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12/01/22

L'Italia è un giardino

 

Lo Spazio Circolo a Bellano presenta il progetto di ArchiVivitali  "L’ITALIA È UN GIARDINO - Di ricerche estetiche agresti " curato da Geraldine Blais.  La mostra racchiude in una collettiva le opere di Chiara Camoni, Francesco Carone, Gianluca Concialdi, Diego Perrone, Alberto Scodro, Sofia Silva, Silvia Stefani e Danilo Vitali. L’esposizione comprende anche opere documentative degli ArchiViVitali e un’opera di Joseph Beuys, gentilmente concessa dalla Collezione Luigi Bonotto, Fondazione Bonotto, Colceresa (VI).

Non lontano dalle liriche poetiche dei lungometraggi di Giuseppe Taffarel e Ermanno Olmi, in cui la vita rurale e contadina dettava l’estetica visiva di un’epoca, il progetto L’ITALIA È UN GIARDINO. Di ricerche estetiche agresti - riunisce alcune delle presenze più significative del panorama italiano, che pongono al centro della propria indagine l’esperienza con la natura, osservata, contemplata, condivisa, inclusa e adoperata come soluzione interpretativa al linguaggio culturale dei nostri tempi. Nel tentativo di intraprendere una riflessione estetica intorno alle fenomenologie artistiche contemporanee che indirizzano la dimensione creativa verso l’ambiente naturale – inteso come quell’universo di risorse che caratterizzano l’ecosistema di un territorio in cui l’essere umano vive e lavora – , l’itinerario espositivo identifica pratiche che interpretano l’habitat come il risultato di un equilibrio fra uomo e natura, allestendo un repertorio espressivo che restituisce al significato di locus non solo immagini e figurazioni del paesaggio e della vita agreste, ma anche attitudini e gesti di contadini, agricoltori e pastori.

Dall’origine dell’etimo «cultura», da cui trae spunto l’intento espositivo, derivato latino di colĕre ovvero «coltivare», si apprende che la genesi dell’insieme delle conoscenze relative a una particolare disciplina o di quel complesso di cognizioni intellettuali e pratiche che un individuo acquisisce attraverso lo studio e l’esperienza, fa riferimento a quella serie di attività che l’uomo esercita nel curare la terra e nel prendersene cura; risultando che il binomio uomo natura cosicché arte e qualsivoglia agricoltura,siano forme direttamente e inequivocabilmente congiunte.

Il noto artista tedesco Joseph Beuys affronta questi temi in particolare in due momenti: Fondazione per la Rinascita dell’Agricoltura, tenutasi il 12 febbraio 1978, a Pescara, e Difesa Della Natura, avvenuta il 13 maggio del 1984, a Bolognano, in Abruzzo, nella tenuta di Lucrezia De Domizio Durini, in cui avviene la prima piantumazione della quercia italiana, anticipando il lavoro delle 7000 Eichen di Kassel. È la biografia medesima di Joseph Beuys a confermare l’ontologia del progetto espositivo: l’artista prima di istituire il suo manifesto e farsi conoscere per l’eredità artistica a lui consacrata, trascorse circa un anno tra il 1956 e il 1957, nella fattoria di amici collezionisti, i fratelli Franz Joseph e Hans Van Der Grinten, prendendosi cura di 15 vacche e 20 maiali. Un percorso terapeutico intrapreso per alleviare il suo stato depressivo, sopraggiunto dopo l’esperienza della guerra e della vita accademica. Il titolo “L’ITALIA È UN GIARDINO”, prende proprio spunto dall’intervento conclusivo dell’artista tedesco Joseph Beuys a Bolognano nel 1984, in cui cita:

«Il nostro scopo è di trasformare in realtà una frase che fu famosa nello scorso secolo qui in Italia, e anche all’inizio di questo: i maestri in tutte le scuole dicevano ad ogni bambino nel paese: l’Italia è un giardino».

Al fine di descrivere le connotazioni fra il progetto presentato e il luogo che lo ospita, in cui hanno sede gli ArchiViVitali, introduce il percorso espositivo la testimonianza etnografica e storiografica delle attività e delle tradizioni agricole e pastorizie legate al territorio. Nell’androne d’ingresso saranno infatti esposti reperti, attrezzi e strumenti da lavoro della tradizione locale, alcuni provenienti dall’eclettica collezione del Museo del Latte e della storia della Muggiasca di Vendrogno (LC), partner istituzionale del progetto.


foto di Carlo Borlenghi