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26/01/22

Con Productive Leisure il Collettivo Proteo a Torino si interroga sulla produzione artistica ...

 


E' iniziato alcuni giorni fa, con le affissioni pubbliche di Danilo Correale nel quartiere Borgo San Paolo, il progetto Productive Leisure, del collettivo Proteo, che a fine settimana avrà il suo fulcro con una serie di eventi a Torino. 


CS

Productive Leisure è il primo episodio del progetto di ricerca del Collettivo Proteo che avrà luogo a Torino il 28, 29 e 30 gennaio 2022. L’evento nasce come restituzione conclusiva di Campo 21, il corso di studi e pratiche curatoriali della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo in collaborazione con CRT, Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea. 

Productive Leisure prende il nome dalle attività che vengono svolte nel tempo libero, contrastando l’idea passiva di ozio per esaltarne le sue caratteristiche positive.

Il programma sarà strutturato in tre giornate di talk, installazioni e performance che indagheranno il tema della cura dellɘ lavoratorɘ nel contesto del sistema occupazionale contemporaneo. Il progetto è immaginato come una piattaforma diffusa e multiforme il cui campo d’azione sarà il quartiere di Borgo San Paolo, in cui si trova anche la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo.

A partire dall’etimologia del termine lavoro derivante da labor, ovvero fatica, il progetto riflette sulla sofferenza derivante dal vivere una condizione lavorativa di logoramento fisico e psicologico e contemporaneamente anche sulla frustrazione di non avere un’occupazione. 

Perché lavoriamo? Cosa significa lavorare oggi? Abbiamo lavorato abbastanza per riposarci? Vogliamo prenderci cura di noi? 

Partendo da queste domande, lɘ artistɘ e teoricɘ coinvoltɘ, tramite diversi media contribuiscono a costruire un immaginario di possibilità individuali e collettive in cui la presa di coscienza delle logiche lavorative attuali costituisce il primo passo verso una rinnovata consapevolezza della cura del sé. 

Productive Leisure, infatti, ricerca azioni partecipative e condivise verso una riappropriazione di nuovi dispositivi di emancipazione e cambiamento riflettendo sulla possibilità di un futuro post lavorativo, in cui l’essere umano possa liberarsi dall’obbligo dell’iperproduttività. 

L’obiettivo è quello di proporre, attraverso le pratiche artistiche e teoriche, un palliativo temporaneo a un presente in cui il lavoro ci chiede di essere costantemente performanti.