Oskar Kokoschka, Genfer See II, 1923 Öl auf Leinwand, 64 x 95 cm
Museum Ulm - 1937 vom Reichsministerium beschlagnahmt, 2014 Schenkung in Erinnerung an Paul E. und Gabriele B. Geier
© Fondation Oskar Kokoschka / 2018 ProLitteris, Zürich
E' stata inaugurata al Kunsthaus Zürich un'ampia retrospettiva dedicata a Oskar Kokoschka.
Durerà fino al 10 marzo 2019 l'evento espositivo sull'artista espressionista, migrante e cittadino del mondo, prima retrospettiva ideata in Svizzera da oltre 30 anni. Di particolare interesse fra le circa 200 opere in mostra sono il trittico monumentale «La saga di Prometeo» nonché il «Dipinto a muro per Alma Mahler», mai prima mostrati in Svizzera.
Oskar Kokoschka (1886–1980) appartiene insieme a Francis Picabia e a Pablo Picasso a quella generazione di pittori che rimasero fedeli all'arte figurativa nel secondo dopoguerra, quando si rinsaldava la predominanza dell'arte astratta; è anche loro il merito se oggi la pittura astratta e figurativa coesistono senza scontri di tipo ideologico. Gli artisti contemporanei si rifanno in particolare a Kokoschka: la sua pittura espressionista è fonte di ispirazione implicita o esplicita per Nancy Spero, Georg Baselitz, Herbert Brandl e Denis Savary, che apprezzano l'articolazione gestuale della sua pennellata, ne elogiano il carattere cosmopolita o ne condividono il pacifismo, tutti tratti distintivi dell'opera, della vita e dell'eredità dell'artista viennese. Dopo l'ultima grande mostra individuale a lui dedicata nel 1986, il Kunsthaus avvicina il genio di Kokoschka a nuove generazioni di visitatori. Tra l’altro si trovano a Vevey e a Zurigo importanti opere dell'eredità dell'artista deceduto nel 1980 sul lago Lemano.
MIGRANTE, EUROPEO, AMATORE
La retrospettiva segue le ragioni e le motivazioni che spinsero il pittore a stabilirsi in non meno di cinque Paesi. Delle diverse fasi della sua vita la curatrice Cathérine Hug ha raccolto 100 quadri e altrettante opere su carta, fotografie e lettere. Tali testimonianze storiche dimostrano che, grazie a lavori commissionati da personalità del mondo della letteratura, dell'architettura e della politica, Kokoschka riuscì tutto sommato a far fronte alla diffamazione della sua arte come «degenerata» durante il nazionalsocialismo. Alcuni lavori nacquero semplicemente per amore: per Alma Mahler realizzò un dipinto a muro di quattro metri di lunghezza, che per diversi decenni adornò la sala del camino della loro casa a Breitenstein am Semmering: la coppia vi era ritratta in una fase turbolenta della loro passionale relazione. Nel 1989, nel corso di una ristrutturazione della casa, gli allora proprietari (dal 1987 al 1995) rinvennero il dipinto, celato sotto numerosi strati di vernici e carte da parati, e ne consentirono la meticolosa opera di recupero nonché di estrazione dalla parete ad opera di esperti restauratori. Il quadro «a secco», attualmente in possesso di privati e ad oggi mostrato una sola volta in pubblico, potrà essere ora ammirato a Zurigo.
In esilio Kokoschka divenne poi un indomito fautore della libertà, della democrazia e dei diritti umani, un umanista che nelle sue opere dava spazio a paesaggi e a bambini, oltre che a personaggi mitologici e ad allegorie, che rappresentavano il rifiuto degli orrori della guerra e l'esaltazione della forza dell'amore e della bellezza della natura. È proprio tale linguaggio artistico indipendente di protesta politica a rendere Kokoschka inconfondibile.
Oskar Kokoschka, Matterhorn II, 1947 Öl auf Leinwand, 90 x 120 cm
Privatbesitz Schweiz © Fondation Oskar Kokoschka / 2018 ProLitteris, Zürich
TRITTICI RICOMPOSTI PER LA PRIMA VOLTA AL DI FUORI DELLA GRAN BRETAGNA
Due quadri tripartiti di grandi dimensioni, larghi circa otto metri e alti oltre due metri ciascuno – «La saga di Prometeo» (1950, Courtauld Gallery, Londra) e «Le Termopili» (1954, Università di Amburgo) – rappresentano l'apice della fase della maturità di Kokoschka, nonché della presente retrospettiva. Entrambi i lavori sono stati esposti insieme solo in un'altra occasione, ovvero nel 1962 presso la Tate Gallery. I trittici nacquero in una fase di transizione: dopo una decade di esilio londinese, nel 1953 l'artista si trasferì a Villeneuve in Svizzera, dove rimase fino alla sua morte nel 1980. L'imponente trittico di Prometeo, nato originariamente come decorazione d'interno per un nobile committente londinese, non è stato esposto al di fuori delle isole britanniche fin dal 1952, quando fu mostrato alla Biennale di Venezia. La rappresentazione di Prometeo, ispiratore della civiltà umana, come pure il trittico delle Termopili sono un appello all'umanità a vivere in pace e in libertà, come fratelli e sorelle. Oltre al contenuto, è possibile analizzare tali opere dal punto di vista del processo creativo che contraddistingue Kokoschka rispetto ai suoi contemporanei. Le pennellate e l'uso del colore permettono infatti all'osservatore di riconoscere il movimento dell'artista, in un procedimento inusuale per l'arte figurativa. L'espressionista saldamente ancorato al figurativo, fondatore di una «Scuola del Vedere» a Salisburgo, ancora oggi attiva, fu da molti considerato antimoderno – eppure si batté per un accesso democratico all'istruzione e per una società aperta.
Oskar Kokoschka, Dresden, Augustusbrücke mit Rückenfigur, 1923 Öl auf Leinwand, 65,5 x 95,7 cm
Museum Folkwang, Essen, Foto: Museum Folkwang, Essen/ARTOTHEK © Fondation Oskar Kokoschka / 2018 ProLitteris, Zürich
La mostra, ideata da Cathérine Hug e da lei curata con Heike Eipeldauer, è nata in collaborazione con il Leopold Museum, Vienna, dove sarà esposta dal 5 aprile all’8 luglio 2019.
PROGRAMMA DI ACCOMPAGNAMENTO
Se la vita di Kokoschka fu ricca e variegata – si pensi ai suoi soggiorni all'estero, alle sue opere teatrali, ai suoi rapporti di amicizia con letterati e dadaisti, o ancora con Wilhelm Wartmann, primo direttore del Kunsthaus Zürich – altrettanto ricco e variegato è il programma di accompagnamento della mostra. Consultate il sito per tutti i dettagli.
PUBBLICAZIONE
La pubblicazione di accompagnamento (320 pagine, 500 illustrazioni a colori, in tedesco e inglese), per i tipi di Kehrer-Verlag, Heidelberg, è disponibile presso lo shop del Kunsthaus e in libreria: «Oskar Kokoschka. Expressionist, Migrant, Europäer» («Oskar Kokoschka: espressionista, migrante, europeo») con nuovi contributi scientifici di Régine Bonnefoit, Iris Bruderer-Oswald, Martina Ciardelli, Birgit Dalbajewa, Heike Eipeldauer, Katharina Erling, Cathérine Hug, Aglaja Kempf, Alexandra Matzner, Raimund Meyer, Bernadette Reinhold, Heinz Spielmann e Patrick Werkner.
Con il sostegno di UNIQA Österreich Versicherungen AG, Assicurazione opere d’arte Svizzera, il cui contributo come sponsor principale ha consentito inoltre il restauro de «La saga di Prometeo»; e con il supporto di: Ufficio federale della cultura, Fondazione Hulda e Gustav Zumsteg, Boston Consulting Group, Fondazione Truus e Gerrit van Riemsdijk, Fondazione Dr. Georg e Josi Guggenheim e di altri benefattori che preferiscono non essere citati.
INFORMAZIONI GENERALI
Kunsthaus Zürich, Heimplatz 1, CH–8001 Zurigo
Tel. +41 (0)44 253 84 84, www.kunsthaus.ch ven–dom/mar 10:00–18:00, mer/gio 10:00–20:00. Festività: cfr. www.kunsthaus.ch
Ingresso alla mostra: CHF 23.– /18.– ridotto e gruppi. Biglietti cumulativi per la collezione permanente e per la mostra: CHF 26.–/19.–. Ingresso gratuito per bambini e ragazzi fino ai 16 anni e per i membri della Zürcher Kunstgesellschaft.
Prevendita: offerta combinata RailAway delle FFS. Riduzione sul viaggio e sul biglietto: in stazione o tramite rail service 0900 300 300 (CHF 1.19/min. da rete fissa), www.sbb.ch/kunsthaus-zuerich
Zurigo turismo: prenotazioni alberghiere e vendita di biglietti, tourist information alla stazione centrale, tel. +41 44 215 40 00, information@zuerich.com, www.zuerich.com.