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03/04/22

La Mappa di Fra Mauro

 


Da poche settimane è stato reso fruibile sul web la storica Mappa di Fra Mauro (230x230 cm) conservata presso la Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia.


CS

Il mappamondo di Fra Mauro (attivo ca. 1430-ca. 1459/1464) è dipinto e istoriato con grande sfarzo di oro e azzurro, un pigmento quest’ultimo ottenuto dalla macinazione dei lapislazzuli. È dipinto su quattro fogli di pergamena assemblati insieme e incollati su tavole di legno rinforzate sul retro da tre aste trasversali. Non ha scala, né linee di direzione, né rombi, né equatore o tropici. 

Gli unici elementi di orientamento sono otto rose dei venti collocate ai margini della circonferenza in corrispondenza dei venti principali. L’opera sembra eseguita senza alcun metodo proiettivo, mentre è probabile che le rose dei venti tradiscano la tradizionale costruzione geometrica in uso nelle mappe nautiche. Il disegno è circoscritto da una cornice circolare dorata di 196 cm di diametro, a sua volta contenuta da una massiccia cornice quadrata, anch’essa dorata, di 223 cm di lato. 

Le due cornici individuano due spazi ben precisi. All’interno di quella circolare è rappresentato lo spazio ecumenico, ossia la parte conoscibile e abitabile della Terra, descritto attraverso centinaia di disegni, toponimi e legende testuali. All’esterno di essa, nei quattro angoli racchiusi dalla cornice quadrata, è rappresentato invece lo spazio cosmografico, ovvero il mondo celeste e sublunare, descritto nelle sue misure e proprietà fondamentali da sette lunghi cartigli, tre diagrammi cosmografici e la raffigurazione del paradiso terrestre. L’impianto a ruota, inscritto in un quadrato e circondato da quattro cerchi ritagliati negli angoli, richiama motivi decorativi classici e trova riscontro in miniature, xilografie e dipinti raffiguranti le arti liberali, i vizi e le virtù, i peccati, i mesi e i sette giorni della creazione.

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Intorno alla metà del Quattrocento la Repubblica di Venezia comprendeva territori molto vasti organizzati in tre aree principali: il Dogado, e cioè le regioni lagunari fino a Grado e al Delta del Po; lo Stato da Mar, che includeva le coste orientali dell’Adriatico, gran parte del Peloponneso, molte isole greche, tra cui Creta e Cipro, e alcune colonie del Mar Nero; e lo Stato da Tera, con i territori dell’entroterra veneto fino a Bergamo, al Friuli e al Polesine. Consolati e fondaci veneziani erano presenti nella maggior parte dei principali porti del Mar Nero, del Mediterraneo e della costa atlantica, come Tana, Caffa, Costantinopoli, Alessandria, Beirut, Algeri, Lisbona, Bruges e Londra. 

I successi militari dei due secoli precedenti contro Genova, Costantinopoli e altri regni islamici avevano assicurato a Venezia il predominio commerciale del Mediterraneo. Dai porti del Mar Nero, Alessandria e Beirut, le galee veneziane distribuivano in tutto il Mediterraneo e nel Nord Europa i beni preziosi provenienti dagli empori del Golfo Persico e dell’Oceano Indiano, in particolare spezie, tessuti e pietre preziose. 

Il Senato della Repubblica supervisionava sia l’Arsenale, dove venivano costruite le galee commerciali e militari con il legname delle foreste del Cadore e della Slovenia, sia il complesso sistema di appalti pubblici per l’aggiudicamento, l’acquisto e il trasporto dei carichi fino a Londra e alle Fiandre. 

Un articolato sistema di uffici, inoltre, gestiva anche il reclutamento e le carriere degli “uomini da remo”, dei marinai, dei soldati e degli ufficiali necessari per armare le decine di galee coinvolte nei commerci, nella difesa e nelle conquiste militari della Repubblica.

https://mostre.museogalileo.it/framauro/it/