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22/05/15

Marcello

© Museo Vincenzo Vela - foto Mauro Zen


Dopo i lavori di miglioria e con un nuovo allestimento delle collezioni, il Museo inaugurerà la sua riapertura con l’esposizione dedicata a «Marcello, Adèle d’Affry (1836-1879), duchessa di Castiglione Colonna».

Il 23 aprile 2015 il Museo Vincenzo Vela di Ligornetto, vicino a Mendrisio, ha riaperto le porte inaugurando la mostra dedicata all'artista svizzera Adèle d'Affry (1836-1879), in arte Marcello, che permetterà al pubblico, sino al 30 agosto 2015, di riscoprire un'ampia selezione di opere della scultrice friburghese, a trentacinque anni dall'ultima retrospettiva a lei dedicata. 

L'esposizione, di carattere itinerante, è il frutto di tre anni di ricerca condotta dal Museo Vincenzo Vela in collaborazione con tre musei di area francofona: il Musée d'art et d'histoire Fribourg, il Musée des Suisses dans le Monde di Pregny-Ginevra e i musées nationaux du palais de Compiègne. Protagonista è Adèle d'Affry, una delle rare donne ad aver riscosso un notevole successo nell'arte scultorea europea del secondo Ottocento. Discendente di un'antica famiglia friburghese e moglie di un membro del celebre casato romano dei Colonna, fu amica della coppia imperiale francese. Visse tra Parigi e Roma, con Friburgo come costante punto di riferimento, e non mancò di visitare Milano.

Édouard-Théophile Blanchard, «Ritratto di Marcello, duchessa di Castiglione Colonna»,
 1877,  olio su tela, Musée d'art et d'histoire Fribourg. [© MAHF/Francesco Ragusa]

Adèle d'Affry adottò lo pseudonimo di Marcello nel 1863, per contrastare i pregiudizi di genere e di rango vigenti nel mondo artistico dell'epoca. Personalità appassionante e moderna, era consapevole dell'audacia delle proprie scelte e delle sofferenze che queste le avrebbero causato. La sua identità va ricercata a metà strada tra la femminilità esibita nelle mise che scelse per i suoi ritratti fotografici e la monumentalità spesso androgina delle sue eroine scolpite. Grazie alla sua intelligenza e alla sua forza di volontà conquistò la stima di numerosi artisti di prim'ordine, divenuti suoi ammiratori, mentori ed estimatori: tra questi Auguste Clésinger, Jean-Baptiste Carpeaux, Gustave Courbet e Mariano Fortuny.

La monografia pubblicata in occasione della mostra, in edizione trilingue, raccoglie saggi dei massimi studiosi di Marcello, senza trascurare il cospicuo fondo di scritti, che fanno di Adèle d'Affry un'artista di raro interesse, oltre che una personalità dalle molteplici sfaccettature, divisa tra vita di corte e bohème.