Mi
affascina sempre molto vedere come anche nella circolazione dell’informazione
ci sia ancora bisogno di tanta finzione. Cioè, spesso, succedono avvenimenti
culturali che vengono diffusi dopo che sono stati realizzati, in tal modo si
evita che il pubblico venga, anche se poi si vuole che lo stesso escluso lo
sappia di essere stato marginalizzato.
Questo
dovrebbe dare l’illusione che avvegano delle “cose” esclusive e uniche, finte
vetrine di una massificazione che comunque vive della banalità
dell’originalità, unico per tutti non è possibile.
O
si è esclulsivi e si vive nella proprio
“bolla” o si è massificati, il resto è stupidità.