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30/01/16

La creatività produttiva - Attivato il portale italiacreativa.eu



11,2 miliardi generati nel 2014 con una crescita, fra il 2012 e il 2014, del 2,1%, occupando oltre 240 mila addetti, questi i dati sul settore delle Arti Visive parte del settore industriale creativo italiano.

Informazioni che da pochi giorno sono state diffuse sul portale Italiacreativa.eu dove è illustro l’articolato sistema produttivo culturale italiano, che nonostante sia alquanto trascurato dal governo, è fonte di produzione e ricchezza.

Il sito è un’utile fonte d’informazione per approfondire in modo tecnico la professionalità di questo sistema, con dati certi e aggiornati.

Fra i molteplici aspetti posti c’è la valorizzazione territoriale dei tantissimi musei, spesso sconosciuti al vasto pubblico, che costati nella realizzazione sono poi dimenticati nel processo promozionale e di traino per i flussi turistici che tanto potrebbero sostenere.


28/01/16

E ora il Giovanni Battista di Leonardo da Vinci



Al Louvre di Parigi ci sono cinque opere di Leonardo da Vinci, recentemente è stata restaurata, soprattutto pulita, l'opera della " Vergine con il Bambino e Sant'Anna " (1519), e della "La Belle Ferronière" (1496).

Da pochi giorni è stata data la notizia che ora sarà la  volta del "Giovanni Battista" (1513), restano "La Vergine nella roccia" (1486) e ovviamente la "Gioconda" (1506). 


Anche in questo caso si tratta di un'azione di pulizia e di studio conservativo dell'opera, che da ben duecento anni è ospitata nel noto museo parigino, giunto subito dopo aver subito un restauro .

A presiedere l'azione di conservazione e pulitura ci sarà un comitato internazionale con alcune delle figure più competenti sull'operato artistico del genio vinciano 

25/01/16

Matisse e i pittori parigini - L’epoca artistica di Matisse, una mostra di confronti, colori e bellezza.



Nelle eleganti sale di Palazzo Chiablese, parte del vasto complesso museale del meraviglioso Polo Reale a Torino, è in corso un’articolata mostra sulle relazioni fra l’operato artistico di Matisse e alcuni suoi amici pittori contemporanei.

La mostra, giocata su diversi temi, crea un percorso di confronto e dialogo sulla formazioni artistica del grande artista francese con la comunità di artisti che frequentava, personaggi quali Picasso, Mirò, Bonnard fino a figure minori quali Derain e Marquet.

Il percorso inizia con un ritratto dell’artista confrontato con altri contemporanei, e già si evidenzia uno spirito innovativo e sperimentale per proseguire in forma cronologica e tematica, attraversando confronti con opere di Derain, Bonnard, Braque, Miró, Modigliani, Marquet, Picasso, Renoir e tanti altri. Tra le tante molto belle sale, particolarmente suggestiva quella delle odalische e dei ritratti femminili.

 H.Matisse - Pont Saint Michel - Centre Pompidou

E’ una mostra da assorbire nelle diverse cifre espressive proposte e nel vasto gioco di rimandi stilistici, che rincorrono fra i diversi artisti e nelle diverse fasi creative di Matisse.

Un percorso nella storia dell’arte dei primi del Novecento che si muove nelle principali correnti con interessanti confronti e si conclude nell’innovazione dei grandi pannelli del periodo finale, fonte d’ispirazione di molta arte del nostro presente.

Il progetto espositivo, che durerà fino al 15 Maggio, proviene dalla vasta raccolta del Centre Pompidou di Parigi ed è stata ideata da 24 Ore Cultura e dalla Divisione Cultura del Comune di Torino.

H.Matisse - L'Odalisca - Centre Pompidou



La mostra “Matisse e il suo tempo” ha i seguenti orari di apertura: lunedì 14.30 – 19.30 martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 9.30 – 19.30 giovedì 9.30 – 22.30. Il biglietto costa 13 euro.

22/01/16

Documenti per tutti



Dopo il Metropolitan di New York anche la New York Public Library (NYPL) avvia un progetto di diffusione culturale con l’accessibilità nella rete web di materiale documentativo quali 180.000 articoli, 20.000 mappe e tanto altro fra lo storico e l’effimero. 

Centinaia di testi, immagini ma anche menù di ristoranti o insegne pubblicitarie. Un pozzo di San Patrizio per tutti i compulsivi del download.


Il link è questo buona immersione 

20/01/16

L'arte (é) sparsa - Riflessione sull'ultimo libro di Mario Perniola "L'arte espansa"



Cerca di fare un punto sulla situazione dell'arte, l'ultimo libro di Mario Perniola, prendendo spunto dalla penultima Biennale di Venezia, l'edizione del 2013 intitolata "Il Palazzo Enciclopedico" curata da M.Gioni, un testo molto interessante per le riflessioni un poco più ovvio per le conclusioni.

L'autore prende atto di una sfera dell'arte dimenticando le tantissime che Biennali o no esistono e oggi sempre prendono più spazio rispetto a quella proposta da un "sistema" costituito da attori che usano l'enfasi antica di arte per fare profitti economici.

E' una piacevole lettura soprattutto per gli aspetti storici, per il resto poteva essere più contemporaneo e meno datato.



18/01/16

Immersioni temporali, l'arte dello spazio, due mostre da percepire all'Hangar Bicocca di Milano



L'Hangar Bicocca è, in questi giorni, un forte luogo di percezione con le due mostre in corso. 

Su un versante il buio algido di Philippe Parreno e sull'altro la luminosità calda di Petrit Halilaj

Petrit Halilaj

La notte e il giorno, i pensieri e la vita.

Spazi da vivere, percepire. Lasciandosi andare alle libertà emotive, che sono continuamente stimolate e suggestionate da questi due complessi interventi. 

Stranamente l'oscurità di Parreno sembra più aperta al futuro, mentre l'intenso lavoro di Halilaj è più rivolto al passato.

Poeticamente un percorso fra memorie e ipotesi, fra instabilità materiali e sicurezze digitali. 







Sempre visibile l'opera in permanenza dei  Sette Palazzi di Anselm Kiefer




17/01/16

Condo


Un progetto di condivisione espositiva è stato inaugurato ieri a Londra, si chiama Condo (Condominio) si tratta di una mostra in cui 24 gallerie provenienti da tutto il mondo operano con otto giovani spazi a Londra fino al 13 febbraio, presentando interessanti proposte e nuovi artisti.




15/01/16

L'immagine di Cristo nella storia antica

L'arte è molto legata alla tradizione cristiana, in particolar modo alla figura di Cristo che ha avuto uno sviluppo estetico molto complesso e articolato.



E' iniziata circa nel 300 D.C. quando prende le forme di Apollo, sia la figura diafana che l'aureola, per poi trasformarsi nella figura del buon pastore, diventando poi alla fine del Medioevo l'uomo della croce, per arrivare al Rinascimento in cui diventa una figura elegante e barbuta.

Molto interessante il sito http://www.christianiconography.info che raccoglie tantissimo materiale sull'iconografia delle figure cristiane.












Confronto fra la figura di Iside e Horus e Maria e Cristo,

 

14/01/16

Ennesima mostra anzi sette! Sette mostre per sette visioni alla Triennale di Milano


Ennesima, titolo che già indirizza a una certa idea di noia che la mostra non conferma in quanto molto  ampia.
Le sette stanze, allestite alla Triennale di Milano, propongono settanta artisti, presentando una debolezza del nostro recente presente artistico. Opere troppo minimali, qualcuno dice sofisticate, che non paiono reggano il futuro che sta avanzando e che come passato sono troppo labili.
Sicuramente non aiuta a capire questa vastità d'arte di questi ultimi decenni, incrementata in pubblico e attori ( artisti curatori critici ...).


Alcuni lavori interessanti, quasi sempre quelli più storici, anche se certi, forse, non si dovevano ripetere, penso alle performance. Troppo spesso le proposte sono poco estetiche e di breve respiro. Più che gli artisti sono le opere degli artisti scelti che mi lasciano perplesso, veramente non c'erano opere di maggior spessore e forza?
La sensazioni è che i lavori proposti mancano di coraggio, si percepisce una limitatezza, una mancanza di forza, l'opera d'arte è la summa non la traccia di un percorso. La stessa qualità dei manufatti è molto debole, spesso già decomposta.


Troppi rivoli e pochi fiumi, la mostra ha comunque il merito di tentare una riflessione, di fare una ricognizione, speriamo di superare questa fase di debolezza e tornare a vedere arte con più forza e futuro.










12/01/16

Amsterdam Light Festival


Non c'è solo Torino che organizza una rassegna di luci d'artista ma Amsterdam si è mossa su questo fronte con il Amsterdam Light Festival, appena conclusosi alla sua seconda edizione. Il progetto prevede due itinerari uno sulle vie e l'altro sui tanti canali, con eventi e progetti di performance. 










10/01/16

Steve McQueen da Marian Goodman Gallery Parigi




Un intervento molto forte e presente il nuovo lavoro di Steve McQueen a Parigi da Marian Goodman Gallery.




“I want to put the public in a situation where everyone becomes acutely sensitive to themselves, to their body and respiration.”

                                                                                                               Steve McQueen



Marian Goodman Gallery in Paris is proud to announce an exhibition by Steve McQueen to launch the 2016 season. We will present his latest film installation, as well as several new works produced especially for this, his fifth exhibition at the gallery.

Steve McQueen’s latest project comprises a wall installation formed of several dozen dark blue neon lights, each a unique handwritten version of the phrase, Remember Me.

Ashes is an immersive work composed of two films projected simultaneously on either side of a free-hanging screen. First is a portrait of Ashes, a young man from Grenada from where the artist’s family also originated. Cracking a mischievous smile and taunting the camera, Ashes is seated at the prow of a boat sailing the Caribbean Sea. The footage was captured during the production of another work, entitled Caribs’ Leap (2002). Shot live on Super 8 film by the renowned cinematographer Robby Müller, the images illustrate the documentary aspect of McQueen’s work. The writer Jean Fisher noted that the artist’s use of “the hand-held camera as an integral part of the performance, the transgression of boundaries between the imaginary and the real, between filmic space and viewer’s space, the interruptions of narrative continuity” 1  the culmination of which marks an affinity with cinema-vérité.


Ashes’ carefree demeanor and apparent freedom stand in contrast to the content of the second film projected on the other side of the screen and shot eight years later in a Grenada cemetery, in contrast to the idyllic postcard pictures of the Caribbean island. “Life and death have always lived side by side, in every aspect of life,” said McQueen. “We live with ghosts in our everyday.”

The intensity of the piece is derived from the juxtaposition of the two projections (life and death, boundless space and enclosed space) linked by an off-screen voice. McQueen uses a monologue to pull together the threads of a story that are absent from the images. Employing this narrative device, each viewer is rendered a witness to the drama through the oral testimonies of Ashes’s friends.

For Jean Fisher, McQueen’s works are akin to heterotopias conceptualized by Michel Foucault: a site that is, unlike a utopia, once real and distinct from others places, but with the power to juxtapose several, otherwise   incompatible locations. “McQueen’s heterotopias locate us in an uncomfortable place, exposing a necessity for us to think about how we may reimagine and reinhabit the world with greater sensibility….”



Born in London in 1969, Steve McQueen has said “I discovered filmmaking, and that was it, a eureka moment. I was 19 years old.” In 1993, as he was about to graduate from Goldsmiths, University of London, he showed his first video, Bear, at the Royal College of Art in London. This first video revealed some of the themes that the artist continued to explore in the 1990s such as the relationship of the body to space. His work was recognized in 1999 when he was awarded the Turner Prize.

McQueen’s work has been the subject of many museums around the world, including the National Portrait Gallery in London (2010), the De Pont Museum of Contemporary Art in Tilburg (2009), the Institute of Contemporary Art in London, the Museum of Modern Art in New York (1997). In 2009, he was selected to represent Great Britain at the Venice Biennale. He participated in Documenta X (1997), Documenta XI (2002), and Documenta XII (2007). Most recently, his work was the subject of retrospective exhibitions, at the Art Institute of Chicago (2012) and at the Schaulager in Basel (2014). His last museum exhibition in France was in 2003 at the Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris.

Internationally renowned as a filmmaker, McQueen has directed three feature films: Hunger (2008), Shame (2011), and 12 Years a Slave (2014). He won the “camera d’or” award at the Cannes Film Festival for Hunger and the Oscar for the Best Motion Picture for 12 Years a Slave in 2014.



1 Jean Fisher, “Intimations of the Real: On Western Deep and Caribs’ Leap”, in Caribs’ Leap / Western Deep, Steve McQueen, 2002


2 Jean Fisher, “On the Space and Place in the Recent Work of Steve McQueen”, in Steve McQueen Works, Schaulager, Laurenz Foundation, 2012 

09/01/16

Discoteca Radicale : Architettura e vita notturna in Italia, 1965-1975


I bei tempi delle discoteche italiane sono sotto l'osservazione dell'ICA di Londra che dedica una mostra agli spazi e alla cultura della vita notturna di alcuni locali di Roma, Torino e altre città, che ibridavano musica, arte, spazio col divertimento serale.
Nel momento del grande successo economico l'Italia si trasformò molto. Si aprivano incredibili locali per un nuovo modo di concepire il divertimento, come il Piper Club di Roma, allestito con una nuova concezione dello spazio, con opere artistiche di Andy Warhol, Mario Schifano e di tanti altri noti artisti del tempo. 


Le ispirazioni per l'ideazione erano trasversali, come il Bamba Issa, realizzato ripensando ai fumetti di Topolino.
Per la realizzazione dei locali si costituirono gli studi di nuovi architetti, quali: Gruppo 9999, Superstudio e UFO che seguivano una nuova concezione del rapporto fra architettura e design, aprendo la strada alla creatività e originalità dello spazio serale.





06/01/16

Robert Ryman al Dia




E' in corso al Dia una interessante retrospettiva su Robert Ryman, uno degli artisti più interessanti degli anni cinquanta. 

Quando l’arte va oltre il senso dell’estetica e cerca di farci rivedere le cose nella loro essenza e nella loro potenzialità

English

This comprehensive exhibition brings together six decades of Robert Ryman’s vital paintings, ranging in date from the 1950s through the 2000s. Since the 1950s, Ryman’s works have been both readily identified and identifiable by their achromatic surfaces. Viewers see and experience these painted frequencies of light as the color white, but 

Ryman’s radical exploration of the tonal values, light reflections, and spatial effects of white were never limited to paint. Very early on his experimentations with canvas, board, and paper expanded to include aluminum, fiberglass, and Plexiglas, before evolving into a material vocabulary that is as revolutionary as his use of various white hues. 


As such, Ryman’s works are often discussed in relation to Abstract Expressionism as well as Minimalism and Postminimalism. 

Curated by Courtney J. Martin, Assistant Professor of History of Art & Architecture at Brown University, with Megan Witko, Assistant Curator at Dia, this exhibition builds on Dia’s deep relationship with the artist. Dia presented an exhibition of Ryman’s paintings at the former Dia Center for the Arts in New York City in 1988, and has maintained a long-term presentation of his work at Dia:Beacon since 2003.