The winner of the 2016 Editions is Gianandrea Poletta (scroll down for english version)
Untitled Association e Birra Menabrea S.p.A. hanno il piacere di annunciare la vittoria di Gianandrea Poletta (Venezia, 1984) al Menabrea Art Prize 2016, premio finalizzato alla promozione di artisti italiani emergenti non ancora rappresentati da gallerie.
La giuria, presieduta quest’anno da Marianna Vecellio (curatrice, Torino) e composta da Lara Favaretto (artista, Torino), Norma Mangione (gallerista, Torino), Rosa Sandretto (collezionista, Milano), Paola Maina (uffcio stampa Birra Menabrea, Torino), Danilo Ruggiero (presidente Untitled Association, Roma). Il vincitore riceve:
- un contributo in denaro per la produzione di un’opera inedita,
- la possibilita` di realizzare e pubblicare un libro d’artista o un’edizione in collaborazione con CURA.BOOKS e Untitled Association.
Il tema dell’edizione 2016 del Premio, ideato e proposto da CURA. è: ‘L’abbaglio di Monsieur Diderot’.
L’etichetta di Gianandrea Poletta è stata selezionata fra le proposte di: Enrico Boccioletti (Pesaro, 1984), Gaia Fugazza (Milano, 1985), Valerio Nicolai (Gorizia, 1988), Alessandro Vizzini (Cagliari, 1985).
Tutte le etichette che hanno partecipato al premio saranno presto visibili sul sito di Untitled Association (www.untitled-association.org) nelle pagina dedicata al MAP e saranno esposte alla prossima edizione di MIART, insieme all’opera espressamente realizzata grazie al Premio.
Per ulteriori informazioni è possibile scrivere a map@untitled-association.org
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Untitled Association and Birra Menabrea S.p.A. are pleased to announce that Gianandrea Poletta (Venice, 1984) has won the Menabrea Art Prize 2016, the aim of which is to promote emerging Italian artists who are not yet represented by art galleries.
This year the jury was chaired by Marianna Vecellio (curator, Turin), and composed of Lara Favaretto (artist, Turin), Norma Mangione (gallerist, Turin), Rosa Sandretto (collector, Milan) Paola Maina (Birra Menabrea press office, Turin) and Danilo Ruggiero (president of Untitled Association, Rome). The winner receives the following:
- a cash prize for the production of a new artwork,
- the opportunity to produce and publish an artist book or a limited edition in collaboration with CURA.BOOKS and Untitled Association.
The theme of the Prize for the edition 2016, conceived and proposed by CURA. is: ‘The predicament of Monsieur Diderot’.
The label by Gianandrea Poletta has been selected among those proposed by Enrico Boccioletti (Pesaro, 1984), Gaia Fugazza (Milan, 1985), Valerio Nicolai (Gorizia, 1988), and Alessandro Vizzini (Cagliari, 1985).
All the participating labels will be available on the website of Untitled Association (www.untitled-association.org) in the section dedicated to MAP and will be exhibited at the next edition of MIART along with the artwork especially created and produced thanks to the Award.
Gianandrea Poletta
Ho scritto un racconto breve diviso in 13 capitoli. Racconta di una passeggiata in centro, dopo una lunga giornata di lavoro. Il protagonista, in un flusso di coscienza dato da uno stato di stanchezza mista a felicità, elabora le immagini che incontra lungo le vie del centro e le raffronta con la propria storia personale. Nei minuti che separano l'uscita dall'ufficio in piazza XXIV Maggio a Milano sino alla stazione metropolitana di Montenapoleone, il protagonista ci parla di desiderio, di realizzazione di se, e pone questioni sul senso della cultura popolare e consumistica sul ruolo dell'artista oggi.
Ognuno dei capitoli appartiene ad un’etichetta che ne riporta in alto il numero. L'intero racconto è leggibile quindi solo appropriandosi delle 13 bottiglie di birra Menabrea, innescando così nel lettore il famigerato effetto Diderot.
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I wrote a short story divided into 13 chapters. It tells the story of a walk in the city center, after a long day at work. The main character, in a stream of consciousness due to a state of exhaustion, combined with happiness, fantasizes on the images he sees along his walk and compares them with his own personal history. On the way from his office in Piazza XXIV Maggio to the Montenapoleone subway station, our protagonist tells us about desire, self-fulfillment, and raises questions on the meaning of popular and consumer culture and on the role of the artist today.
Each chapter belongs to a label that contains the number on top. The whole story can be read only by collecting the 13 bottles of Menabrea beer, thus triggering in the reader the infamous Diderot effect.
L’edizione del Menabrea Art Prize 2016 ha chiesto agli artisti selezionati di offrire, attraverso il loro lavoro, una riflessione sull’effetto Diderot, prendendo spunto dal noto saggio del 1769 “Rimpianti sopra la mia vecchia vestaglia”, in cui il filosofo francese raccontava di aver ricevuto in regalo una nuova vestaglia, cambiamento che, seppur marginale nel sistema generale delle cose, aveva inaspettatamente innescato una reazione a catena nella percezione degli oggetti intorno a lui. La sostituzione della vecchia vestaglia, perfettamente in tono con gli altri vecchi oggetti, con una nuova, gli aveva fatto improvvisamente apparire tutto stonato, tanto da costringerlo a cambiare molti oggetti della sua casa. Il cosiddetto “effetto Diderot” – alla base di ogni strategia di marketing – aveva scardinato la “sicurezza degli oggetti” rimasta salda fino a quel momento, esplicitando tutte le fragilità emotive su cui il consumismo fa leva, nello spingerci ad acquistare beni di cui non abbiamo realmente bisogno…
A partire da questo assunto, Gianandrea Poletta ha sviluppato un progetto che consiste in un racconto su tredici etichette che, con grande originalità e acuta ironia, ci offre una inedita reinterpretazione del tema. Come afferma l’artista, il protagonista “ci parla di desiderio, di realizzazione di sé, e pone questioni sul senso della cultura popolare e consumistica, sul ruolo dell’artista oggi”.
La storia, presentata in frammenti, stimola la curiosità del lettore, invogliandolo a collezionare le singole bottiglie per completare la narrazione. Il fenomeno oggetto del bando, riflette proprio sull’effetto secondo il quale all’afferta di beni di consumo corrisponde, da una parte il maggiore attaccamento agli oggetti in cui ci riconosciamo, e dall’altra impedisce al mercato di aprirsi al nuovo. L’artista conferisce inoltre potere simbolico all’aggetto della bottiglia, trasformando quest’ultima in un feticcio e, assegnando allo spettatore il potere stesso di avviare o meno un’analisi di coscienza, gli ha restituito l’autorità di scelta. Le bottiglie diventano così esse stesse rappresentazioni paradossali seduttive e fragili, oggetti del desiderio e rappresentazioni pop.
(Marianna Vecellio, il presidente della giuria)
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The 2016 edition of the Menabrea Art Prize challenged the artists to present, through their work, a reflection on the “Diderot effect”, drawing on the famous essay ‘Regrets on Parting with my Old Dressing Gown’ (1789) where the French philosopher wrote about a new dressing gown he received as a gift and how this apparently minor change in his daily life unexpectedly triggered a chain reaction in the perception of things surrounding him. The replacement of the old dressing gown, that once perfectly fit with his other belongings, with the new one made everything else look out of place to such an extent that he had to replace several items in his house. The so-called “Diderot effect” – at the basis of all marketing strategies – had demolished the ‘certainty of the objects’ which had been solid until that moment, uncovering all the emotional vulnerabilities on which consumerism relies, inducing us to buy what we do not really need…
Starting from this assumption, Gianandrea Poletta developed a project which consists in a narration on thirteen labels that, with great freshness and sharp irony, offers an original reinterpretation of the theme. As the artist states, the main character “tells us about desire, self-fulfillment, and raises questions about the sense of popular and consumer culture, and about the role of the artist nowadays”.
Presented in fragments, the story arouses the readers’ curiosity, encouraging them to collect all the bottles to complete the narration. The phenomenon, which is the object of the competition, reflects upon the effect in which the supply of consumer goods corresponds on one hand to a greater dependence on the objects in which we recognize ourselves, and on the other hand prevents the market from opening up to new possibilities.
Furthermore the artist attributes a symbolic power to the bottle as an abject, transforming i tinto a fetish and, by assigning to the spectators the power to start (or not) a self-examination, gives them the power of choice. The bottles thus become seductive and fragile paradoxical representations of themselves, objects of desire and pop representations.
(Marianna Vecellio, the president of jury)