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10/03/11

Opera o prodotto – da sinistra a destra.




(segue il testo della settimana scorso )

Nel secolo scorso era suggestivo notare che se la creazione artistica veniva quasi sempre da spiriti legati da ideologie a carattere sociale, spesso ostili al sistema economico.

Per cui il consumatore/collezionista era quasi sempre legato al sistema criticato. Anche quando le opere nel finire del secolo si sono del tutto smaterializzate, il feticismo possessivo del collezionista ha avuto il sopravvento.

Anche recentemente il tentativo degli artisti di un’impegno più forte nei contesti sociali-culturali poteva essere una risposta per contrapporsi a questo “consumo” nel sistema arte. Ma l’ apparato stesso ha saputo inglobare queste urgenze umanitarie in un utilizzo ineccepibile che rende tutto sempre più assurdo, sotto l’aspetto culturale, ma perfettamente oliato sotto l’aspetto commerciale.

Forse questo è un forte segnale che fa percepire il mercato così libertario e amorale che nel suo aprirsi a tutto ne ingloba e ne rielabora le energie.

Il mercato è allora l’ ultima metafora del vivere umano, quella condizione che rende l’uomo in balia di se stesso e che non sempre sa riconoscersi.