique, conquérant, novateur…) et celle du mâle dominant, il s’agit de les interroger dans un même mouvement.
On y trouve des attaques en règle contre les figures et formes d’autorité, explorant la plasticité des corps, théâtres des forces idéologiques en présence.
Frank Lamy
07/07/15
Artnews 25 al top!
Con una copertina dedicata ai grandi collezionisti, i 200 top, il mensile Artnews festeggia i suoi 25 anni di pubblicazione.
Ecco i primi
Tutti i dettagli al sito https://www.artnews.com
Le proposte estive delle gallerie torinesi
Il suono come fonte d’ispirazione è la cifra delle mostre in corso presso la Galleria Franco Noero. Se Francesco Vezzoli s’ispira ad una antica narrazione mitologica Sam Fall la usa nella elaborazione di un componimento, le quattro stagioni di Vivaldi vengo dilatate per l’intero anno e i pannelli raccolgono il vissuto dello scorrere del tempo.
Similmente la poetica di Francesco Predaglio alla Galleria Norma Mangione presenta un parlato rielaborato e performativo.
Presso la Galleria Alessio Moitre la fonte d’ispirazione è più drammatica, l’esperienza fotografica di Paolo Ciregia è presente con una serie di intense fotografie in bianco nero.
Collettive tematiche per Alberto Peola, Opere Scelte e In Arco.
La prima presenta una serie di opere legate col titolo Black and Silver, con opere di Piero Gilardi, Fischli&Weiss, Tomàs Saraceno, Perino&Vele e tanti altri.
La giovane ma già interessante età degli artisti unisce la collettiva di Opere Scelte che con le opere di porta una freschezza ricca di creatività; Andrea Fiorino, Manuel Portioli, Alessandro Saturno e Alan Stefanato.
Molto attuale è stata la proposta di In Arco con la mostra “ La Sindone e l'impronta dell'Arte“ che presenta opere di varia tipologia ispirate alla famosa immagine di carattere religioso.
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