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05/12/16

Quadriennale - A che punto è l’arte italiana?




Presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma è stata allestita, fino all'8 Gennaio 2017, la Quadriennale, realizzata in un vasto e articolato allestimento, in certe sezioni molto colorate in altre troppo minimali.

La nuova edizione della Quadriennale mette in evidenza una certa instabilità, forse delicatezza, dell’arte visiva italiana.

Colpisce la mancanza di opere significative, la ricognizione presenta molti lavori che perduto il senso visivo, si rifugiano nel processo riflessivo, per cui hanno una consistenza indefinita e sfuggente, uno sguardo prolungato spoglia rapidamente di attenzione molti lavori, per cui ci si domanda dov’è l’opera visiva, è arte o altro, forse teatro, accenni di sociologia, tentativi antropologici, documentari?

Nel grande sforzo, sostenuto da ben due milioni di euro, che non sono in questi tempi spiccioli, si sono raccolti quasi cento artisti e undici curatori.

L’intento è sicuramente lodevole e importante.




Bisogna tornare a pensare alla realtà artistica nazionale, fare il punto della situazione è significativo per capire. Ma quello che si intende in questi spazi è che oggi l’arte visiva pare essersi dileguata, vaporizzata in tante declinazioni che con lo sguardo hanno poche relazioni.

Passeggiando per le stanze si ha l’impressione che la maggior parte degli oggetti presenti siano dei supporti, ipotesi a cui mancano gli sviluppi o sono debolmente accennati da speculazioni più curatoriali che artistiche.

Forse i tempi così complessi non aiutano a fare scelte, ad avere il coraggio di porsi su una linea ma stare instabilmente in equilibrio fra supposizioni, ipotesi, incertezze.

Nota molto positiva l’emergere di un lavoro curatoriale molto raffinato che però sovrasta spesso il lavoro artistico, confermando sempre più che gli artisti attraversano una fase di insicurezza o forse troppo bravi i curatori !?