Ennesima, titolo che già indirizza a una certa idea di noia che la mostra non conferma in quanto molto ampia.
Le sette stanze, allestite alla Triennale di Milano, propongono settanta artisti, presentando una debolezza del nostro recente presente artistico. Opere troppo minimali, qualcuno dice sofisticate, che non paiono reggano il futuro che sta avanzando e che come passato sono troppo labili.
Sicuramente non aiuta a capire questa vastità d'arte di questi ultimi decenni, incrementata in pubblico e attori ( artisti curatori critici ...).
Alcuni lavori interessanti, quasi sempre quelli più storici, anche se certi, forse, non si dovevano ripetere, penso alle performance. Troppo spesso le proposte sono poco estetiche e di breve respiro. Più che gli artisti sono le opere degli artisti scelti che mi lasciano perplesso, veramente non c'erano opere di maggior spessore e forza?
La sensazioni è che i lavori proposti mancano di coraggio, si percepisce una limitatezza, una mancanza di forza, l'opera d'arte è la summa non la traccia di un percorso. La stessa qualità dei manufatti è molto debole, spesso già decomposta.
Troppi rivoli e pochi fiumi, la mostra ha comunque il merito di tentare una riflessione, di fare una ricognizione, speriamo di superare questa fase di debolezza e tornare a vedere arte con più forza e futuro.