Il prossimo 24 Aprile al Castello di Rivoli prende avvio un complesso progetto espositivo che riunisce molte visioni contemporanee, dialogheranno le forme di arte tradizionale le nuove espressioni digitale selezionate da Carolyn Christov-Bakargiev, Marcella Beccaria, Marianna Vecellio e Fabio Cafagna con il coordinamento curatoriale di Anna Musini
Il progetto si svilupperò nelle sedi del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea (edificio Castello, Manica Lunga, giardini e Teatro), Collezione Cerruti, la Casa del Conte Verde e il Cosmo Digitale
Fra i momenti salienti della mostra, segnaliamo:
- Beeple, HUMAN ONE, 2021 – in occasione dell’anteprima museale internazionale, la video scultura cinetica con NFT corrispondente sarà presentata di fronte al dipinto di Francis Bacon Study for Portrait IX, 1956-1957.
- Richard Bell, Bulldozer Scene No Tin Shack, 2022, allestita nei giardini del Castello di Rivoli - una commissione speciale a uno degli artisti e pensatori indigeni più importanti al mondo, il cui lavoro è presente in documenta 15, che aprirà a giugno.
- Julie Mehretu, Orient (after D. Cherry, post Irma and summer), 2017-2020 – il dipinto, che presenta differenti visioni di una realtà stratificata e dinamica, è allestito con l’opera futurista Velocità astratta, 1913, realizzata da Giacomo Balla un secolo prima.
ESPRESSIONI è un programma pluriennale di mostre e di ricerca iniziato nel 2020 che proseguirà fino all'inizio del 2023.
La mostra collettiva ESPRESSIONI CON FRAZIONI si inaugura al Castello di Rivoli il 24 aprile 2022.
ESPRESSIONI CON FRAZIONI si snoderà al primo e al secondo piano delle sale storiche del Castello, negli spazi della Manica Lunga, nei giardini e nel Teatro del Castello, alla Villa Cerruti e alla Casa del Conte Verde a Rivoli.
ESPRESSIONI CON FRAZIONI si riferisce all’aspetto fratturato e frazionato della vita contemporanea, in un momento in cui l’arte viene vissuta sullo sfondo di eventi estremamente diversi quali la rivoluzione digitale, le pandemie e la guerra. La mostra indaga le molteplici forme di espressività, espressione ed espressionismi che percorrono le storie dell’arte e delle società.
“Le pressanti urgenze che definiscono il nostro mondo”, dichiara Carolyn Christov-Bakargiev, Direttore del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, “con la suggestione dell’obsolescenza del soggetto umano “individuale” dovuta alle esigenze di una complessa coevoluzione multispecie capace di incidere sull’Antropocene per giungere a forme di giustizia climatica e sociale, da un lato, e la moltiplicazione dei sé “dividuali” e delle forme di vanità di massa nei social media nella nostra epoca dei ‘selfie’ e dell’iper-rappresentazione del sé uniti alla celebrazione della tecnologia, dall’altro, sono tra gli spunti all’origine di questa mostra, il cui arco temporale si espande dagli albori della civiltà, con le prime pitture rupestri, fino al presente attraverso una prospettiva globale che include uno studio della Street art e incursioni nel mondo online”.
Il percorso espositivo attiverà dialoghi inediti, enfatizzando i molteplici modi in cui gli artisti, in diverse aree temporali e geografiche, esprimono i propri stati emozionali e le proprie sensazioni corporee. La mostra comprende pittura, scultura, installazione, collage, video e performance, per giungere a progetti di arte digitale.
La mostra includerà numerose nuove produzioni artistiche, performance e progetti ‘focus’ di artisti quali Ed Atkins (Oxford, Regno Unito, 1982); Kader Attia (Seine-Saint-Denis, Francia, 1970); Rugilė Barzdžiukaitė (Kaunas, Lituania, 1983), Vaiva Grainytė (Kaunas, Lituania, 1984) e Lina Lapelytė (Kaunas, Lituania, 1984); Beeple (Michael Joseph Winkelmann, Fond du Lac, USA, 1981); Richard Bell (Charleville, Australia, 1953); Anna Boghiguian (Il Cairo, Egitto, 1946); Silvia Calderoni (Lugo, Italia, 1981) e Ilenia Caleo (Livorno, Italia, 1974); Enrico David (Ancona, Italia, 1966); Irene Dionisio (Torino, Italia, 1986); Bracha L. Ettinger (Tel Aviv, Israele, 1948); Grada Kilomba (Lisbona, Portogallo, 1968); Agnieszka Kurant (Lódz, Polonia, 1978); Dana Schutz (Livonia, USA, 1976); Marianna Simnett (Kingstone-upon-Thames, Regno Unito, 1986); e Uýra Sodoma (Emerson Pontes da Silva, Santarém, Brasile, 1991).
Progetti 'focus'
La mostra al Castello di Rivoli segna la prima mondiale museale di HUMAN ONE, 2021 (0xa4c38796C35Dca618FE22a4e77F4210D0b0350d6), di Beeple (Michael Joseph Winkelmann, n. 1981), una scultura video cinetica esistente sia nel regno fisico sia in quello digitale con un’animazione dinamica perpetua di una persona che assomiglia a un astronauta che attraversa un paesaggio in continua evoluzione. Beeple ha creato l’opera d’arte in associazione con le nuove tecnologie blockchain note come “contratti intelligenti”. In questo caso, l’artista può modificare l’opera a distanza nel tempo. Pertanto, lo spettatore vivrà un’esperienza unica di HUMAN ONE ogni volta che tornerà a vedere l’opera d’arte. La persona che cammina in un paesaggio in continua evoluzione rappresenta il primo essere umano nel Metaverso.
HUMAN ONE sarà presentata in dialogo visivo con uno dei dipinti più importanti di Francis Bacon (1909–1992), Study for Portrait IX, 1956-1957, dalla Collezione Cerruti al Castello di Rivoli. Nella cornice unica della Manica Lunga del Castello di Rivoli, lunga 147 metri e larga sei, il dinamismo del personaggio che cammina in HUMAN ONE contrasta con la staticità dell’uomo ritratto nel dipinto di Bacon, che riflette le ansie esistenzialiste dell’era moderna del secondo dopoguerra, quando fu creato. Study for Portrait IX di Bacon ritrae il suo soggetto senza mani e senza capacità di agire, seduto su una sedia su uno sfondo verde smeraldo all’interno di una struttura geometrica lineare bianca che Bacon usava spesso per incorniciare le sue figure. Al contrario, l’“astronauta” di Beeple rappresentato nel paesaggio in evoluzione dell’artista si muove costantemente, mentre il pubblico è fermo. HUMAN ONE rappresenta una nuova era dell’arte digitale. Il viaggio dell’“astronauta” invita lo spettatore a considerare il rapporto tra la propria identità digitale e la propria identità fisica.
Beeple ha catturato l’attenzione del mondo dell’arte internazionale e della comunità crittografica globale dopo l’asta di Christie’s dell’opera d’arte EVERYDAYS: THE FIRST 5000 DAYS, 2021, come NFT un anno fa, fungendo da catalizzatore sia per l’arte digitale sia per l’unicità che ogni NFT (token non fungibile) rappresenta attraverso la nuova tecnologia blockchain degli smart contract. Beeple realizza in seguito nel 2021 HUMAN ONE, venduta all’asta serale di Christie’s a Ryan Zurrer, un uomo d’affari con base in Svizzera e collezionista di arte digitale.
Tra le presenze ‘focus’ di ESPRESSIONI CON FRAZIONI, la mostra personale di Richard Bell concepita per il Museo sarà allestita nei giardini della Manica Lunga e in una sala al secondo piano dello stesso edificio. La produzione artistica di Bell, iniziata negli anni ottanta del secolo scorso, è strettamente intrecciata con questioni politiche. Attraverso le sue opere, l’artista indaga le brutalità e le discriminazioni che gli aborigeni hanno subito e, riferendosi a eventi biografici, racconta una storia spesso nascosta nel tentativo di riconoscere l’autonomia e l’estetica associate al potere politico dell’arte aborigena contemporanea. In mostra sarà presentata una nuova videoinstallazione inedita Bulldozer Scene No Tin Shack, 2022, che ripercorre la demolizione della sua casa avvenuta quando l’artista aveva 14 anni. La proiezione in loop mostra un adolescente che, nel tentativo di fermare il bulldozer che stava demolendo la baracca di latta in cui viveva nel 1967, imita il gesto dell’uomo che aveva fermato l’avanzata di un carro armato in Piazza Tienanmen nel 1989. Nel video, che suggerisce un’atmosfera intima, il ragazzo adolescente è fermo e, nonostante la sua resistenza, il bulldozer demolisce la baracca di latta lasciando un cumulo di macerie. Tra i lavori esposti in mostra figurano Prelude to Imagining Victory della serie Umbrella Embassy, 2013– che costituisce la prima versione dell’installazione Tent Embassy, 2013-in corso; i dipinti recenti U Can’t Touch This, 2021, e Immigration Policy, 2017; opere del passato quali Ministry Kids (Children’s Parliament), 1992, e Pigeon Holed, 1992, che riflettono sul timore che gli aborigeni possano accedere a posizioni istituzionali e di potere in Australia. Sarà inoltre allestito il dipinto Bell’s Theorem, 2002, insieme ad appunti originali di scritti dell’artista. In mostra anche il video Scratch an Aussie, 2008. Nel giugno 2022 Bell parteciperà a documenta 15 a Kassel.
Julie Mehretu, una delle più importanti pittrici al mondo che esplora l’astrazione, ha iniziato la sua attività alla fine degli anni novanta. Nota per i suoi dipinti stratificati che combinano riferimenti contemporanei con l’architettura e l’urbanistica, nel 2003 ha esposto al Castello di Rivoli nell’ambito della mostra The Moderns. Più recentemente, Mehretu ha utilizzato fotografie trovate online e sui giornali per la prima stesura delle sue tele, composte da strati di segni personali che portano l’immagine a una forma unica di astrazione dinamica. Dalle crisi migratorie al riscaldamento globale, dagli incendi in California alle violenze di Charlottesville nel 2017, fino all’ascesa dei movimenti reazionari nella politica internazionale, l’ultimo ciclo di lavori di Mehretu utilizza immagini fotografiche di riferimento e comprende Orient (after D. Cherry, post Irma and summer), 2017-2020. Nel caso di quest’opera, il riferimento specifico è ai conflitti in Medio Oriente e ai tragici eventi della guerra in Siria. Interessata alle problematiche formali del colore e della linea, in questo dipinto l’artista crea una compressione del tempo e dello spazio, nonché un cortocircuito tra i riferimenti storico-artistici: dall’astrazione geometrica del Suprematismo al dinamismo del Futurismo italiano, fino all’Espressionismo astratto. In occasione di ESPRESSIONI CON FRAZIONI, Mehretu ha scelto di esporre quest’opera appartenente alla sua collezione privata e considerata dall’artista estremamente significativa. Entrerà in dialogo con Velocità astratta, 1913, grande dipinto futurista di Giacomo Balla appartenente alla Collezione Cerruti al Castello di Rivoli. Balla fu uno degli inventori dell’astrazione moderna attraverso il dinamismo cinetico di oggetti in movimento come l’automobile, la cui velocità caratterizzò il nuovo progresso tecnologico dell’epoca.
Dal punto di vista dell’espressione delle soggettività collettive, oltre allo spazio pubblico digitale che caratterizza la nostra epoca e sul quale riflette la mostra ESPRESSIONI CON FRAZIONI, un’altra sezione della medesima sarà dedicata alla storia della Street art. Wall Street. Muri risonanti per un’internazionale urbanista (A Rebours) è curata da Gianluca Marziani in collaborazione con Stefano Antonelli. Il progetto esplora lo spazio tra le superfici espressive delle pareti e gli interventi collettivi su di esse: spazio vitale, propaganda e comunicazione sociale, oggetto divisivo nei regimi antidemocratici, ecc., il muro è un registratore neutro che inquadra e incorpora espressioni di ogni tipo, una lavagna permeabile che metabolizza linguaggi e temi, il primo schermo pubblico a creare visual ad alto impatto collettivo. Questo progetto focus esamina i lavori di Keith Haring, Banksy, Brad Downey, Invader, Blu, tra gli altri. Inoltre, viene presentata un’approfondita documentazione delle opere di Street art dagli anni Settanta del secolo scorso ad oggi attraverso una selezione di video e fotografie, comprese le immagini della fotografa Martha Cooper (Baltimora, 1943). L’allestimento della parete espositiva prevede un logo realizzato da Manu Invisibile (Sardegna, 1990).
Opere in mostra
Accanto a una selezione di opere della Collezione del Castello di Rivoli e della Collezione Francesco Federico Cerruti per l’Arte al Castello di Rivoli, la mostra includerà prestiti nazionali e internazionali provenienti da numerose istituzioni pubbliche e private. Tra le numerose opere saranno esposte le immagini fotografiche di antiche pitture rupestri di Clarence Bicknell (Herne Hill, 1842 – Casterino, 1918) e David Coulson (Parigi, 1948), e opere storiche quali Maddalena penitente, c. 1490-1495, di Benedetto da Maiano (Maiano, 1441 – Firenze, 1497); Cristo in Pietà sostenuto da angeli, c. 1490-1495, di Giacomo Del Maino (Lombardia, 1469–1503); una scultura in legno senza titolo di un artista Urhobu (Nigeria, 1800); Velocità astratta, 1913, di Giacomo Balla (Torino, 1871 – Roma, 1958); Fin d’un voyage, 1929, di Alberto Savinio (Atene, 1891 – Roma, 1952); Passant furtif, 1954, di Jean Dubuffet (Le Havre, 1901 – Parigi, 1985) e Study for Portrait IX, 1956-1957, di Francis Bacon (Dublino, 1909 – Madrid, 1992). In mostra anche Das Attentat, 1936, di George Grosz (Berlino, 1893 – Berlino Ovest, 1959); Nascondersi vale la pena, 1959, di Gastone Novelli (Vienna, 1925 – Milano, 1968); I numeri malefici, 1978, di Fabio Mauri (Roma, 1926–2009); Persone nere, 1984, Ragazza che fotografa un QRcode, 2021, Tre persone che spingono la “Sfera di giornali” (QR-Code – Buongiorno Michelangelo di Ugo Nespolo 1967-1968, Torino), 2021, Lampadina, 1962-66, Sacra Conversazione, 1972, e L’architettura dello specchio, 1990, di Michelangelo Pistoletto (Biella, 1933); Monument for the Birthday of Rome, 1995, di Jimmy Durham (Houston, 1940 – Berlino, 2021); Cave of Forgotten Dreams, 2010, di Werner Herzog (Monaco, 1942); Poet and Muse, 1991, e Notes to Basquiat: Shaman, 2001, di Gordon Bennett (Monto, 1955 – Brisbane, 2014); City Deep, 2020, di William Kentridge (Johannesburg, 1955); Untitled, 1985, di Jean-Michel Basquiat (New York, 1960–1988); Novecento, 1997, di Maurizio Cattelan (Padova, 1960); A Way in Untilled, 2012, di Pierre Huyghe (Parigi, 1962); United We Stand, Divided We Fall, 1993, di Damien Hirst (Bristol, 1965); Filter, 1998-2020, di Susan Philipsz (Glasgow, 1965); Untitled, 2018, di Kai Althoff (Colonia, 1966); Mick Miller, 2008, e Brutalities, 2014, di Vernon Ah Kee (Innisfail, 1967); Orient (after D. Cherry, post Irma and summer), 2017-2020, di Julie Mehretu (Addis Abeba, 1970); Revival of the Snake, 2005, di Yang Fudong (Pechino, 1971); Lucid Skin, 2019, di Nikita Kadan (Kiev, 1982) e AntiGonna (Vinnytsia, 1986); Il ciclo de La Risalita, 2020, di Patrizio Di Massimo (Jesi, 1983); nimiia vibié, 2018, di Jenna Sutela (Turku, 1983); Senza titolo, 2021, di Francis Offman (Butare, 1987); Giochi da adulti, 2020, di Guglielmo Castelli (Torino, 1987); Banda di fiori (Notturno), 2021, di Alice Visentin (Ciriè, 1993), e The Family... and the Zombie, 2021, di Karrabing Film Collective (Australia, 2008), tra le altre.
Ci sarà anche una serie di attività collaterali per il pubblico
In concomitanza con il progetto espositivo, il Castello di Rivoli organizza una serie di conferenze, incontri e proiezioni di approfondimento per il pubblico a cui interverranno alcuni tra gli artisti in mostra in dialogo con esperti provenienti da diversi ambiti disciplinari.
Domenica 24 aprile è inoltre prevista una serie di incontri che vedranno coinvolti artisti le cui opere sono parte di ESPRESSIONI CON FRAZIONI.
Ore 14.00 – Bracha L. Ettinger
Ore 14.30 – Anna Boghiguian
Ore 15.00 – Silvia Calderoni e Irene Caleo
Ore 15.30 – Julie Mehretu
Ore 16.00 – Michael Winkelmann (Beeple)
Ore 16.30 – Richard Bell
Domenica 24 aprile, i seguenti artisti parleranno accanto alle loro opere con il curatore Marianna Vecellio: Enrico David, Irene Dionisio, Agnieszka Kurant e Marianna Simnett.
ESPRESSIONI. L’EPILOGO si terrà nella primavera del 2023 e presenterà lavori di Nalini Malani (Karachi, 1946), Nicole Eisenman (Verdun, 1965), Adrián Villar Rojas (Rosario, 1980), Cooking Sections (Daniel Fernández Pascual, 1984, e Alon Schwabe, 1984), Tabita Rezaire (Parigi, 1989), e capolavori di Francisco Goya y Lucientes (Fuendetodos, 1746 – Bordeaux, 1828), William Turner (Londra, 1775 – Chelsea, 1851), James Ensor (Ostenda, 1860–1949), Gustav Klimt (Baumgarten, 1862 – Vienna, 1918), Käthe Schmidt Kollwitz (Könisberg, 1867 – Moritzburg, 1945), Anton Zoran Mušič (Boccavizza, 1909 – Venezia, 2005), e Jackson Pollock (Cody, 1912 – Springs, 1956), tra gli altri.