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01/12/22

Gam Torino, ci siamo persi qualcosa?

 

La Gam di Torino presenta, in questa stagione invernale, due mostre, che creano un interessante confronto, al primo piano una bella e ricercata mostra sull'arte dell'Ottocento, al piano interrato un'altra esposizione più contemporanea, dalle complesse elaborazioni culturali ma dalla fragilità estetica. 

La prima impressione e che ci si è perso qualcosa, qualcosa che era tipico dell'arte, la bellezza. Forse è già stato narrato, per cui sono un poco banale, ma ora che il contemporaneo è sempre più in un cul de sac sperimentale, tedioso e privo di freschezza, tutto sembra ancora più debole sul fronte dei risultati e delle ricerche.

Le opere antiche avevano una sintesi che assorbiva e affronta i temi complessi e sociali, trovando una sua peculiarità e unicità che riuscivano a condividersi con il fruitore, anche futuro. Ora nel magma contemporaneo ci sono parvenze, tentativi, che oramai, come in questo caso sono compulsivi, per cui poche le emozioni per chi guarda e guarderà. 

Sicuramente entrambe sviluppano pensieri ma in una si evidenzia la capacità artistica di elaborarli e trovare la chiave estetica, che ancora oggi è condivisibile, nell'altra pare più un bel piacere speculativo ma che non riesce ad andare oltre all'esercizio sperimentale, sempre troppo ripetitivo. Un cammino di trasformazione che continua a ripresentarsi tedioso e imploso. Forse va bene anche così, forse i nostri tempi finali sono orami distanti dall'idea di futuro, lo stesso uso di citazionismi, inutili, del passato, confermano che, forse, l'arte è riuscita ad andare oltre se stessa, per essere un tutto molto simile al nulla.