Nuova Accademia di Belle Arti è lieta di presentare The Great Learning, un grande evento espositivo, a cura di Marco Scotini (direttore artistico di FM Centro per l’Arte Contemporanea e direttore del Dipartimento di Arti Visive di NABA) che inaugurerà il prossimo 17 gennaio negli spazi della Triennale di Milano, in occasione dei dieci anni di istituzione del Biennio Specialistico di Arti Visive e Studi Curatoriali. The Great Learning conclude un'ideale trilogia, pensata come una ricerca sull'apprendimento, che fa seguito al primo capitolo del 2010, Learning Machine. Art Education and Alternative Production of Knowledge e al secondo del 2015, Theatre of Learning, come riflessione sull'educazione artistica e i processi di conoscenza che tentano di interrogare la produzione intellettuale contemporanea e le pratiche che l'accompagnano: NABA non e' pensata solo come il luogo della formazione ma anche come lo spazio stesso dove questa viene messa in discussione.
The Great Learning è tratto dall'imponente ciclo di pezzi per orchestra del compositore sperimentale inglese Cornelius Cardew, ideato nel 1969: una sorta di culmine della sua ricerca sul rapporto tra musica e società civile. Il “Grande Studio” o lo “Studio Integrale” (come Ezra Pound lo aveva tradotto) è anche, con i Dialoghi, uno dei libri più noti di Confucio sull'autodisciplina e sul rapporto tra soggettività e collettività, ripreso nei sette paragrafi di un'opera della durata complessiva di 9 ore. The Great Learning si basa così sulla convinzione del potenziale democratico della musica come piattaforma sociale, tanto che le sue partiture sono scritte per qualsiasi gruppo di esecutori e non richiedono musicisti educati, cantanti esperti o professionisti.
Come afferma Marco Scotini: “Credo che il potere attuale dell'arte consista nel suo rivendicare un possibile mondo autonomo contro il mondo ordinato delle funzioni, dei ruoli, delle distribuzioni. Un mondo, cioè che assegna ogni cosa al suo uso specifico. Non si tratta più dunque di pensare l'educazione artistica nei termini di una disciplina separata, per esperti e addetti ai lavori. Possiamo immaginare la funzione estetica dentro un proprio recinto? La posta in gioco oggi è, di fatto, quella di pensare l'arte come qualcosa al centro dei processi di formazione e di soggettivazione in senso ampio, che trova nel modello estetico la propria procedura di realizzazione. La soggettivazione è un'operazione artistica che si distingue dal sapere e dal potere, senza trovare una collocazione al loro interno. Con il modello estetico non abbiamo a che fare con le regole codificate del sapere, ne con quelle imperative del potere. Per questo nella nostra scuola pratichiamo ordinariamente tutto ciò che può apparire extra-disciplinare: l'economia, il genere, l'urbano, l'ecologia. In sostanza, l'arte diventa inseparabile dai processi di socializzazione del presente e dai fenomeni di ricomposizione collettiva del futuro”.
Così, le opere di 30 artisti emergenti selezionate per The Great Learning, nell'esercizio delle funzioni creative, assumono il carattere sociale della produzione di soggettività, nei termini in cui l'arte stessa diventa una forma di emancipazione che si pone all'incrocio tra performatività e formazione. Questo, come uno degli elementi della riflessione, avviata da Marco Scotini nella direzione del Dipartimento, sui modelli di costruzione dello spazio della mostra e l'indagine sui processi di produzione artistica e curatoriale, anche dal punto di osservazione del sistema espositivo internazionale, della teoria, del publishing, della storia dell'exhibion-making e in generale dei formati culturali research-based, forzando i limiti disciplinari ma a partire dalla conoscenza dei suoi stessi confini.
Oltre alla mostra negli spazi della Triennale venerdì 20 gennaio si svolgerà To learn without desire is to unlearn how to desire. Soggettività post-identitarie, ecosofie, politiche del comune, un convegno, uno spazio di dibattito seminariale a cura del collettivo CURRENT con la partecipazione di oltre 20 teorici e curatori italiani e internazionali che negli ultimi anni hanno frequentato il Biennio Specialistico in Arti Visive e Studi Curatoriali. A partire dalle singole posizioni di ricerca, l’incontro sarà articolato intorno ad alcune delle linee di indagine portate avanti dal Dipartimento di Arti Visive con progetti come la piattaforma Utopian Display e il magazine No Order. Art in a Post-fordist Society.
Cori, performance e visite guidate animeranno The Great Learning nelle due settimane di apertura trasformando gli spazi della Triennale in teatro di gesti risultato delle numerose attività tenute da alcuni tra i maggiori interpreti internazionali (tra cui i curatori Ute Meta Bauer e Jens Hoffmann, gli artisti Joan Jonas e Michelangelo Pistoletto, tra gli altri) che hanno riflettuto con gli studenti sulla performatività della pratica artistica e la teatricalità dell'exhibition-making come social stage.
artisti:
Federico Arani, Vincenzo Badiglio, Simone Bianchi, Andrea Bocca, Martina Brembati (performance in collaborazione con The Boys and Kifer), Marina Cavadini, Marco Ceroni, Gaetano Cunsolo, Davide Dicorato, Giacomo Feltrinelli, Oliviero Fiorenzi, Mafalda Galessi, Carlo Gambirasio, Miriam Gili, Giulia Maiorano, Edoardo Manzoni, Jacopo Martinotti, Orestis Mavroudis, Federica Mutti, Sarp Renk Özer, Tomas Øvrelid, Lorenzo Perini-Natali, Claudia Ponzi, Chiara Principe, Andrea Alkin Reggioli, Stefano Serretta, SPAZIENNE, Luca Staccioli, Gabriel Stöckli, Kim Yoogin.
curatori:
Valentina Angeleri, Luca Bertoldi, Eleonora Castagna, CURRENT, Michele D’Aurizio, Vincenzo Di Marino, Roberta Garieri, Gabriele Longega & Ilaria Zanella, Giulia Mengozzi, Barbara Meneghel, Giulia Polenta, Camilla Pin Montagnana, Giovanna Repetto, Mattia Solari, Chiara Turconi, Nicolas Vamvouklis, Shuai Yin e Francesca Battello.