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28/12/14

La cultura che non c’è più, cosa è successo all’arte



Una volta l’arte era considerata un ambito culturale, con cui si rappresentava un tempo, un modo di vivere e un’insieme di tradizioni e usanze che accadevano.

Le cose oggi sono molto cambiate, si sono semplificate attraverso i nuovi media e la storia dell'arte pare essersi fermata.

Quello che era un luogo di patrimonio culturale, storico, è stato convertito con l’innestato di nuovi operatori che, intuendo il grande potenziale di questa filiera creativa, lo hanno incanalato verso una produzione/distribuzione ben strutturata.

Fruendo del manto storico, ricco e variegato, ma allontanatosi dal senso culturale, l’arte visiva contemporanea garantisce un'immissione di tanti oggetti/immagini in circuito distributivo secondo dei canali di massificazione del prodotto.

Particolarmente interessante la redditività di questi investimenti che a fronte di bassi costi di produzione garantiscono ottimi guadagni.


Praticamente come con la moda, dove quello che conta non è il prodotto ma come lo si enfatizza / commercializza (interessante notare come alcuni investitori guarda caso vengono proprio da quella realtà), anche il sistema dell’arte sta erodendo il suo patrimonio storico, ricco di fantasia e creatività, appiattendolo su un mercato spietato e privo di stimoli.